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Parlamento UE pulito: dietrofront di Casini "iniziativa meritevole"

Rieccoci con un aggiornamento approfondito dell’iniziativa per un PARLAMENTO EUROPEO PULITO, lanciata su questo blog ormai un anno fa e che mira ad ottenere l?ineleggibilità dei condannati.

Per fare ciò chiediamo la modifica dell’Atto del 1976 riguardante l’elezione degli eurodeputati che spetta alla Commissione Affari costituzionali (AFCO) in cui tra i membri permanenti gli italiani sono tre: Carlo Casini (UDC/PPE), Potito Salatto (PDL/PPE) e Roberto Gualtieri (PD/S&D).

Parlamento UE pulito: dietrofront di Casini "iniziativa meritevole"

Al 6 Novembre scorso, data dell’ultimo aggiornamento dettagliato sullo stato dell’iniziativa, l’unico ad aver risposto, seppur in modo indiretto, era stato proprio il Presidente della Commissione AFCO Carlo Casini che come ricordete aveva scritto che la Commissione da lui presieduta non era in grado di proporre rimedi e non avrebbe di conseguenza dato alcun seguito alla petizione. Nel frattempo migliaia di persone hanno inviato e-mails e petizioni al Parlamento Europeo in sostegno a questa mobilitazione, Sonia Alfano (IDV/ALDE) è intervenuta in plenaria per sostenere la nostra battaglia e qualcosa sembra che cominci a muoversi tanto che qualche giorno fa, ho ricevuto una risposta dallo stesso Carlo Casini, collega di partito del condannato Cuffaro, che tornando sui suoi passi, mi ha scritto l’esigenza da voi rappresentata è meritevole di considerazione, e solleva delicati problemi [...] che la commissione che presiedo sta già esaminando”. Mi ha inoltre informato che l’europarlamentare Andrew Duff (ALDE) e gli altri membri della commissione AFCO, che sono stati informati della nostra proposta, terranno senz’ altro nella dovuta considerazione i nostri suggerimenti nell’ elaborazione della relazione sulla riforma dell’ Atto elettorale del 1976.

