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 Home page > Tribuna Libera > Prima Guerra Mondiale. Un non placido passaggio del 24 maggio

Prima Guerra Mondiale. Un non placido passaggio del 24 maggio

Sinceramente non riesco a dare torto a chi ha preso la decisione di non festeggiare l’inizio di una guerra, anzi mi pare giusto e doveroso.

In occasione del centenario dell’ingresso in guerra dell’Italia la presidenza del Consiglio dei ministri, per il tramite del commissariato del governo, ha diramato una nota nella quale si invitano gli enti pubblici, e quindi anche i Comuni, a esporre sia la bandiera italiana che quella europea. In Alto Adige l’ordine di esporre il tricolore ha destato indignazione. In primo luogo da parte degli Schützen, che hanno diramato una dura nota, nella quale si spiega che mentre il resto d’Europa commemora i morti della grande guerra, l’Italia festeggia così non solo la conquista del Tirolo ma pure la morte di mezzo milione di soldati italiani.

Dopo la provincia autonoma di Bolzano, una nuova contestazione alla disposizione di esporre la bandiera italiana il 24 maggio è arrivata dalla provincia di Trento. “Le bandiere dell’Italia e dell’Europa il 24 maggio le esporremo, ma a mezz’asta – ha dichiarato il presidente Ugo Rossi – perché l’inizio di quella guerra, come di tutte le guerre, è già di per sé una sconfitta per l’umanità e per chi crede nell’ideale della convivenza pacifica”.

Sinceramente non riesco a dare torto a chi ha preso la decisione di non festeggiare l’inizio di una guerra, anzi mi pare giusto e doveroso.

Non ho memoria di miei avi impegnati nella grande guerra, di sicuro ce ne sono stati, ma non sono morti. Controvoglia, si! Proprio così. Sopratutto i meridionali hanno combattuto controvoglia per una patria non ancora propria, molti ancora oggi (anche intellettuali valenti) hanno nostalgia dei Borboni, sangue di Giuda! Non si sentono italiani.

Qualche storico invece ha affermato che proprio la grande guerra, quasi come fosse stata l’ultima guerra d’indipendenza, ha cementato l’unità nazionale. Dimenticano, alcuni, che complessivamente, nelle guerre per l’indipendenza, abbiamo perso pezzi d’Italia: Istria, nizzardo, qualche pezzo di bassa Savoia al confine della Valle di Susa, e guadagnato lembi di terra straniera, il Sud Tirolo appunto! La Valle d’Aosta rimane sempre chiusa a valle dal possente Forte di Bard…

Le discussioni accesesi a causa dell'eccesso di nazionalismo del Governo Renzi che, anche in questo caso, si connota come un governo di destra, dimostrano che la vera anima italiana deve ancora stabilizzarsi. Siamo sempre il Paese del campanile, purtroppo. 

Foto: Wikipedia

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Giacomo Nigro (---.---.---.15) 26 maggio 2015 10:14
    Giacomo Nigro

    Il rischio dei centenari è che si finisce sempre per essere nostalgici.
    Proviamo, quindi, a farci delle domande banali, ma vere e soprattutto non nostalgiche: La guerra del 1915 parla solo dei nostri nonni? Non parla anche a noi? Siamo entrati in trincea nel 1915. Ne siamo mai usciti? Qual è il rapporto tra pace e guerra? Dove sta il fronte della guerra? Ci sono ancora confini? Per provare a rispondervi chiediamoci: che cos’è oggi la guerra?

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