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Oltre 350.000 cristiani braccati dall’ISIS: appello di Mons. Sako e del Papa

Non cessano le notizie dell'orrore circa l'ISIS, il nuovo califfato del terrore la cui istituzione e costruzione costa l'annientamento di tutti coloro i quali sono considerati "not self", ovvero diversi. E' una tragedia umana di dimensioni sconcertanti riguardante circa 15 milioni di persone, tra Siria ed Iraq. Tutto ciò che è ideologicamente, cultualmente, religiosamente e culturalmente diverso è votato allo sterminio.
 
L'esempio più tristemente recente, quello della completa distruzione del tempio in cui riposavano i resti del profeta Giona, venerato sia dai cristiani che dagli sciiti. Profanato, polverizzato e bruciato, sorte toccata a tutti gl'altri templi sia sciiti che cristiani che di qualsiasi altra minoranza religiosa o culturale. Oltre 1.500 i manoscritti antichissimi bruciati. Assassinati e cacciati tutti gli "impuri", le donne violentate e vendute per schiave, depredati i loro averi: il Corano come il Blut und boden o il Mein kampf. Così in nome della purezza - è ai "puri" che dio (come il destino per i nazisti) ha dato in eredità la terra - è conquistata Qaraqosh e le località vicine, Tal Kayf, Bartella e Karamlesh, in cui risiede la maggioranza dei cristaini della zona, ora in fuga nel deserto. Solo nel Nord dell'Iraq sono oltre 100.000 i cristiani sfollati, senz'acqua né viveri. In 40.000 sono rifugiati sul monte Sinjar e si sta valutando la possibilità di lanci di acqua, cibo e medicine.
 
Mons. Louis Sako, patriarca cristiano dei Caldei di Babilonia, parla apertamente di disastro umanitario: "Le chiese sono occupate, le croci sono state tolte. Ci sono 100.000 profughi cristiani che sono fuggiti con nient’altro che i loro vestiti addosso, alcuni a piedi, per raggiungere la regione del Kurdistan". "Il Papa - ha detto il portavoce del Vaticano, padre Lombardi - segue con viva preoccupazione le drammatiche notizie che giungono dal nord dell’Iraq e interessano popolazioni inermi. Particolarmente colpite sono le Comunità cristiane: è un popolo in fuga - ha detto Lombardi - dai propri villaggi a causa della violenza che in questi giorni sta imperversando e sconvolgendo la regione".
 
Per le altre confessioni religiose, specie gli sciiti - i più numerosi - le cose non stanno purtroppo diversamente ed anche qui le cifre numeriche sono di grandi dimensioni, basti ricordare l'oltre 1 milione e mezzo di fuggiti da Baghdad appena agl'inizi dell'estate. Insomma una situazione gravissima per la quale - secondo il New York Times - il Presidente Obama starebbe valutando l'intervento aereo. 
 
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