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Prepariamoci al peggio

Prepariamoci” è il libro sirena di Luca Mercalli, che sviluppa molti temi legati all’emergenza energetica e ambientale (www.chiarelettere.it, 2011).

Dobbiamo abbandonare il petrolio prima che il petrolio abbandoni noi. Fatih Birol (chief economist EIA, 2008)

La nostra ignoranza non è così vasta quanto la nostra incapacità di applicare ciò che conosciamo. Marion King Hubbert (geofisico, 1903-1989).

Inizio subito a nuotare controcorrente dicendo che Mercalli dovrebbe sapere che dal punto di vista climatico stiamo andando verso una piccola glaciazione, dunque qualche grado in più di temperatura nei prossimi decenni e secoli può essere solo più che gradito all’umanità. Provate a calcolare il numero delle specie animali e vegetali che vivono nel nord Europa e poi quelle che vivono più vicino all’equatore e capirete bene il perché. E la stabilità non è mai esistita in Natura e mai esisterà.

Tutta questa enfasi sul controllo dell’emissione dell’anidride carbonica è probabilmente una forzatura o una montatura della lobby del nucleare e dei burocrati appartenenti alle piramidi societarie pubbliche e private che gestiscono gli investimenti nelle ricerche ambientali. Infatti chi viene pagato per procurare allarme continuerà a vedere fonti di pericolo in ogni angolo della società dove può trovare convenienza, dimenticando l’incidenza della variazione dell’attività solare e delle eruzioni vulcaniche sulla termoregolazione della biosfera. E dimenticando che il termometro fu perfezionato solo nel 1742 dall’astronomo svedese Anders Celsius e che l’inizio della misurazione diretta e regolare delle temperature terrestri risale solamente al 1850 circa.

Anche il famoso climatologo Franco Prodi è dell’idea che la complessità del clima non può essere ricondotta al solo ciclo dell’anidride carbonica. Perciò il vero problema “che l’umanità ha di fronte consiste nel trovare una modalità di transizione dall’attuale fasi di crescita esponenziale a un futuro stato quasi stazionario, tramite un’evoluzione il più possibile non catastrofica (Marion King Hubbert, geofisico, 1903-1989).

Bisogna ricordare che “sebbene la produzione petrolifera mondiale sia cresciuta con un tasso medio dello 0,75 per cento all’anno nel periodo 1979-1999, la popolazione mondiale è cresciuta ancora più in fretta e per questo la disponibilità pro capite di petrolio equivalente, dopo il picco di 11,2 barili del 1979, ha iniziato a ridursi” (p. 37). Quindi senza nuove scoperte scientifiche gran parte dell’umanità è destinata a vivere sempre di più in una dimensione locale di instabilità basata sul conflitto ricorrente (www.kunstler.com, Collasso, 2005).

Quindi Mercalli ha ragione a rimarcare “che la cassetta degli attrezzi dell’economista è stata progettata proprio nella fase ascendente della disponibilità abbondante di energia fossile, caso unico nella storia dell’uomo, e oggi non si rivela più adeguata a gestire la fase di scarsità” (p. 135). Del resto “chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all’infinito in un mondo finito è un pazzo, oppure un economista” (Kenneth E. Boulding, economista e uomo religioso, 1966).

Forse ridurre i consumi non sarà per niente facile: è molto difficile delimitare l’esuberanza della vita. Però può risultare più facile premere sull’ONU per educare tutti i cittadini a limitare le nascite, cosa che molti paesi occidentali più civili sono già riusciti a fare.

In ultima analisi gran parte dei problemi di questo mondo deriva dall’eccesso di riproduzione umana e dall’incapacità di uomini e donne di controllare gli istinti riproduttivi, anche a causa di dogmi religiosi assolutamente arcaici che risalgono a epoche in cui pochi milioni di esseri umani si massacravano regolarmente in guerre molto logoranti e comunque buona parte dei bambini moriva nei primi anni di vita (e le persone vivevano in media meno di 40 anni).

Comunque se non ci penseremo noi, ci penseranno la guerra, la fame e le malattie a indicarci i nostri grandi limiti economici, educativi e diplomatici (gli eschimesi che sono sempre stati pochi non hanno nemmeno la parola che definisce la guerra).

Infine chiudo con queste parole di una ragazzina di dodici anni: “A scuola, persino all’asilo, ci insegnate come ci si comporta al mondo. Ci insegnate a non litigare con gli altri, a risolvere i problemi, a rispettare gli altri, a rimettere a posto tutto il disordine che facciamo, a non ferire altre creature, a condividere le cose, a non essere avari. Allora perché voi fate perché voi fate proprio quelle cose che ci dite di non fare? … Siamo ciò che facciamo, non ciò che diciamo” (Seven Sozuki, Rio Earth Summit 1992, ora questa coraggiosa bambina è diventata una biologa polivalente).

Per approfondimenti sul destino dell’economia del petrolio e dell’umanità: www.aspoitalia.it, http://dieoff.org, www.weatheraction.com (sito di Piers Corbyn, un metereologo anticonformista). E ricordatevi che il vero “scienziato non è colui che sa dare le vere risposte, ma colui che sa porre le giuste domande” (Claude Lévi-Strauss, 1964).

P. S. Adesso fate le anime belle perché siete sazi e al caldo, ma cosa farete quando resterete al freddo nelle vostre case, le auto ferme, tutto razionato? (Agente Cia, I tre giorni del Condor, 1975).

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