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Più irregolari e meno sicurezza. L’effetto boomerang della legge Salvini

Doveva regolamentare gli irregolari e bloccare il business dell’immigrazione ma nei fatti, la legge sulla sicurezza, voluta dal ministro dell’interno Salvini, si sta rilevando un boomerang: da quando è entrato in vigore il numero degli stranieri irregolari nel Paese sono aumentati di 40mila unità. A rilevare il dato è l’Ispi, l’istituto di ricerca sui temi internazionali. 

Una delle leggi maggiormente volute dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, il famigerato Decreto Sicurezza, si sta rilevando inefficace e controproducente. A rivelarlo è l’Ispi, l’istituto di ricerca sui temi internazionali, che ha condotto uno studio basandosi su dati del ministero dell’Interno. Il periodo preso in considerazione è di nove mesi e va precisamente da giugno 2018 a febbraio 2019. In questo arco di tempo a 49460 migranti è stata rifiutata qualsiasi richiesta di asilo, mentre 4806 sono stati rimpatriati o comunque allontanati dall’Italia. In totale vi sono 44654 persone prive di ogni protezione legale ma che comunque resteranno ancora sul territorio italiano. Da notare come nell’arco temporale preso in esame vengono esaminati anche alcuni mesi precedenti all’approvazione del decreto.

Secondo lo studio dell’Ispi, l’aumento degli irregolari, è il risultato dell’entrata a regime delle norma contenute nel decreto sicurezza. In particolare della cancellazione della protezione per motivi umanitari che veniva rilasciata nella situazioni in cui non vi erano i requisiti per concedere la status dell’asilo. La protezione umanitaria aveva durata biennale e dava la possibilità al migrante di accedere al mondo del lavoro oltre che alle prestazioni sociali. Poteva inoltre offrire accoglienza a chi era in condizione di bisogno e aveva dimostrato la volontà di integrarsi, pur privo dei requisiti per ottenere lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria.

Nel decreto, a sostituzione della protezione umanitaria, sono state inserite sei tipologie di provvedimenti ( vittime di tratta o di sfruttamento, violenza domestica, per cure mediche, per calamità nel paese d’origine, per atti di particolare valore civile) che sono di più breve durata e più difficili da ottenere e da dimostrare per il migrante che ne fa richiesta. Provvedimenti che, di fatto, hanno cambiato il mondo dell’accoglienza (nel 2017, sempre secondo l’Ispi, il 25% degli 81mila richiedenti asilo ha ricevuto la protezione umanitaria) a cui si va aggiungere lo smantellamento del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, lo Sprar: aumento della permanenza nei Cpr.

Con l’aumento degli irregolari, prodotti dal decreto sicurezza, aumentano i reati. Lo straniero senza documenti, che continua a vivere in Italia, è costretto a vivere alla giornata, di espedienti. Non potendo usufruire di un regolare contratto di lavoro (indipendentemente dalla forma contrattuale) è costretto ad alimentare il lavoro nero e l’economia illegale delle malavita organizzata. In defintiva, secondo i dati e lo studio dell’Ispi, il decreto sicurezza sta alimentando le irregolarità che si proponeva di debellare. Un effetto boomerang che si gioca tutto sulla pelle dei migranti, e sulle paure degli italiani.

Alessandro Corroppoli

Questo articolo è stato pubblicato qui

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