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Parroco nega comunione a bambino disabile

Da Porto Garibaldi, frazione a Comacchio in provincia di Ferrara, arriva il caso di un parroco che non ha dato la comunione ad un bambino perché disabile. La famiglia ha fatto frequentare il corso per la prima comunione al figlio, ma infine don Piergiorgio Zaghi non ha ammesso il ragazzino alla comunione dicendo che non era capace di intendere e volere. Il parroco aveva manifestato le sue perplessità alla famiglia fin dall’inizio, ma questa aveva insistito per far frequentare il corso. Durante la cerimonia, era presente assieme a tutti gli altri anche il bambino con disabilità, che però al momento clou non ha ricevuto l’ostia. La cosa ha indispettito altre famiglie presenti, che hanno scritto al parroco.

Il vicario della diocesi di Ferrara-Comacchio, monsignor Antonio Grandini, nega che ci sia stata discriminazione e parla di “caso montato dalla famiglia”. Lo stesso padre avrebbe “riconosciuto che il figlio è totalmente incapace di intendere e volere e quindi non in grado di distinguere tra un pezzo di pane e un’ostia”. Tra l’altro la coppia non è nemmeno sposata con matrimonio religioso, quindi non si poteva tentare l’escamotage della “comunione nella fede della famiglia” e si ripiegherà su un altro tipo di ritualità.

Nei mesi scorsi una situazione simile c’era stata in Gran Bretagna, nei confronti di un bambino affetto dalla sindrome di Down.

Questi avvenimenti suscitano alcune riflessioni. La prima è che molto, troppo spesso, i riti religiosi soprattutto cattolici vengono considerati momenti imprescindibili nella vita dei bambini, cui ci si adegua per conformismo e non per fede. E che a volte anche coppie non credenti o comunque non cattoliche persino pretendono, per non escludere i figli da occasioni che coinvolgono gli altri coetanei, o per adeguarsi alle proprie famiglie d’origine. L’altra è che i parroci si premurano di ricordare che per accedere a determinati sacramenti bisogna essere capaci di intendere e volere, ma non hanno nessun problema a battezzare neonati di pochi mesi. Va ricordato che il battesimo è un atto che ha conseguenze canoniche, in quanto ‘trasforma’ i bambini in sudditi della Chiesa cattolica.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.163) 11 aprile 2012 20:03

    nel Vangelo sta scrito che Gesù dice: " Non sono venuto per i sani ma per gli ammalati " si sà che il medico serve per gli ammalati, essendo la Comunione una medicina spirituale è adatta a tutti i tipi di malattia si quella materiale, che secondo me è sempre un riflesso di uno squilibrio spirituale, che quella spirituale. Negare la Comunione ad una creatura che non la usa per secondi fini, ad es. riti magici, secondo me è un insulto al Creatore.
    saluti
    federico longhin

  • Di (---.---.---.119) 14 aprile 2012 08:05

    D’ovè la verità?

    La comunione è un atto volontario del fedele di unirsi al Cristo.

    Tolta la volontà del bambino, che a quanto pare non in grado di intendere e volere, secondo le nostre considerazioni, non sarebbe una canonica comunione ma una imposizione.

    Va da se che la nostra logica è totalmente lontana da quella dei "piani superiori" motivo per cui possiamo solo immaginare, comunione o meno, della enorme importanza e dell’infinito amore che Dio riserva alla sua sfortunata creatura e che sicuramente sarà per Lui dimora spirituale preferita al di là di ogni nostra considerazione.

  • Di (---.---.---.13) 16 aprile 2012 19:40

    Questo articolo è una bufala.Occhi aperti alle notizie sensazionalistiche anticlericali.

    Giornalisti più seri spiegano come stanno veramente le cose.

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