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Parigi: Rom sgomberati con l’aiuto dell’azienda dei trasporti pubblici

Mercoledì 31 agosto è stato sgomberato il campo abusivo di Rom di Saint-Denis a Parigi. Gli abitanti sono stati successivamente trasportati verso una banlieu parigina con un mezzo della Ratp, l'azienda dei trasporti. E a Parigi scoppia il caso.

Mercoledì 31 agosto 2011, a Parigi, è partito un altro treno. Infatti dei viaggiatori allibiti che si trovavano sulla linea della tramway T1 tra Saint-Denis et Bobigny (Seine-Saint-Denis) si sono trovati testimoni di un’operazione che Jean-Paul Huchon, presidente socialista dell’Ile-de-France, ha definito caratterizzata da “l’inhumanité et la brutalité”. La polizia, dopo lo sgombero del campo abusivo di Saint-Denis (Seine-Saint-Denis), ha obbligato circa centocinquanta Rom di origine bulgari e romeni a salire sul tram per essere trasportati dall'accampamento a una zona non precisata delle Banlieu parigine nel distretto di Seine-et-Marne. 

Il presidente della Ratp, azienda dei trasporti della regione parigina, Pierre Mongin, ha ammesso ieri, al microfono di Marina Cabiten per France Info, il coinvolgimento dell’azienda. La decisione sarebbe stata presa per far fronte a una situazione d’emergenza, non essendo stato avvertito dell'operazione delle forze dell'ordine, e per non creare disagi ai passeggeri della linea.
 
L'indignazione tuttavia è molta, da più parti si alzano voci di dissenso e Philipe Touze, a nome dell’unione Sud, ha voluto evocare un'immagine molto forte, dichiarandosi scandalizzato del fatto che la Ratp abbia permesso l’utilizzo di un suo mezzo per un’operazione di questo tipo, sottolineando come la Gare de Bobigny, in passato, fosse già stata oggetto di un’operazione simile: la deportazione di 22.000 ebrei al campo di Drancy. Il treno è entrato nell'immaginario collettivo, diventando uno dei simboli del genocidio, come in "Train de vie" dove si capovolge la funzione del mezzo, da traghettatore all'inferno dei campi di sterminio a vettore di libertà.

In tutta Europa sembra esistere “l’emergenza rom”, che lascia un margine d’azione pericoloso che rischia di minare i diritti umani. Se emergono notizie inquietanti sulla sterilizzazione delle donne rom in Slovacchia e sui metodi di sgombero delle autorità romane che "violano la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, la Convenzione internazionale per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, la Carta Sociale Europea riveduta e la Convenzione per i diritti dell’infanzia, nelle parti che riguardano i principi del rispetto della vita privata, della proibizione delle discriminazioni, della protezione della proprietà, del diritto della famiglia alla protezione economica, legale e sociale, del diritto di ogni individuo a un adeguato standard di vita e, infine, del diritto dei minori ad un equilibrato sviluppo fisico, mentale e morale", come si legge nella Lettera alle autorità di Roma dell'11 agosto 2011, il Consiglio d’Europa ha attivato già da tempo un comitato appositamente pensato per vigilare sui diritti di queste persone, contro gli abusi della polizia, sgomberi dei campi abusivi etc...
 
Se nella Lettera alle autorità di Roma dell'11 agosto appena trascorso si legge che la Corte Europea per i Diritti Umani ha evidenziato, nell'ambito del caso Moldovan v. Romania, come delle "inadequate housing conditions for the Roma coupled with racial discrimination constituted degrading treatment", si può ancora parlare semplicemente di uno stile di vita "diverso"? Oppure è necessario ripensare alla differenza che sussiste tra povertà e cultura, per non scambiare le cause con gli effetti? La delinquenza si crea non la si trova innata nel dna umano. Nonostante ci siano svariati progetti che provino a tamponare queste situazioni estreme, non sempre i tentativi che vengono fatti vanno a buon fine, per la complessità della realtà in cui si interviene. 
 
Intanto sulla tv nazionale italiana ha iniziato a girare la pubblicità progresso, lanciata l'8 luglio, in seno alla campagna di sensibilizzazione "DOSTA 2011" contro i pregiudizi e gli stereotipi verso i Sinti e i Rom, promossa dal Consiglio d'Europa e coordinata e finanziata in Italia dall'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) del Ministero per le Pari Opportunità
 

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.80) 5 settembre 2011 16:20
    Damiano Mazzotti

    Perchè non proviamo tutti a distinguere i Rom buoni da quelli cattivi? Esisteranno i Rom che delinquono, esatto? Vediamo di sistemare nel posto giusto quelli e forse dopo ci saranno meno problemi anche per gli altri... E magari i Rom buoni sarebbe ora che ci aiutassero a sistemare al posto giusto quelli cattivi...

  • Di (---.---.---.189) 6 settembre 2011 10:34

    Sono d’accordo con Damiano, non è mai stata una buona pratica generalizzare e io sono sicura che non tutte queste persone sono delinquenti pericolosi, pertanto bisogna studiare altre misure più giuste e effettive. I diritti umano devono essere rispettati e non so finché punto sia lecita l’attuazione dei responsabili politici di Parigi con questo comportamento. Mi sembra molto esagerato, sinceramente.

  • Di (---.---.---.189) 6 settembre 2011 10:34

    Sono d’accordo con Damiano, non è mai stata una buona pratica generalizzare e io sono sicura che non tutte queste persone sono delinquenti pericolosi, pertanto bisogna studiare altre misure più giuste e effettive. I diritti umano devono essere rispettati e non so finché punto sia lecita l’attuazione dei responsabili politici di Parigi con questo comportamento. Mi sembra molto esagerato, sinceramente. Sara di ortodonzia invisibile.

  • Di (---.---.---.60) 13 dicembre 2011 17:22

    La verita è che non si puo generalizzare ,certamente cisono delle persone Rom che sbagliano y che comettono reati ma ci sono delle brave persone che vogliono vivere in pace e che vogliono un futuro migliore per se stessi cosi come per la loro famiglie.Purtroppo ho visto qualche dichiarazzione de qualcun politico incentivando a questo genere di atti,speriamo che questo non accada qui in Italia. cessione del quinto

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