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Quando una donna separata è vittima del ricatto sessuale

Quante donne sono vittime della subdolo ricatto sessuale? Diversi studi confermano che i casi di violenza psicologica, oltre che fisica, sono moltissimi ma anche i meno denunciati. Purtroppo, più spesso di quanto s'immagini, mogli o ex compagne subiscono in silenzio per paura di ritorsioni peggiori o per mancanza di alternative. 

Esistono omuncoli che solo una donna può raccontare. Uomini feriti nel loro virile orgoglio, impegnati ad annientare la dignità della femmina persa, perchè incapaci d’accettare il suo rifiuto. E’ così che una maledetta storia di subdola e silente violenza psicologica che non lascia lividi, se non nell’anima, si ripete. Più di quanto si possa immaginare. Storie di famiglie scoppiate, di giovani coppie con figli, legate da un filo conduttore: è lei a recidere il rapporto.

Così accade che uno squallido ominide respinto, non più corrisposto, abusa del meschino potere economico, costringendo l’ex compagna alle peggiori umiliazioni, in cambio degli alimenti per i figli. O le rende l’esistenza un inferno, negandole il dovuto, accampando mille inconsistenti scuse. Rimandando all’infinito una scadenza vitale. Essenziale.Tanto da logorare l’esistenza di chi tenta con tutte le forze di non cedere al lurido ricatto. Ai nauseabondi compromessi, ipocriti doveri matrimoniali dai quali era piuttosto fuggita.

Una stupida donna copevole di aver commesso l’errore madornale della sua vita: aver incontrato un uomo rivelatosi di emme. Che però pavidamente lascia, nonostante i figli, nonostante le previste difficoltà, credendo nel giusto diritto. Nel rispetto della volontà. Nella libertà di scelta. Nella Giustizia che spesso tarda a venire, proteggere, garantire. Una donna condannata a pagare pegno. Ostacolata a chiudere col passato, voltare definitivamente pagina.

Piccole e indifese creature dipendenti da un padre - l’uomo di emme di cui sopra - il quale, pur di far dispetto all'amata, compromette il futuro dei propri figli. Specie se sono diversi e in tenera età, con una madre che non può permettersi il lusso di un lavoro. Chè di questi tempi equivale a trovare un ago nel pagliaio. O perchè nessuno se la piglia, sapendo che per una donna è impossibile “liberarsi” dei suoi bimbi. La priorità è assoluta. Ci sono momenti in cui la presenza materna è insostituibile: se pulcino chiama, chioccia risponde. Non ce n’è per nessuno.

E l’uomo respint tutto questo lo sa. Sa bene che può aggirare la legge e i suoi tempi estenuanti, di cui meschinamente approfitta. Sa bene che i suoi pargoli non sopravvivono senza il dovuto sostegno. Sa bene che l’oggetto del suo mostruoso desiderio è in serie difficoltà. E sa altrettanto bene che una madre è disposta a tutto, ma proprio a tutto, pur di affamare i suoi adorati frutti.

Sfortunatamente quei bambini non sono nati ricchi, così come quella mamma non ha santi in paradiso. Possiede solo un prezioso portone. Tra le gambe. Costretta a schiudere per ragioni di sopravvivenza o per timore di subire ritorsioni peggiori. Quell’accesso precedentemente interrotto, negato, per libera scelta. Allo stesso omuncolo di emme. 

Postilla: "Il Costo di essere Donna", ricerca da cui emerge che il movente principale di una buona percentuale di femicidi, commessi da uomini italiani, è proprio la separazione.

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