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Più verità e sincerità rispetto alle vicende, grandi e piccole, che ci circondano

E’ chiaro e lampante, come si fa a non soffermarsi e riflettere sui grandi temi che trovansi pesantemente e drammaticamente sul tappeto? A fingere di ignorare o a sottovalutare scriteriatamente la pesante crisi economico finanziaria che attanaglia lo scenario internazionale, i focolai di guerra e i disordini sparsi su una ventina di aree del pianeta, i fenomeni di terrorismo, la realtà del buco nell’ozono, le diffuse situazioni di fame e miseria e infine, per quanto riguarda il nostro Paese, le perenni contrapposizioni fra schieramenti politici, i conti pubblici in difficoltà, il debito dello Stato superiore al prodotto interno lordo e così via?

E però, avvertendo l’impatto forte e cospicuo dei problemi “terra terra” della cosiddetta quotidianità, viene, in pari tempo, di pensare che valga anche la pena di calarsi, senza soluzione di continuità, nelle faccende frazionate, ma non meno concrete e prossime, che toccano, momento per momento, ciascun cittadino, vuoi come singolo, vuoi come membro della collettività. In pratica, insomma, è il caso che tutti, indistintamente, siamo più pragmatici, e in particolare più sinceri e seri, con noi stessi, non esitando a dire la nostra - anche a rischio di andare contro corrente- ogni qual volta ci rendiamo conto che i sistemi e le mode circostanti sono prevalentemente ammantati da effimere promesse di benefici e godimenti, quando, addirittura, non si rivelano dannosi per il corpo e per la mente.

Si sono intessute infinite discussioni sugli abnormi aumenti dei prezzi negli ultimi sette-otto anni, mettendoli pressoché automaticamente in relazione con l’entrata in vigore dell’euro, quasi che la nuova moneta avesse portato con sé una sorta di irresistibile lievito. Ma quando mai! Come è noto, da che mondo è mondo, v’è chi vende e v’è chi compra. In realtà, nel periodo in questione, non si sono registrati, nell’insieme, significativi, spontanei e ineludibili processi di ascesa dei costi con riferimento ad importanti beni naturali e/o materie prime (anche per quel che attiene al petrolio, bisogna infatti ricordare che il prolungato aumento, recentemente rientrato, della quotazione per barile è stato in buona parte controbilanciato dalla svalutazione della divisa di riferimento, cioè il dollaro, rispetto a numerose monete, fra cui l’euro). Di contro, sono intervenute manovre subdole e, diciamolo apertamente, truffaldine, ad opera di una certa, e purtroppo vasta, componente fornitrice di merci o servizi, con spudorato impinguamento dei rispettivi introiti, a scapito e con spoliazione dei compratori: come se la predetta componente avesse messo le mani nelle tasche di questi ultimi.



Al che, come regolarsi? Bisogna muoversi senza indugio e tirando dritto, solamente in tal modo tante situazioni potranno ritornare ad uno stadio, se non del tutto normale, per lo meno sostenibile. In concreto, ad esempio, si compili una bella lista di beni e di prestazioni di largo spettro, si parta dai relativi prezzi a fine 2000, dopodiché si operino equi aggiornamenti, abolendo però, contestualmente, i prezzi e le tariffe, a dir poco molto più esosi, oggi praticati e richiesti. Guardia di Finanza, Agenzie delle Entrate, Vigili Urbani, in aggiunta ai compiti meritori che già svolgete, ponete mano ad una nuova opera in tal senso, opera dall’esito non improbabile, purchéla si avvii con fermezza: e i risultati non mancheranno di arrivare.

Parliamo ora di pubblicità. Trattasi di un autentico veleno, dagli effetti oramai divenuti mortali: sembra, perciò, opportuno e salutare assestarle, allegoricamente, una sonora sberla, sia nella forma, sia nella petulante intensità, sia nei contenuti. Come è possibile ascoltare ad ogni piè sospinto slogan/proposte del genere: “Cogli l’occasione, mettiti alla prova, la tale autovettura può essere tua a soli 23.600 euro”(circa quarantacinquemilioni delle cessate lire)? Siamo matti? Gli ideatori e i propagatori di tali annunci dovrebbero semplicemente guardarsi allo specchio e sotterrarsi per la vergogna. Siffatte “offerte”, per molti cittadini, corrispondono ad un anno/un anno e mezzo di stipendio, per non parlare dei pensionati, sicché il meccanismo prevalente che ne può derivare è quello di far impazzire gli animi, di stimolare il compimento di passi azzardati e spropositati. Proprio l’antitesi di un esempio/segnale di civile progresso e comportamento.

Per finire, in tema di stipendi e salari, viene osservato e affermato che con 1000/1200 euro al mese non si riesce a campare. Orbene, tale indicazione costituisce un formidabile messaggio, senza però essere puntuale e fedelmente realistica. In verità, si impone di distinguere da caso a caso. Talvolta, vedasi un single il quale viva in famiglia e non abbia praticamente alcun onere connesso con il proprio sostentamento, i 1000/1200 euro non solo bastano, ma avanzano pure. Talvolta, cioè allorquando a valle di tale livello di retribuzione o entrata vi sia un intero nucleo familiare, certamente i 1000/1200 euro non si palesano sufficienti. Morale, su questi delicatissimi argomenti, ci si deve esprimere con completezza e precisione, diversamente si finisce col fare mera demagogia: e al punto in cui siamo situati, non si avverte proprio il bisogno di ventate demagogiche.

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