• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > Patto criminale tra i vertici istituzionali: 38 indagati

Patto criminale tra i vertici istituzionali: 38 indagati

All'ombra del bunga bunga e delle allegre serate di Berlusconi, che affollano da settimane le prime pagine dei giornali, arriva l'ennesima inchiesta giudiziaria. 

I carabinieri del NOE hanno effettuato una retata tra i vertici istituzionali regionali e nazionali: Marta Di Gennaro, ex vice di Guido Bertolaso alla Protezione Civile; Corrado Catenacci, ex commissario all'emergenza rifiuti e attuale prefetto di Napoli; Antonio Bassolino, ex presidente della Regione Campania; Gianfranco Nappi, capo della segreteria politica di Bassolino ed ex parlamentare; L. N., ex assessore regionale all'ambiente; e inoltre tecnici, professori universitari, amministratori della struttura commissariale all'emergenza. L'accusa è di associazione per delinquere, truffa, falso ideologico in atti pubblici e reati ambientali per aver promosso lo sversamento illecito in mare di percolato (e rifiuti tossici?) prodotto dalle discariche campane mediante l'utilizzo dei depuratori costieri. In tutto sono 38 gli indagati, di cui 12 finiti dietro le sbarre o piantonati in casa agli arresti.

A chi è affidato realmente il controllo dei depuratori e degli scarichi fognari del golfo di Napoli, delle coste del Casertano e del Salernitano? Ne parlammo già un anno fa: il colore del mare lungo il litorale domitio-flegreo, l'improvviso spopolamento delle spiagge e i numerosi scarichi non trattati nella parte orientale della città e visibili perfino con Google Earth non lasciavano adito a dubbi; esiste un patto istituzionale che consente e promuove il loro utilizzo ai fini dello sversamento illecito di rifiuti in mare aperto. Ecco spiegato il perché delle condizioni critiche del mega depuratore di Cuma e di quello di Villa Literno, solo per citarne un paio. Un'opera di certosina distruzione delle bellezze ambientali napoletane e della sua provincia.

In Campania, fino a pochi anni fa, esistevano due cicli di smaltimento dei rifiuti paralleli: uno "istituzionale", gestito da Impregilo, l'altro criminale, gestito tuttora dai Casalesi e da altri clan. Quale dei due cicli sia stato gestito in maniera più illecita è un grattacapo non da poco per i magistrati inquirenti: l'operazione Rompiballe, di cui questa attuale inchiesta ne è la naturale prosecuzione, delinea con precisione le illiceità del ciclo di smaltimento regolare e le sue contiguità con quello camorristico.

Ma chi sono questi individui, i cui nomi sono comparsi più volte in altre inchieste giudiziarie?

Uno di questi è L. N., ex assessore regionale Udeur all'ambiente e indagato in inchieste che lo vedono protagonista di decine di assunzioni pilotate all'Arpac nell'ambito dell'operazione "Udeur connection".

L'ex vice di Guido Bertolaso, Marta Di Gennaro, già indagata precedentemente ed ora sottoposta nuovamente agli arresti domiciliari, è nota per le sue affermazioni saltate fuori nelle intercettazioni di qualche anno fa.

L'attuale prefetto di Napoli Corrado Catenacci ed ex commissario all'emergenza rifiuti, già indagato per presunti reati in connessione alla sua attività di commissario, è ora agli arresti domiciliari per via della nuova inchiesta. E' attuale capo della società SapNa, ente provinciale che dovrebbe gestire le discariche di tutta la provincia di Napoli e a cui è stata ultimamente demandata la gestione della discarica di Chiaiano per via dell'interdittiva antimafia che ha colpito l'Ibi, la società che nel 2009 vinse l'appalto della Protezione Civile in circostanze poco chiare. Suddetta discarica, militarizzata nel 2008 e sbandierata come "esempio di buona gestione e modello per tutta Italia" dai mass media, è ora sottoposta ad un'indagine della Procura per irregolarità che avrebbero provocato infiltrazioni di percolato nella falda.

L'ex presidente alla Regione Antonio Bassolino. Appena ieri dichiarava in un'intervista all'Espresso: "Sette napoletani su dieci mi rivorrebbero sindaco". L'ennesima tegola giudiziaria è caduta sul suo capo, come quando da commissario all'emergenza rifiuti firmava atti senza sapere cosa contenessero e di fatto consentiva all'Impregilo di piazzare milioni di balle sui terreni di proprietà dei Casalesi. Ed è proprio di questi giorni il ciclone che ha investito il suo candidato uscito vittorioso dalle primarie a sindaco di Napoli, il pupillo Cozzolino, già indagato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e finito nell'occhio del ciclone per via delle accuse di brogli fattegli da più parti e che hanno obbligato il segretario Pierluigi Bersani a commissariare il Pd campano.

Questo è il quadro di una situazione critica: con la discarica di Chiaiano in esaurimento e gli impianti Stir continuamente bloccati, Napoli ripiomba nel caos rifiuti. Questa mattina erano 450 le tonnellate di spazzatura a terra, ottomila in provincia. Entro lunedì bisognerà comunicare il sito della nuova discarica provinciale e la protesta monta a Quarto Flegreo, possibile sito designato dal presidente Luigi Cesaro e città limitrofa al quartiere napoletano di Pianura, territori devastati dagli sversamenti illeciti e dall'abusivismo edilizio post terremoto.

All'ombra dei bunga bunga si muove il sottobosco della malapolitica italiana. Quel sottobosco che, compatto, sostiene Silvio Berlusconi di fronte ad accuse di inaudita gravità. Una classe dirigente in tutto e per tutto simile se non peggiore di lui. E tra simili, si sa, ci si aiuta.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares