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Porno Impero

Pornografia, da "porne" = prostituta, letteralmente: "descrizione di prostitute". Prostituzione, da "prostituere" = prostrare, esporre, mettere in mostra, abbassare, avvilire. Il mercato del “porno”, ovvero della prostituzione e della sua rappresentazione, rappresenta oggi un business miliardario, per lo più legale. Il Porno Impero, “ultimo stadio dell’alienazione”, mediante la “porno-globalizzazione” ha messo in atto una “strategia feticista” che parte dal favoreggiamento occulto della prostituzione e della pedofilia e conduce a forme porno-patologiche e porno-criminali sempre più diffuse. Una “porno-apocalisse” che uccide la vitalità erotica, distrugge le relazioni di coppia, spazza via ogni residua possibilità di autentica comunicazione, che instaura il dominio delle porno-immagini e l’abominevole mercato del corpo. E svela il vero volto dell’ "Anticristo".

[…] “Sexercise yourself!” sembra oggi essere l’imperativo di una società che non ha solo moltiplicato, come già espresso da Foucault, la discorsività sul sesso, ma che propone piuttosto una pornificazione delle pratiche di costruzione della relazione all’altro e al proprio sé. Le palestre più in voga propongono corsi di lap dance per tonificare i glutei e accrescere la consapevolezza, i filmini hard fanno la fortuna di personaggi come Paris Hilton o Pamela Anderson, il sex design offre soluzioni chirurgiche per la “messa in forma” dei genitali: la performatività corporea è sempre più connessa alla messa in scena della sessualità. Lauren Langman (2008) interpreta questa varietà di processi e fenomeni culturali - recuperando l’analisi dell’opera di Rabelais effettuata da Bachtin e gli studi di Marcuse sulla “desublimazione repressiva”- nell’ottica di una carnevalizzazione della società, vale a dire di una espressione assieme trasgressiva e desublimata di istanze che, pur eccessive, aggressive e scatologiche, finiscono con l’essere trasformate in strumenti del/dal sistema dei consumi. […] (“Wired for Sex Pornoperformatività in rete”, Emanuela Ciuffoli, Introduzione).

Il porno-liberalismo, il porno-liberismo, la porno-globalizzazione, la porno-comunicazione di massa, il porno-socialismo costituiscono la soluzione finale del tardo-capitalismo, una “strategia feticista” messa in atto dal porno-potere con lucida ignominia. Una porno-filosofia materialista-storica. Una porno-politica totalitarista che consiste nell’estinzione globale dell’umanità, l’ultimo stadio della alienazione.


[...] Il termine "totalitario" non si deve applicare soltanto ad un’organizzazione politica terroristica della società, ma anche ad un’organizzazione economico-tecnica che opera mediante la manipolazione dei bisogni da parte di interessi costituiti. [...] I gruppi dirigenti economici, i detentori del potere reale, sono in grado di imporre modelli, vendere i propri prodotti, sollecitare consensi, sul tempo di lavoro come sul tempo libero, sulla cultura materiale come su quella intellettuale. [...] Le persone si riconoscono nelle loro merci; trovano la loro anima nella loro automobile, nei giradischi ad alta fedeltà, nella casa a due piani, nell’attrezzatura della cucina [...] Non soltanto una forma specifica di governo o di dominio partitico producono il totalitarismo, ma pure un sistema specifico di produzione e di distribuzione, sistema che può benissimo essere compatibile con un "pluralismo" di partiti, di giornali, di "poteri controbilanciantisi". [...] Il pensiero ad una dimensione è promosso sistematicamente dai potenti della politica e da coloro che li riforniscono di informazioni per la massa. Il loro universo di discorso è popolato da ipotesi autovalidantesi, le quali, ripetute incessantemente da fonti monopolizzate, diventano definizioni o dettati ipnotici. Per esempio, "libere" sono le istituzioni che operano (e sono adoperate) nei paesi del Mondo Libero; ogni altra forma trascendente di libertà equivale per definizione all’anarchia, o al comunismo, o è propaganda. "Socialistiche" sono tutte le interferenze nel campo dell’iniziativa privata che non sono compiute dalla stessa iniziativa privata (o in forza di contratti governativi), come l’assicurazione medica estesa a tutti e a tutti i tipi di malattia, o la protezione della natura dagli eccessi della speculazione, o l’istituzione di servizi pubblici che possono ledere il profitto privato. […] (Herbert Marcuse, "L’Uomo ad Una Dimensione", Einaudi, 1967).

L’uomo ad una sola porno-dimensione è l’individuo-massa prodotto dalla società del porno di massa, per cui non vi sono altri possibili modi di essere se non quelli imposti dal porno-impero: la miserabile realtà della prostituzione, il commercio del proprio corpo, tutte le forme ridotte a merci. La natura ridotta a porno-cultura. L’Eros represso, corrotto, desublimato, spogliato delle sue energie rivoluzionarie, che soccombe a Thanatos. Il porno-capitalismo funziona talmente bene che ha ormai consumato tutto: le risorse, la natura, compresi gli individui che lavo
rano al suo servizio. Porno-apocalisse.

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