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Quei floridi commerci dell’Ue con la Cina in strumenti di sorveglianza

Nel 2015 Morpho, azienda controllata dalla multinazionale francese Idemia, ha vinto un contratto per la fornitura alla direzione per la pubblica sicurezza di Shanghai di tecnologia per il riconoscimento facciale.

La svedese Axix Communications si vanta, sul proprio portale, di contribuire all’espansione della sorveglianza di stato cinese. Il governo di Pechino l’annovera tra i “marchi raccomandati”. E si capisce: grazie ad Axix, il numero di camere di sicurezza nella città di Guilin (cinque milioni di abitanti) è aumentato da 8000 e 30.000.

Noldus Information Technology, azienda olandese, vende alle università cinesi e al ministero della pubblica sicurezza il software “FaceReader”, che analizza le espressioni facciali di rabbia, felicità, tristezza, sorpresa e disgusto.

Sono alcuni esempi, contenuti in un rapporto diffuso oggi da Amnesty International, dei floridi commerci di sistemi di sorveglianza che gli stati membri dell’Unione europea portano avanti con la Cina: un giro d’affari miliardario che approfitta dei blandi controlli esistenti e della totale assenza di regole che possano disciplinare l’industria della sorveglianza biometrica.

Tutto questo fa il gioco della Cina, i cui progetti di sorveglianza di massa “Skynet” e “Sharp Eyes” sono in pieno sviluppo.

Quale coerenza mostra l’Unione europea – si è chiesta Amnesty International – se da un lato condanna la sistematica violazione dei diritti umani nella regione autonoma uigura dello Xinjiang e dall’altro fornisce al governo di Pechino tecnologia per spiare un’intera popolazione?

Domani a Bruxelles è prevista una riunione in cui il Parlamento europeo e gli stati membri dell’Unione europea decideranno se rendere più stringenti le regole sul commercio di sistemi di sorveglianza. C’è da credere che molti diranno che va bene così.

L’illustrazione è di Toscanabanana

Questo articolo è stato pubblicato qui

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