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P4: L’Italia nello scacchiere di Bisignani

Continuano gli interrogatori per Luigi Bisignani. La procura di Napoli vaglia le innumerevoli intercettazioni telefoniche che fanno temere un cataclisma sulla politica italiana.

 

Si è recato a profilo basso verso il palazzo di giustizia di Napoli dove è stato interrogato. Luigi Bisignani, considerato l’attuale e più influente tra i lobbysti del sistema Italia, ha dovuto rispondere alle accuse di favoreggiamento mosse dai pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio. Negli atti del gip di Napoli, Luigi Giordano, non sono stati riscontrati indizi per l’associazione a delinquere. Attualmente agli arresti domiciliari, il detenuto si è dichiarato un dirigente d’azienda nonché personaggio dalle innate capacità relazionali. Vive a Roma da circa 40 anni e si dice di formazione andreottiana.

L’ufficio di Bisignani annovera conoscenze molto importanti in quello che può definirsi lo “scacchiere” strategico nazionale. Come è emerso da molte intercettazioni rilevate dai pm, la sua agenda presenta contatti con servizi segreti, deputati, direttori generali, giornalisti, manager influenti e magistrati oltre al dialogo sempre aperto con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e con gli uomini di governo.

Il nuovo "massone" ascoltava e registrava informazioni sulle inchieste giudiziarie che gli venivano fornite dal deputato del Pdl ed ex magistrato Alfonso Papa nei cui confronti la Procura ha chiesto la custodia cautelare in carcere. Richiesta che nelle ultime ore ha nuovamente scosso il parlamento sul tema delle intercettazioni telefoniche. Attraverso Papa e altri infiltrati si anticipavano le inchieste delle principali procure italiane nei confronti di suoi “amici”, manager o uomini politici. Dalle documentazioni sul caso, emerge un modo di operare molto simile a quello pensato da Licio Gelli e dalla P2. Secondo le inquietanti dichiarazioni di Woodcock e Curcio, tutto si traduceva in 4 punti cardine: << prendersi indebitamente le informazioni, intimidire i sospettati, ipnotizzare le mosse degli stessi per poi schiacciarli nella morsa dei favori >>. Un sistema che assomiglia alle mosse criminose proprie di una mafia che travolge ogni avversario o complice. Dopo un anno di indagini ed intercettazioni, i due pm si dicono increduli di fronte alla lista di racconti delle vittime entrate in questo stato di soggezione al potere.

Il sistema, oleato e sporco, aveva già funzionato in alcuni casi di grossa portata istituzionale e nazionale. Attraverso i suoi uomini, Bisignani, sarebbe stato in grado di condizionare e determinare le nomine di alcune importanti aziende pubbliche come ad esempio l’Eni. Vi era un contatto diretto con alcuni dirigenti dei servizi segreti tra cui due nomi di spicco sarebbero Pio Pompa e Nicolò Pollari. Sull’informazione delle reti pubbliche e private era esercitata la grande influenza dello “scacchista” per la circolazione di “veline” o la decisione delle nomine. I magistrati hanno dunque scattato una fotografia panoramica che secondo le dichiarazioni <<rendono Luigi Bisignani un personaggio dalle indubbie capacità di condizionamento degli organi, enti ed istituzioni che svolgono un ruolo centrale nella vita di uno stato democratico>>. La centralità della nuova loggia, sempre secondo Woodcock e Curcio, è stata improntata sul "mercato parallelo delle informazioni riservate". Grazie a questo e chissà quanto altro si scoprirà nei prossimi giorni, i lobbysti si sono tramutati in “mercanti a nero” influenzando il corretto funzionamento di un paese che a quanto pare per alcuni è solo una grossa partita a scacchi.

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