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Performance di Web Art di gruppo a L’Aquila

Ricostruzione, diritto di cittadinanza e occupazione tra scenari emotivi e sviluppo.

Erano in tanti domenica sulla piazza di San Bernardino dell’Aquila, riaperta dopo le ultime scosse, per accogliere un fiume di gente arrivata da ogni parte d’Italia.

Sulla scalinata i quadri nei laboratori di arte terapia hanno dato voce alle pietre. Parlano del cemento scadente, della memoria, dei sogni e delle speranze.

A fare accoglienza anche i ragazzi del centro diurno psichiatrico dell’Aquila e Frascati , Lucio, Pierluigi, Marietta, Stefania, Antonello, Giuseppe, Stefania, Lelio, Giancarlo, Pierpaolo e tanti altri. Ci raccontano del lavoro dell’ultimo anno fianco a fianco con il Dott. Alessandro Tamino, psichiatra ed arte terapeuta, presidente di Alias Network, che ci riferisce: “con la prima edizione del festival qualcosa è successo, anche dal punto di vista artistico. Oggi abbiamo visto tanta bellezza in una nuova forma d’arte collettiva, che ha alla base la partecipazione e la condivisione emozionale,che troverà un suo seguito in un laboratorio permanente e interattivo. Si tratta della Web Art Audiovisiva di gruppo, che sintetizza una costellazione di esperienze creative. In questa forma d’arte tutte le forme d’arte si incontrano, dalla scrittura alla musica, dalla danza alla pittura e al teatro, attraverso una forma espressiva che le contiene tutte, quella degli audiovisivi riversati su Wideogrammi”. In realtà in questo tipo di performance lo scopo principale non è la qualità estetica del prodotto finale, ma la condivisione emozionale dei partecipanti al processo creativo, divenendo una vera e propria terapia della comunità.

La manifestazione trova ispirazione nella poesia “Conversazione con una pietra” . A dirlo è il Prof. Armando Gnisci, docente di Critica Comparata presso l’Università La Sapienza di Roma: “Si riempie di significato nel testo della poetessa polacca Wisława Szymborska e in particolare nelle parole « Busso alla porta della pietra. Sono io, fammi entrare. (…) Non entrerai – dice la pietra. Ti manca il senso del partecipare. Nessun senso ti sostituirà quello del partecipare".

Della creatività dei vissuti che innescano le pietre ce ne parla il Dott. Marco D’Alema psichiatra e responsabile del DSM Di Frascati: “la psicoterapia, per raggiungere i massimi risultati, è importante che sia affiancata ad attività che inseriscano il paziente in un contesto relazionale di gruppo e che sviluppino capacità espressive di tipo artistico. E’ ciò che oggi accade a L’Aquila,quando a parlare sono le pietre, che esprimono una pluralità di significati possibili e sentimenti a volte contrapposti. Amarezza, pessimismo, senso di impotenza, da una parte , ma non la rassegnazione di una città che si raccoglie, e qui emerge l’aspetto positivo, nonostante la terra continui a tremare, in un restituendo al mondo un’immagine di speranza nel futuro”.

Un futuro possibile nel mondo della disabilità è per il Prof. Girolamo Digilio deve partire da proposte concrete, che prevedano la reintegrazione nel mondo del lavoro e una formazione adeguata alle nuove realtà che si affacciano nel villaggio globale.

Il tema del lavoro, accanto a quello importante dell’ abitazione e della salute mentale sono gli assi portanti per i percorsi di ripresa, nodi che emergono dalle parole del Dott. Alessandro Sirolli direttore del Centro Diurno psichiatrico dell’Aquila: “ la città ha bisogno , dopo il disastro del 6 aprile,di percorsi di ripresa in ricostruzione e lavoro. Sostenendo l’attività di Alias Network, la Provincia di Roma si è impegnata con L’Aquila per sostenere il progetto e creare borse lavoro e occupazione per i ragazzi del centro diurno. E’ sempre Sirolli a dire che l’iniziativa de “Le pietre parlano, le pietre rispondono” rappresenta un segno di speranza, perché è dalle pietre stesse che risorgerà la città. Nella ricostruzione dovremo fare i conti, certamente, con i temi legati all’energia, all’ambiente, allo sviluppo sostenibile,al diritto di cittadinanza quali volano di uno sviluppo socio-economico che troviamo proprio nella filosofia dei Alias Network, che mira inoltre a recupere pezzi di vita e di esistenza, senza dimenticare i legami culturali che fanno da collante agli affetti e alle relazioni che in quest’occasione si intrecciano al simbolismo della pietra.

Oggi a L’Aquila ha parlato anche una pietra preistorica, arrivata dalla lontana Etiopia. Ha più di un milione di anni, ce ne fa dono simbolicamente la Presidente dell’Associazione romana dell’Arte e degli Artisti: “La Coda Dell’occhio”. L’amidgala inizia la sua narrazione con le parole di Geoges Perec: « Vorrei che esistessero luoghi stabili, immobili, intangibili, mai toccati e quasi intoccabili, immutabili, radicati; luoghi che sarebbero punti di riferimento e di partenza, delle fonti ».

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