Prendo atto della retromarcia di Carlo Casini che smentisce le sue precedenti affermazioni e per cui ora sembra pacifico poter dar seguito e occuparsi di questa proposta che terremo d’occhio nelle prossime settimane affinché venga inserita come modifica all’Atto del 1976 e approvata.
Ma Casini non è stato l’unico a farsi sentire, segno che la nostra attività comincia a raccogliere i primi risultati. Un altro dei 3 europarlamentari italiani membri permanenti della Commissione AFCO, il D’Alemiano Roberto Gualtieri (PD/S&D) mi ha scritto lo scorso 17 Dicembre. Gualtieri si dice “pronto a verificare, anche con l’ausilio degli uffici giuridici del Parlamento la possibilità di inserire il principio dell’ineleggibilità dei condannati con sentenza definitiva.” e mi assicura che non mancherà di tenermi informato circa gli sviluppi del dibattito. Prima di congedarsi però si è lamentato del fatto di aver ricevuto “centinaia di mail del tutto identiche nel contenuto (il testo della petizione è ovviamente uguale per tutti Nda) che “ha come unico effetto di rendere più difficile l’utilizzo della posta elettronica e lo svolgimento del mio lavoro di parlamentare, configurandosi come una forma di spamming“. Inoltre, Gualtieri mi invita “ad un maggior rigore” nella mia campagna: “nell’immagine che compare nel suo sito infatti a fianco delle foto di alcuni deputati condannati vi sono anche quelle di due colleghi del Pd che condannati non sono. Ebbene, credo sia superfluo ricordarle che i principi elementari dello Stato di diritto prevedono la presunzione di innocenza fino a condanna definitiva, e che in nessun paese democratico del mondo sarebbe concepibile privare dei diritti politici un cittadino destinatario di un semplice avviso di garanzia.
Circa l’invio di e-mails: mi dispiace se gli hanno intasato la posta elettronica addirittura rendendo difficile il suo lavoro al Parlamento Europeo ma evidentemente a troppi cittadini proprio non va giù che dei pregiudicati siedano in una autorevole istituzione quale il Parlamento Europeo e che i propri rappresentanti non rispondano a questo problema neanche in Italia (si vedano le 350mila firme che giacciono nei cassetti del Senato italiano per la legge di iniziativa popolare Parlamento Pulito/Vday) Riguardo infine il suo invito ad un “maggior rigore” nella mia campagna per l’immagine presente sul mio blog desidero far presente che la stessa è intitolata “INDAGATI E CONDANNATI AL PARLAMENTO EUROPEO - 7° LEGISLATURA 2009-2014″ e vengono appunto rappresentanti politici indagati (in verde) e condannati (in rosso). Mi dispiace se la cosa disturba Roberto Gualtieri ma se il PD ha deciso di candidare queste due persone indagate poi bisogna anche assumersene le responsabilità, a maggior ragione se come scrive lo stesso Gualtieri, “i principi elementari dello Stato di diritto prevedono la presunzione di innocenza fino a condanna definitiva, e che in nessun paese democratico del mondo sarebbe concepibile privare dei diritti politici un cittadino destinatario di un semplice avviso di garanzia. ” Nessuno vuole farlo, tanto è vero che la nostra iniziativa è rivolta soltanto ai pregiudicati ma bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica e far presente che il pericolo è sempre dietro l’angolo se i partiti non fanno pulizia al proprio interno. In merito consiglio a Gualtieri di ascoltare cosa diceva Paolo Borsellino in occasione dell’incontro con i ragazzi di una scuola a Bassano del Grappa il 26 Gennaio 1989. Peccato solo che in qualsiasi altro Stato di diritto un politico si dimette immediatamente non appena viene a conoscenza di essere indagato. Basti vedere per ultimo a livello europeo il caso del portoghese Lopes Da Mota, ex Presidente di Eurojust, dimessosi dopo avere ricevuto quello che Gualtieri definirebbe “un semplice avviso di garanzia”. In Italia invece questo non solo non si dimette ma magari viene anche promosso con una bella candidatura al Parlamento.
Dal terzo membro della Commissione AFCO, l’ex democristiano Potito Salatto (PDL/PPE) invece silenzio assoluto, lo stesso Salatto che, come ricorda Sonia Alfano, durante la sua carriera politica “è stato indagato per abuso in atti d’ufficio, falso ideologico, truffa e concorso in evasione tributaria.”
Degli europarlamentari non presenti in Commissione dopo le tante e-mails ricevute si è fatta sentire anche Debora Serracchiani (PD/S&D) con un timido “farò presente il problema ai miei colleghi in commissione Afco“, degno di nota anche Gianni Pittella (PD/S&D) Vice Presidente del Parlamento Europeo che mi scrive “non mi sono dimenticato della questione che mi hai segnalato e ricordato. La ragione del ritardo nella risposta sta nel fatto che ho affidato l’approfondimento tecnico e giuridico della cosa alla dottoressa omissis grande esperta di materie giuridiche e che sta studiando una possibile formula da proporti.

