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Perché l’oro è considerato un bene rifugio?

Ancora oggi, a circa 6000 anni dalla sua scoperta, l’oro viene considerato il bene di rifugio per eccellenza. Eppure ne è passato di tempo da quando l’uomo cominciò ad estrarre l’oro nelle regioni in cui sorsero le prime civiltà antagonistiche, cioè nell'Africa settentrionale, in Mesopotamia, nella valle dell'Indo e nel Mediterraneo orientale. Nell'Antico Egitto o nella Roma imperiale l'oro veniva estratto con mezzi non molto diversi tra loro: picconi di pietra o di bronzo, e sempre da schiavi di stato, in quanto le miniere o i giacimenti alluvionali erano generalmente monopolio statale una certa quota delle quantità ricavate. Anche lo Stato romano arrivò ad affittare a privati appezzamenti sul fiume Po, dove si trovava oro alluvionale, ma le quantità erano talmente scarse che nessun imprenditore riuscì mai ad arricchirsi in maniera spropositata. Il "vero" oro lo Stato romano lo estraeva nelle miniere spagnole. Gli egiziani iniziarono a ricavare l'oro dai fiumi, ma passarono ben presto ai giacimenti primari del Sudan, dell'Etiopia, dello Zimbabwe arrivando a scavare fino a 100 metri di profondità e scoprendo vari metodi di estrazione, fusione e lavorazione, poi adottati da molte civiltà antiche.

Ma da cosa deriva l’oro? Gli esperti spiegano come la terra dia divisa in tre grandi strati: la crosta, il mantello e il nucleo. “I minerali che estraiamo e che supportano la nostra economia si trovano nella crosta”, affermano, ma fino ad oggi non ne conoscevamo l'origine per quanto la ricerca dell'oro abbia portato in passato a guerre, migrazioni e spedizioni speciali. Gli esperti ci vengono in soccorso spiegando come attraverso le eruzioni vulcaniche dal mantello risalgono alcuni frammenti, chiamati xenoliti, all'interno dei quali si trova proprio un sottile strato d'oro. Secondo gli scienziati in alcune aree del mantello si creano depositi di oro che col tempo sono risaliti fino alla crosta permettendoci di trovare questo metallo prezioso.

Il bene rifugio per eccellenza

Spiegate le origini è tempo di dedicarsi al presente. Oggi l’oro rappresenta insieme al dollaro uno degli asset fondamentali nel mondo della finanza al punto da instaurare una correlazione tra dollaro e oro. Il termine sta ad indicare la possibilità per i piccoli investitori di mettere al sicuro i propri risparmi. L’oro si identifica in quella tipologia di investimento di beni materiali che conservano nel tempo il proprio valore e garantiscono, quindi, una protezione in caso di inflazione, calamità, ribaltamenti politici, crisi economiche e finanziarie di vario genere. Più in generale, il bene rifugio è in grado di preservare l’investitore in caso di instabilità.

Storicamente l’oro interessava soprattutto dai risparmiatori in cerca di un bene sicuro per mettere al riparo i propri guadagni. Gli investitori invece tendevano a ignorarlo, poiché il possesso di oro, per quanto protratto nel tempo, non produce alcun interesse.

Oggi però la situazione è cambiata: in un periodo in cui molti titoli di Stato a 10 (o a 30) anni offrono rendimenti negativi, l’oro diventa molto più appetibile perché, seppure continui a non produrre rendimento, almeno non comporta alcuna spesa. In genere gli specialisti finanziari raccomandano di investire tra il 5 e il 10% delle proprie attività finanziarie nel metallo prezioso.

Tra le qualità che gli esperti attribuiscono all’oro, c’è quella di materiale anticiclico. Ciò significa che il suo valore aumenta nei momenti di maggiore turbolenza dei mercati o di grande volatilità. Inoltre, l’oro è un bene materiale, perciò in tempo di crisi è molto più ambìto rispetto agli strumenti finanziari che, privati del loro valore di mercato, non sono altro che pezzi di carta. 

Se si decide di acquistare direttamente oro, generalmente è meglio evitare di comprare il lingotto da un chilo, che costa più di 45 mila euro e può essere difficile da rivendere. Meglio optare per formati ridotti, tra i 5 e i 100 grammi, che hanno un mercato maggiore. In questo caso è importante seguire la quotazione dell’oro in tempo reale su pagine come questa https://www.borsainside.com/valute/quotazione-dollaro/.

Ma come si investe in oro? Esistono diversi modi per farlo. Acquistare un lingotto significa investire in oro fisico. Tuttavia, questa non rappresenta la migliore strategia qualora vogliate scommettere sulla commodity. Difatti, il trasporto e il deposito in cassetta bancaria, nonché un’eventuale assicurazione, hanno un costo da non sottovalutare.

La situazione non muta se prendiamo in esame altri approcci fisici come l’investire in monete d’oro o gioielli. Specialmente la redditività dell’ultima opzione viene assorbita dal margine di profitto del gioielliere, che potrebbe essere tale da neutralizzare il vostro potenziale guadagno.

È inoltre possibile investire in oro attraverso i CFD. I CFD sono strumenti derivati e, in quanto tali, subiscono oscillazioni di valore dipendenti dall’andamento di un sottostante, nel nostro caso specifico il future sull’oro: se la quotazione del future aumenta, salirà anche il CFD e, viceversa, se diminuisce, allora scenderà anche il prezzo del CFD. Gli ETF sono fondi diversificati che negli ultimi tempi hanno acquisito sempre maggiore popolarità tra gli investitori, grazie alle proprie caratteristiche e costi convenienti.

Il principale vantaggio degli ETF è l’efficace diversificazione dell’investimento, che permette di ridurne la rischiosità puntando su più titoli piuttosto che direttamente ed esclusivamente sull’oro.



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