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Presidenziali francesi: Macron-Le Pen escono vincitori dal primo turno

Emmanuel Macron e Marine Le Pen sono i due "vincitori" del primo turno delle elezioni presidenziali francesi. 

 

Alle 5 di mattina i dati danno il candidato di En Marche !, Macron, al 23,9%, seguito dalla leader del Fronte Nazionale, Marine Le Pen, al 21,5%. 

Il gollista Fillon, leader dei Repubblicani, si ferma al 19,94%, seguito da risultato, piuttosto buono invece per la campagna fatta, di Jean-Luc Mélenchon, che arriva al 19,62%. Grandissima disfatta per il Partito Socialista - quello del presidente uscente Hollande, il cui candidato, Hamon, si ferma al 6,35%. 

Seguono Nicolas Dupont-Aignan al 4,7%, Jean Lassalle all'1,2, Philippe Poutou con 1,1 e François Asselineau, Nathalie Arthaud e Jacques Cheminade, che ottengono tra lo 0,2 e lo 0,9%. 

 

Per il secondo turno, che si terrà il prossimo 7 maggio, sia Hamon che Fillon hanno detto ai propri elettori di sostenere Macron. Mélenchon non si è invece espresso a tal proposito: 

«Non ho ricevuto un mandato dai 450mila che hanno presentato la mia candidatura perché potessi esprimermi per loro». 

E' la prima volta che i due "grandi partiti", il Ps e la destra gollista, non saranno presenti al secondo turno delle presidenziali. La partecipazione è stata del 78,23%.

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.113) 24 aprile 2017 14:42

    C’è chi dice che Hamon e Fillon sono bravi perchè fanno fronte anti Le Pen, mentre Melenchon no, ha perso e non ci vuole stare.

    Io direi tre cose:

    1) Se Hamon avesse avuto il buon gusto di ritirarsi, al ballottaggio ci sarebbe andato Melenchon e non Macron. Sarebbe stato un vero ballottaggio contro chi ha governato fin’ora: uscirne con il razzismo nazionalista o rivalutando il popolo piuttosto che i poteri forti?

    2) tutto ciò era prevedibile, quindi è lecito ritenere che Hamon abbia mantenuto la sua candidatura proprio per favorire Macron con il fronte anti Le Pen

    3) se io fossi un elettore di Melenchon, a questo punto mi asterrei: ci pensino gli elettori di Hamon e Fillon ad eleggere Macron, che sosterrà esattamente il sistema che dice di voler cambiare e che anche Hamon ha sostenuto disperdendo i voti di sinistra.

    GeriSteve

  • Di pv21 (---.---.---.59) 24 aprile 2017 19:17

    Ora tocca a noi >

    Dopo la “mezza vittoria” di PL Bersani e la “decadenza” di S Berlusconi, i geniali strateghi del PD silurarono l’avveduta metodicità di E Letta e decisero di giocarsi l’atout del pimpante “rottamatore” M RENZI, al fine di surclassare l’onda montante del Movimento Grillino.

    Incontenibile l’entusiasmo per il 40% alle elezioni Europee: frutto della “svolta” annunciata con il Bonus di 80 euro.

    M Renzi dà avvio ad una vorticosa esternazione di “travolgenti” misure anti crisi e di riforme “epocali”. Insieme a infervorati appelli all’ottimismo, speranza e fiduciosa attesa.


    Passano 3 anni.

    Mentre il PD si “trasfigura” spuntano man mano delle “dissonanze”, tutte inascoltate. E arriva il momento clou.

    Dopo la sonora batosta al referendum M Renzi molla la premiership.

    P Gentiloni si becca una “eredità” di riforme da revisionare, conti pubblici non assestati e gravi problemi sociali ancora pendenti. Il Debito pubblico è cresciuto di almeno 150 miliardi (+6%) con 7-8 miliardi/anno di ulteriori interessi da pagare. Una “solida” ripresa è di là da venire e si prospetta un’altra dolorosa manovra “correttiva”.


    Ecco il punto.

    Nei sondaggi l’attuale PD, a firma M Renzi, è dato al 27%. Al terzo posto dopo lo M5S ed il rassemblement di centrodestra caro a S Berlusconi. DA TENERE ben presente è che, a bocce ferme, in una futura coalizione di governo di fonte parlamentare anche una forza politica di appena il 12-15% potrà assumere un ruolo determinante.


    Ergo.

    A fronte delle primarie alla gente di centrosinistra restano solo 2 scelte.

    Continuare con questa “congrega” politica sempre più gestita a immagine e somiglianza del suo sommo leader carismatico. Facendo tesoro di una mai tramontata “scuola” democristiana.

    OPPURE. Cogliere l’opportunità del voto per notificare il “totale rigetto” di una linea politica: monocorde e “favolistica”,  sorretta da “potentati” personificati, tanto “verticistici” quanto “esclusivi” e non confutabili. NON PERDERE così l’occasione di dare il chiaro segnale che serve da subito un programma “veridico”, discusso e condiviso, fatto di soluzioni tangibili e misure efficaci.


    PS: a un magistrale comunicatore, per sua natura, non passa quella Febbre del Tribuno che non conosce remore, limiti …

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