• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

Home page > Tempo Libero > Cinema > One on One – tutta la violenza di Kim Ki-duk

One on One – tutta la violenza di Kim Ki-duk

Non si salva nessuno in One On One! Ma proprio nessuno. Non perchè finisca con una strage generale, ma perchè è evidente che nel film di Kim Ki-duk sono tutti sporchi e cattivi. Un film senza buoni (ogni tanto capita ed è una buona cosa).

one-on-one

È un film di vendetta? Un film di violenza estrema e gratuita? Forse tutte e due le cose, forse nessuna delle due (io ancora non ho deciso per quale delle due ipotesi propendere).

Si comincia con l’omicidio, duro, atroce, di una ragazza. Così, senza introduzione, senza nulla da sapere, senza conoscerne motivi e sensazioni. Poi ci si tuffa nel cuore del film, in cui un gruppo di sei persone, cinque uomini e una donna, rapiscono degli sventurati, li chiudono in una sorta di bunker e qui li sottopongono alle peggiori torture per costringerli a confessare. Cosa? Non ve lo dico. Non è impossibile intuirlo ma è bene che venga fuori con calma nel corso del film.

Ogni volta il gruppo si traveste per copiere il blitz. Reparti speciali dell’esercito, gangster, servizi segreti, roba anche più assurda. Ed ogni volta inventano nuove terribili torture.

one_on_one_kim-ki-duk

Poi però capita che alcuni dei torturatori cominciano a sentirsi un po’ in colpa, non sopportino più la violenza che stanno compiendo e le cose si complicano.

C’è un sacco da riflettere. Non sulla violenza, che non è più o meno di quella che si vede in cento altri film, ma sulle menti dei protagonisti. Sulla consapevolezza, sull’obbedienza, sulla rivolta, sulla libertà, sulla giustizia, su un sacco di cose, insomma.

L’unica cosa certa è che Kim Ki-duk non salva nessuno. Non c’è perdono. Vittime e carnefici si scambiano, si mischiano, sono tutti ugualmente colpevoli e per nessuno di loro c’è la benchè minima speranza di salvezza.

E dire che nel corso della vicenda non manca di presentarci le vite dei personaggi, di farci conoscere brandelli della loro vita. Storie di uomini sconfitti, o al limite fintamente vittoriosi.

Oh… il doppiaggio italiano è inascoltabile a tratti.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità