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 Home page > Tribuna Libera > Padre Livio: "Noi le riforme facciamo finta di farle"

Padre Livio: "Noi le riforme facciamo finta di farle"

 
"La Spagna le riforme le ha fatte per davvero, è stato difficile, ma ora piano piano comincia a riprendersi... Il vero problema è che noi le riforme facciamo solo finta di farle...", così Padre Livio Fanzaga, nel suo commento alla stampa dopo il rosario di mezzanotte di sabato.
 
L'essenza della questione delle riforme è stata centrata appieno, seppure con la a lui usuale grettezza, ma con chiarezza lampante, ormai qualche tempo addietro da Beppe Grillo: "Le riforme della Merkel... Ma le ha mica fatte la Merkel, le ha fatte Schroeder, e sono questo: tu prendi un posto di lavoro per dire da 6.000 Euro e dividi il lavoro e le ore lavorative in tre posti da 2.000 Euro... Bravissimi! Ma così non si è mica creato un solo posto di lavoro in più..." Sostanzialmente coincidenti anche se tecnicamente più dettagliate e politicamente più articolate quelle della Camusso e di Landini.
 
L'osservazione è purtroppo vera. Il fatto è che "un posto di lavoro vero" non è un posto di lavoro creato tanto per dare uno stipendio a qualcuno, bensì un posto di lavoro che produca adeguatamente e si mantenga con quanto produce, il che attualmente è assai difficile visto l'affacciarsi sulla scena di diversi importanti produttori, non solo la Cina ormai prima economia del pianeta, ma anche India, Indocina, Paesi del centro e sud America. Inoltre, creare un nuovo posto di lavoro significa prima ampliare o costruire una nuova fabbrica o industria o azienda e questo richiede degli anni. Conscio di questo Schroeder ha puntato ad un'opzione immediatamente attuabile, quella della riduzione della sperequazione ovvero della maggior equità: la ridistribuzione di ciò che effettivamente è disponibile.
 
La riforma di Schroeder, conosciuta come politica della Merkel, non è costata sacrifici solo alla Grecia, al Portogallo o alla Spagna, ma alla stessa Germania. Tuttavia è grazie ad essa che anche nella stessa Germania a fronte di un incremento solo ridotto della produttività si è potuto avere una riduzione ben più cospicua della disoccupazione ed addirittura delle nuove assunzioni. Il fatto che proprio in Italia si riscontri la più forte avversione alle riforme trova un parallelismo ed un riscontro nel dato di fatto che è l'Italia ormai il Paese dalla più alta sperequazione. Due dati soli: il consigliere di Obama guadagna 136.000 dollari, quello di Renzi 163.000 Euro; sempre da noi, oltre il 70% della ricchezza è detenuto da meno del 10% della popolazione. Insomma si capisce perché per noi le riforme siano una spina nell'occhio: colpiscono la Vera questione italiana.
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.153) 16 dicembre 2014 08:43

    MA DI QUALI RIFORME SI STA PARLANDO?

    Mai parola più vuota e menzognera è stata ripetuta con ossessione da dieci anni a questa parte. "Servono riforme", "Avanti con le riforme", "Buone le riforme". Svegliatevi tutti: queste parole vuote servono solo a definire la distruzione del nostro paese, senza dirlo apertamente. L’obbiettivo è prendersi quello che resta del risparmio privato, poiché non è rimasto niente altro. Queste sono le riforme: cancellare la democrazia, eliminare tutti i diritti, spremerci come limoni. Pensateci, allocchi.

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