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Prozac nation: “United States of Depression”

Prozac Nation è un film del 2001 diretto da Erik Skjoldbjærg. Il film è basato sull’autobiografia “Prozac nation” della scrittrice Elizabeth Wurtzel che parla delle sue esperienze di depressione. Il film prende nome dal Prozac, l’antidepressivo che lei è costretta a prendere.

Il film parte con il raccontare le esperienze di Elizabeth Wurtzel (Lizzie) a 19 anni: la ragazza ha appena vinto una borsa di studio in giornalismo all’Università di Harvard. Lizzie ha vissuto negli anni passati l’esperienza oltremodo traumatica del divorzio dei genitori e non vede il padre da 4 anni. Il film mostra, con continui flash-back, episodi della vita di Lizzie quando era ancora una ragazzina.

Dopo essere arrivata ad Harvard, Lizzie decide di perdere la sua verginità con uno studente, Noah. Lizzie poi organizza una festa per la perdita della sua verginità con l’aiuto della sua amica Ruby. Noah e Ruby successivamente faranno esperienza delle crisi continue della ragazza dal punto di vista psicologico.

Lizzie riesce anche a pubblicare un articolo sul quotidiano locale The Harvard Crimson per il quale riceve un importante riconoscimento anche dal giornale Rolling Stone. Lizzie, successivamente, in concomitanza con le sue crisi depressive, non riesce più a scrivere e in occasione di una festa di compleanno organizzata dalla madre con suoi nonni ha una crisi violenta ed eccessiva, crisi in cui Lizzie è totalmente ubriaca e irascibile.

Lizzie, più avanti nel film, è in cura dal dottor Sterling, che gli prescrive una terapia medica con la quale la ragazza riesce a ritrovare una parvenza di normalità.

Colpiscono le parole pronunciate alla fine del film da Lizzie la quale paragona il dottor Sterling ad uno spacciatore e lei stessa ad un tossico che è costretto a rifornirsi di droga in farmacia: Lizzie non si ferma nel suo monologo e parla degli Stati Uniti come la “Prozac nation”, “United States of Depression”.

Il film tra l’altro parla del tema della dipendenza di tante persone dai farmaci, dipendenza che implica un’esigenza di normalità sociale, di equilibrio psichico conforme agli standard di una comunità, di una città, di un Paese etc.

Il film parla del fatto che tanti americani consumano antidepressivi e il farne uso, per quanto possa rappresentare un elemento positivo, con il tempo finisce per modificare profondamente la personalità, il temperamento e il carattere di un individuo: Lizzie infatti solleva questo problema in una seduta con il dottor Sterling.

Il film parla anche di normalità sociale, di norme e convenzioni da rispettare. Quest’opera parla anche del divorzio e di come questo possa incidere sulla vita di un ragazzo/a adolescente.

La recitazione di Christina Ricci, che interpreta Lizzie, è strabiliante: l’attrice riesce a impersonare in modo perfetto la condizione di una ragazza con gravi problemi psicologici, una ragazza che convive quotidianamente con i suoi “demoni”, come viene detto anche da Lizzie nel film. Da elogiare anche l’interpretazione di Jessica Lange, nel film la madre di Lizzie, una madre tormentata e soprattutto sola e abbandonata dopo il divorzio con suo marito.

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