Peccato però che intervistato qualche tempo dopo dai ragazzi di Qui Bari Libera (video in testa a questo post) ha affermato (min. 5.35) “non lo sapevo…ci sono condannati in via definitiva? sinceramente non lo sapevo e comunque se… io non lo sapevo questo fatto… posso accertare… però.. bisogna vedere la normativa… non so quale sia la normativa rispetto alla.. ai motivi di ineleggibilità, non so se l’essere condannati in via definitiva è un elemento di.. impeditivo della elezione… bisogna vedere la legge, una cosa è il buonsenso e una cosa è la leggeSalvatore Tatarella (PDL/PPE) dice che “non vanno votati” mentre Erminia Mazzoni (PDL/PPE) alla domanda se fosse a conoscenza della presenza di condannati in via definitiva tra i suoi colleghi risponde “non mi sono occupata… ci sono dei cittadini che li hanno votati” però dimentica che per prima cosa molti non sono a conoscenza delle loro condanne e poi se vogliamo dire tutta la verità ci sono anche dei cittadini che votano per amministrazioni comunali che poi vengono sciolte per infiltrazioni mafiose.
Anche dall’estero continuano ad arrivare adesioni, ultima quella dell’Europarlamentare socialista spagnolo Enrique Guerrero Salom (S&D) membro sostituto della Commissione AFCO.
Da notare che l’ineleggibilità dei condannati al Parlamento Europeo è stato anche uno dei punti principali del programma dell’IDV alle scorse elezioni europee quindi non ci dovremmo neanche essere noi qui a battagliare dato che tutti gli eurodeputati dell’Italia dei Valori, prendendo l’esempio di Sonia Alfano e Luigi De Magistris dovrebbero battersi per mantenere l’impegno preso con gli elettori in campagna elettorale.
Un cittadino condannato in Europa non ha, giustamente, alcuna possibilità di lavorare in un’amministrazione pubblica e spesso neanche presso un’azienda privata, né può adottare dei bambini o aprire un’attività commerciale. Un condannato non può lavorare neanche al Parlamento Europeo dato che al’atto dell’assunzione é richiesta la presentazione di un casellario giudiziario recente. Perché allora un politico condannato può andare ad occupare uno scranno al Parlamento Europeo?
Che la questione sia quanto mai urgente e seria lo confermano le cronache giudiziarie di questi ultimi tempi. Uno dei condannati attualmente al Parlamento Europeo, tal Vito Bonsignore (PDL/PPE) Vicepresidente del Gruppo del Partito Popolare Europeo all’Europarlamento, ex democristiano anche lui, condannato a 2 anni di carcere per tentata corruzione per l’appalto dell’ospedale d’Asti (ma di cui non ha scontato neanche un solo giorno, grazie alla sospensione condizionale della pena) è al centro di alcune intercettazioni disposte dalla Procura di Firenze nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo relativo agli appalti del G8/Protezione Civile.

«La mattina dell’11 marzo del 2009 - scrivono gli inquirenti - l’onorevole Verdini chiede a Fusi (Riccardo, della impresa Btp, ndr) di mettersi in contatto “Vito”». Alla Bpt, azienda protetta e sponsorizzata da Verdini, verranno poi promessi lavori nell’ambito del vertice del G8 della Maddalena e per l’anniversario del 150° anniversario dell’unità d’Italia. Ma chi è Vito? E’ l’imprenditore ed europarlamentare Vito Bonsignore, un tempo Dc ed ora approdato al Pdl. E Fusi segue il consiglio: «Siamo qua a lottare, mi avevano detto di darti uno squillo». Bonsignore: «Sì, sono a Strasburgo… ho una ipotesi che poi volevo discutere con te… domani che
rientro in Italia ti chiamo…
».Sospettano gli inquirenti: «Non è da escludere che i riferimenti all’onorevole Vito Bonsignore abbiano attinenza con l’esecuzione di alcune grandi opere riferibili al parlamentare europeo». Si tratta, forse, dell’aggiudicazione di gare milionarie per lavori stradali: il governo infatti sbloccherà una serie di fondi Cipe per opere in Sicilia e Lazio.

Infine c’è da segnalare un “cambio di status” per l’europarlamentare Antonello Antinoro (UDC/PPE) da indagato in Sicilia per voto di scambio è ora rinviato a giudizio

Prima di salutarvi desidero ringraziare Sonia Alfano per l’impegno con cui sta sostenendo questa iniziativa (sia con l’intervento in plenaria che con l’inserimento del banner sul suo blog), Beppe Grillo per la pubblicazione dell’iniziativa sulla “rete del grillo” , Luigi de Magistris per aver inserito il banner della campagna sul suo blog, la giornalista Rosaria Capacchione per il post sul suo blog, Serenetta Monti, Byoblu, e Newropeans.

Auguri di Buona Pasqua a tutti!

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