Quando ci vuole, ci vuole: a Pasqua e Pasquetta, pasti... frugali
Scampoli di conversazione fra signore, forse parenti o amiche, colti occasionalmente sotto casa il mattino del sabato santo.
Domanda: ”Pinuccia, che preparerai di buono per domani e dopodomani?”
Risposta: “Guarda, crisi o non crisi, intanto posso dirti che ho acquistato sette chili di carne, al macellaio ho dato una banconota di cento euro, ricevendone uno di resto”.
Replica: “Ma, in quanti sarete a tavola?”
Altra risposta: “Beh, domani ci accomoderemo in otto, compresi due bambini, mentre il giorno dell’Angelo ci ritroveremo in sei”.
Soffermandosi sul tema, anzi sul prodotto, carne, non è difficile tirare quattro conti circa i quantitativi, con connesse calorie, spettanti pro-capite ai commensali: indubbiamente, è opportuno che gli stessi indossino capi d’abbigliamento comodi.
Anche perché, nel menù di confidenze della signora, ho potuto pure ascoltare: “Poi, vedi, carne a parte, penso di servire abbondanti antipasti, lasagne al forno, torta e dolci, oltre, ovviamente, a frutta, colomba pasquale e uova di cioccolato”.
Non c’è che dire, auguri e buon appetito.
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