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Politica italiana. Non ci rimane che ridere

Ma che noia e che tristezza la Lega Nord di oggi. Da quando se n'è andato il Bossi non ci divertiamo più. Vuoi mettere il funereo Maroni, in doppio petto e fazzolettino verde di ordinanza nel taschino, con il vecchio capo carismatico in maniche di camicia o ancor meglio in canottiera? Cento volte meglio la Lega verace e ruspante di una volta. Corna celtiche di plastica, elmi di latta, spadoni di legno, ampolle del dio Po, il Va Pensiero con la mano destra sul cuore, il pratone di Pontida con i cori da stadio delle masse adoranti, il Cerchio magico, il celodurismo, la scuola bosina della signora Marrone in Bossi, la Padania che esiste perché esiste il grana padano. Fuochi artificiali legaioli con lampi, botti e tutte le tonalità del verde nel plumbeo cielo nordista, spettacolo pirotecnico di un Bossi, grande comunicatore.

E la secessione! La più grande presa per il culo di tutti i tempi, con i duri e puri che ci credevano davvero. Che risate! E i diamanti della Rosi Mauro! E la Tanzania! E il Trota, con il suo sguardo acuto, il suo pensiero profondo, la sua laurea albanese! Quando troveremo un altro Trota, se mai lo troveremo? Altro che macro regione del Nord. Arridatece er Trota!!!

PS. Ma un filo di speranza è rimasto. Bossi e Maroni hanno ripreso a prendersi a legnate causa il flop elettorale. Non è che magari ritorna il “vecchio”?

Ma che noia e che tristezza il M5S fino a qualche mese fa. Quando il “capo politico” diceva e i volonterosi grillini, come un sol uomo, facevano. Ma quel periodo sta finalmente finendo. Ora comincia la nuova era. Sempre meno i grillini accettano senza fiatare le esternazioni del “megafono del movimento”. E finalmente ci si diverte. Spassosa la gag sulla diaria da rendicontare/non rendicontare, da restituire/da non restituire. E che dire dello sketch sugli scontrini? Impagabile. E le penose “spiegazioni che non spiegano” di Grillo dopo il flop elettorale? Esilaranti, da Guiness dei primati.

E poi la caccia alle spie e ai traditori finita rapidamente in farsa, e gli attacchi sgangherati prima alla Gabanelli e poi a Rodotà fino al giorno prima santini del M5S, con gli attoniti pentastellati in rete che chiedono perché. E il movimento che non è un partito ma un movimento o un non partito, mentre i suoi parlamentari ben piantati alla Camera e al Senato si prendono lo stipendio dello stato, proprio come il resto della casta. E le apparizioni televisive dei fedelissimi del capo politico che cercano di giustificare tutto di Grillo, anche le cose più grottesche. E, per finire in bellezza, “uno che vale uno”, una trovata pubblicitaria geniale.
Divertimento, puro divertimento. Che ci ripaga delle amarezze della Lega 2.0.

Ma che noia e che tristezza il Pd fino a qualche settimana fa. Tutti uniti e compatti dietro il segretario a far finta di ridere per i suoi aforismi piacentini. Fortunatamente quella storia è finita. Da quando se n'è andato Bersani col suo aplomb da notaio emiliano di buon senso ci si diverte un sacco. Decine di correnti tutte in corsa una contro l'altra, la caccia ai 101 traditori che tutti conoscono ma di cui nessuno - alla faccia della trasparenza - fa i nomi, i battibecchi pubblici fra i vari capetti nei talk show mentre quelli del PdL stanno a guardare divertitissimi, una dichiarazione oggi, la smentita dopo pranzo e la smentita della smentita in serata, il segretario traghettatore, il governo Letta definito di servizio (di chi?) dal segretario traghettatore, il toto segretario sul futuro segretario. E il beffardo Matteo Renzi che con quella faccia e la sua parlantina da piazzista di pentole spiazza un giorno sì e l'altro pure i suoi seriosi competitor interni. Una vera pacchia per chi sa cogliere il meglio di quello che ci passa la vita.

Sì, è vero, nell'elenco di quelli che contano manca il PdL. Ma di Berlusconi, dopo vent'anni, è praticamente impossibile dire qualcosa di nuovo. Divertente o repellente che sia. E comunque, dopo che è resuscitato almeno tre o quattro volte grazie agli sforzi e alla buona volontà del centro sinistra, riderci su è quanto meno 'inappropriato', come direbbe un gentleman britannico.
 

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