• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Perché il Tar ha respinto il ricorso del Pdl. Il Governo del fare... i (...)

Perché il Tar ha respinto il ricorso del Pdl. Il Governo del fare... i pasticci

Dell’inghippo "lista Polverini" capisco qualcosa di più leggendo sui giornali varie dichiarazioni dei protagonisti della vicenda e dei principali commentatori

Non tutti i commenti dei quotidiani e dei telegiornali sono stati chiari. Occorre approfondire e studiare un po’ prima di venire bene a capo della vicenda.

Ma provo a dirvi le conclusioni alle quali sono arrivato.

Anche perchè se non le metto subito per iscritto... me le dimentico.

Perché il Tar ha respinto il ricorso del Pdl. Il Governo del fare... i pasticci

 
Provo a rispondere inanzitutto alla domanda che alcuni si pongono:

Perché il Tar del Lazio ha respinto il ricorso?

Risposta: Per due motivi.

Primo: Semplicemente il decreto "interpretativo" emanato dal Governo e firmato da Napolitano era interpretativo di una legge nazionale. Una legge però che non è applicabile al Lazio perché, a suo tempo, conformemente al dettato dell’articolo 117 della Costituzione, la Regione ha esercitato sulla materia la sua potestà legislativa.

Insomma il decreto che interpreta la legge nazionale non vale per il Lazio, come non vale per tutte le altre Regioni che già avessero provveduto a legiferare in materia come previsto dalla Costituzione.

Secondo: ma, dice il Tar, anche accettando di applicare la legge nazionale, non ci sono le condizioni per ritenere valida la presentazione delle liste. Non basta accertare, infatti, dice il Tar che i presentatori delle liste fossero all’interno della sede giudiziaria prevista. Occorre anche la prova che avessero con sé l’intera documentazione prevista. Prova che secondo il Tar manca.
 
(Emiliano Carli)

Aggiungo due considerazioni.
Non mie, appartengono a due persone che si sono espresse sempre in maniera equilibrata.

Il primo è Stefano Rodotà, il quale rileva "le contraddizioni di uno schieramento politico che, da una parte, celebra in ogni momento le virtù del federalismo, dall’altra, appena la convenienza politica lo consiglia non esita a buttarlo a mare, tornando alla pretesa del centro di disporre anche delle materie affidate alla competenza delle Regioni".

La seconda considerazione è di Carlo Azeglio Ciampi, il quale dice: "Sarebbe stato meglio rinviare semplicemente le elezioni. Ma per fare questo sarebbe stata necessaria una volontà politica che, palesemente, nella maggioranza è mancata. Ma soprattutto io credo che sarebbe stato necessario che il Governo riconoscesse pubblicamente di aver commesso un grave errore di fronte al Paese e al Parlamento.

Sarebbe bastato che se ne assumesse la responsabilità, chiedendo scusa agli elettori e agli eletti. Ma purtroppo la maggioranza, ancora una volta ha deciso di fuggire alle sue responsabiltà e forzare la mano".
 
(Emiliano Carli)
 
Insomma, la storia è semplice. La maggioranza commette un grande errore, da sola e senza che ci sia alcun inganno o tranello ordito alle sue spalle.

Dovrebbe chiedere scusa e porre il problema, arrivando ad una soluzione condivisa nel nome della democrazia e a salvaguardia del diritto di tutti i votanti.

Invece cosa fa? Cerca la forzatura e lo fa commettendo un altro errore.

Alla negligenza dei presentatori delle liste, si aggiunge l’imperizia dei consulenti giuridici.

Sfugge il fatto che ormai la vicenda non è più una questione giuridica da rappezzare in qualche modo, con il rischio di lasciarla in mano ai giudici.

E’ ormai una questione politica che riguarda l’intero paese e per la quale è giusto che la maggioranza - umilmente, visto che è lei ad avere sbagliato - cerchi con tutti una soluzione condivisa.

Ma riconoscere un errore e chiedere scusa non fanno parte del Dna del premier.

Meglio fare come al solito: dare la colpa agli altri anche dei propri errori.

Nel frattempo i laudatores del premier, quelli che lo approvano qualunque cosa dica o faccia, per tutto e per il contrario di tutto, hanno scatenato una campagna contro il formalismo giuridico, grande nemico del Governo del fare.

Fare pasticci naturalmente.
 
(Ringrazio Emiliano Carli che mi ha consentito di pubblicare su AgoraVox le due vignette che illustrano il testo, apparse su Il Riformista)

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares