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Ramadan: un fenomeno anche italiano

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Il 28 giugno è cominciato il nuovo mese di Ramadan e terminerà il 27 luglio. Il termine vuol dire “mese caldo” e in origine cadeva in un mese estivo, ma la successiva adozione del calendario lunare ne fa variare l’inizio di anno in anno. Ogni anno inizia con circa 11 giorni di anticipo rispetto all’anno precedente. L’inizio viene decretato con la vista della nuova luna del nono mese dell’anno, oppure con calcoli astronomici. In questo periodo gli osservanti devono astenersi da cibo e bevande durante il giorno, mentre possono riprendere a mangiare e bere dopo il tramonto. Devono altresì astenersi dai rapporti intimi, dal fumo e da ogni attività che possa disturbare il raccoglimento e la preghiera, mentre è opportuno fare beneficenza.

Devono osservare queste prescrizioni uomini e donne adulti in buone condizioni di salute, mentre possono astenersi anziani, bambini, malati, donne incinte e le persone che sono in viaggio. Regole diverse vengono seguite dalle comunità di emigrati nei Paesi del Nord Europa, dove le ore di luce e di buio possono variare molto tra l’estate e l’inverno, con digiuni che si devono protrarre anche per 23 ore d’estate, quando il sole tramonta per pochissimo tempo, o per poche ore d’inverno. Alcune comunità prescrivono che il digiuno non possa durare più di 18 ore consecutive.

Per i musulmani il mese di Ramadan è un periodo di purificazione e di preghiera. Per la religione musulmana il digiuno è uno dei cinque pilastri dell’Islam, insieme con la professione di fede, l’elemosina, il pellegrinaggio alla Mecca e la preghiera quotidiana. In questo periodo di penitenza e preghiera si intende commemorare la rivelazione di Allah a Maometto dei primi versi del Corano tramite l’arcangelo Gabriele, inviatogli proprio per questo motivo. Il significato del digiuno nel Ramadan può essere assimilato a quello quaresimale per i cristiani, un mezzo per l’elevazione spirituale, la meditazione e la preghiera, per esercitare la pazienza, la disciplina e l’amore per Dio. Un particolare legame è stato anche sottolineato dal primo ministro inglese Cameron. In Inghilterra i musulmani sono più caritatevoli di qualsiasi altro gruppo religioso. Inoltre quest’anno si celebra il centenario della Prima guerra mondiale, durante la quale oltre un milione di persone provenienti dall’India combatterono con l’Inghilterra, e molte migliaia tra quelli erano musulmani.

In Italia aderiscono al Ramadan circa un milione e settecentomila persone, soprattutto immigrati e i loro figli. Molti sono lavoratori inseriti in aziende e devono sincronizzare le loro esigenze alimentari di questo periodo con ambienti di lavoro spesso non strutturati per soddisfare le loro necessità. Si tratta di gestire molti lavoratori che non si alimentano per tutto il giorno, indebolendosi e correndo talvolta dei rischi, se addetti a macchinari o se devono lavorare con altri. Tuttavia le imprese hanno manifestato disponibilità, per lo meno nella maggior parte di casi, a prendere i necessari provvedimenti per garantire la prosecuzione del lavoro dell’impresa nella sicurezza e tutela di tutti i lavoratori.

A tale scopo la Cgil di Treviso ha steso un vademecum di regole da seguire per i datori di lavoro che impiegano lavoratori di fede islamica che intendono osservare il Ramadan. Si tratta pertanto di monitorare con attenzione la presenza di tali lavoratori e se gli stessi siano già portatori di qualche malattia o carenza fisica che ne possa peggiorare la situazione di salute, di munirsi di accorgimenti utili per eventuali emergenze dovute al digiuno, quale la somministrazione di acqua e sali minerali, oltre a individuare momenti di pausa supplementare. Purtroppo non tutte le aziende risultano essere disponibili, tuttavia è pur vero che la fede islamica è tollerante riguardo all’osservanza del Ramadan da parte di persone anziane o ammalate o in gravidanza, o che si trovino ad affrontare disagi fisici intollerabili. Comunque il vademecum della Cgil ha trovato plauso e gradimento in particolare fra i lavoratori dell’edilizia, i quali si trovano ad affrontare le condizioni fisiche più difficili, in particolare nella stagione calda, aprendo così la strada ufficialmente a un riconoscimento più generale di una situazione diffusa in molte realtà lavorative italiane, propugnandone l’integrazione nel mutuo rispetto.

Delia Dorsa per Segnali di Fumo

Questo articolo è stato pubblicato qui

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