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Radio Maria chiede 300mila euro agli ascoltatori. A voi la lista della spesa!

Ci sono le liste nozze e le liste per le spese.

Di piccolissimi acquisti non si tratta, dato che l’ennesima richiesta economica che Radio Maria lancia agli ascoltatori ammonta a quasi 270mila euro.

Dopo l’obolo da due milioni e mezzo di euro domandato per comprare i trasmettitori da sistemare in Africa (secondo i portavoce per “adottare un popolo”), le somme per realizzare i nuovi e lussuosissimi studi di trasmissione ubicati a Erba (ma per Padre Livio li avrebbe edificati la Madonna), il cinque per mille, il lascito testamentario, l’emittente cattolica bussa ancora a quattrini.

Il dato curioso è che stavolta l’elenco di quanto i fedelissimi dovrebbero fornire mettendo mano al proprio portafoglio è abbastanza lungo.

Inutile dire che lo sconcerto è infinito quanto la sfacciataggine degli astuti contabili di Radio Maria: a seguire la stazione censita come comunitaria (e che dunque non versa un solo centesimo in tasse, a differenza di chi ha una concessione ministeriale commerciale) sono prevalentemente anziani e ammalati che di legislazione radiofonica ben poco conoscono.

Un settantenne che non si addentra nelle normative, giuste o meno, che regolano il settore delle comunicazioni è a conoscenza del fatto che Radio Maria ottiene sostanziosi finanziamenti statali ed è agevolata dalla legge firmata dal deputato leghista Davide Caparini?

No!

È molto più probabile che lo stesso settantenne, magari allettato, si faccia cogliere dalla paura di perdere la “voce amica” che sopperisce alla solitudine.

Ma il tariffario è salato.

Si va dai 15 mila euro per la cappella (ogni sede periferica di Radio Maria ne è dotata), ai 7 milacinquecento per l’altare ai 12 mila per tre postazioni pc, un server, un pc portatile e il cablaggio.

A salire: 80 mila euro per l’allestimento di uno studio per la messa in onda delle trasmissioni (non specificato dove) 50 mila euro per la ristrutturazione della sede.

Meno male che è stata inaugurata di recente!

Aggiungendo mezzi per supportare le attività della radio, un furgone da adibire a regia esterna, un mixer, una parabolica, un trasmettitore, il passo ai quasi trecentomila euro è breve.

Dal quartier generale di Erba tengono anche a precisare che sono gradite offerte per l’acquisto di radioline da donare ai carcerati.

Attenzione, però: da qualche tempo, per chi sgancia a favore di Radio Maria è possibile fruire delle detrazioni fiscali.

Sia lodata la Madonna. Anzi, il governo!

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