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 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Rita Marcotulli, Luciano Biondini, "La strada invisibile" (Act)

Rita Marcotulli, Luciano Biondini, "La strada invisibile" (Act)

ACT, Etichetta tedesca di Monaco di Baviera, ha da poco licenziato nella collana ‘Duo Art’, un ottimo CD di due musicisti italiani, meritevoli di farsi conoscere ed apprezzare in Europa e non solo (hanno già quattro date prenotate in Germania, Svizzera e negli States il prossimo aprile e maggio). Entrambi alle prese con uno strumento a tastiera, Rita Marcotulli e Luciano Biondini fanno presa al primo acchito perché sanno ascoltarsi, ognuno stimolando le improvvisazioni interiori dell’altro.

Potrebbe sembrare un azzardo l’accostamento di fisarmonica (Biondini) e pianoforte (Marcotulli). Invece l’interazione tra i due provoca positive sensazioni. In ogni brano appaiono colori diversi. C’è spesso una malinconia di fondo, che probabilmente commenta la vita di ognuno. E ancora, ritmo, percussione o la capacità di non far mai pensare all’ascoltatore : “Peccato che in questo pezzo manchi la batteria, o il sassofono, o il contrabbasso”. Non vi è rimpianto alcuno, perché non se ne sente davvero il bisogno. I due inoltre, persino in brani che potrebbero indirizzarsi verso uno sdolcinamento di troppo, come ‘The moon is a harsh mistress’, dell’americano Jimmy Webb, riescono a mantenersi nei limiti consentiti.

I 12 pezzi in scaletta sono per la maggior parte originali (9); sei sono scritti da Marcotulli, tre da Biondini. Il brano che dà il titolo all’album, “La strada invisibile”, composto da Marcotulli, è basato su un’ostinata melodia, ‘Yagapriya’, della vocalista indiana R.A.Ramamani, mentre un ritmo incalzante si fa largo tra le note. Le altre due cover rendono omaggio, la prima, al nostro Domenico Modugno, per un titolo ‘Cosa sono le nuvole’, utilizzato in un poetico film da P.P.Pasolini. La seconda, ‘Essa mulher’, ad una grande interprete , anche se meno universalmente conosciuta di altri suoi colleghi, della MPB, la musica popolare brasiliana : la cantautrice e chitarrista Joyce. E’ un brano tipico della sua scrittura, spesso malinconica, se non addirittura triste, quasi una richiesta di aiuto, un urlo di rabbia. Legato al Brasile è ancora ‘Choroso’, di Biondini, che sviluppa con destrezza un genere musicale fondamentalmente lamentoso (‘chorar’, in portoghese significa “piangere”), per il quale molti bravi musicisti hanno dato vita ad improvvisazioni mozzafiato, di vero virtuosismo : un nome su tutti, Yamandù Costa. La traccia che più colpisce è quella di apertura ‘Aritmia’, autore Biondini. Sei minuti arrembanti nei quali la pianista e il fisarmonicista interpretano un tema altamente ritmico all’unisono, improvvisando in maniera per molti tratti concitata, finchè una pausa di riflessione a metà percorso consente ai musicisti di riprendere l’impetuoso attacco iniziale.

                      

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