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Oleodotto in Nord Dakota, si fermano i lavori. Una grande vittoria negli Usa

La notizia è arrivata in Italia ieri sera: il Genio militare degli Usa ha annunciato il blocco della costruzione dell’oleodotto del Nord Dakota, il cui tracciato sarebbe passato sotto il fiume Missouri e nei pressi della riserva sioux di Standing Rock.

 

Si tratta di una grande vittoria per le popolazioni native che lottano per proteggere le acque e i loro diritti.

Ha prevalso il principio, sancito chiaramente dal diritto internazionale, che le comunità native devono partecipare pienamente ai processi decisionali riguardanti i loro diritti e il governo deve chiedere il loro consenso libero, informato e preventivo prima che si avviino grandi progetti infrastrutturali. Esattamente quello che non è accaduto con l’oleodotto del Nord Dakota.

Le voci delle comunità native, sempre più attive in tutto il continente americano, non devono essere ignorate quando le risorse naturali sono in pericolo.

Negli ultimi mesi Amnesty International aveva inviato quattro successive delegazioni di osservatori per controllare il comportamento sempre più aggressivo delle forze di polizia nei confronti delle proteste (cui avevano preso parte tanti veterani di guerra) e aveva chiesto la sospensione dei lavori fino a quando le comunità native non avessero dato il loro consenso libero, informato e preventivo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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