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Oggi in Italia è difficile difendere la democrazia

Oggi in Italia è difficile difendere la democrazia

Oggi in Italia è difficile fare una cosa molto facile: difendere la democrazia. E’ difficile puntare i piedi per difendere la scuola e la sanità pubblica, è difficile difendere l’operato della magistratura e in generale il rispetto delle leggi, è difficile difendere il diritto al lavoro e alla casa. Eppure affrontare questa difficoltà sta diventando impresa titanica, ma in un certo senso anche inutile e forse dannosa. Il primo motivo è che la deriva autoritaria sta distruggendo tutto ciò che è stato conquistato in decenni di lotte, prima contro il regime fascista e poi contro il regime democristiano. Ma soprattutto perché questa difficile lotta per la democrazia ci sta facendo dimenticare che per molti di noi la scuola deve essere trasformata profondamente e a prescindere dal fatto che sia pubblica o privata. La scuola con i suoi banchi tutti uguali e tutti più piccoli della cattedra è maestra di autorità sia quando è pubblica che quando è privata. Che la salute dell’individuo non è tutelata solo nel momento della malattia o in punto di morte da immensi ospedali (dove è favorito il contagio alla cura), centri di potere e di privilegio, ma con la prevenzione, l’alimentazione, la cura dell’ambiente, i presidi territoriali, il benessere psicofisico, il riposo. Che le galere e i tribunali piuttosto che sollecitare gli individui al rispetto per i propri simili sono fabbriche di gerarchia e di violenza. Che prima del lavoro l’individuo ha il diritto di non lavorare e che soprattutto oggi difendere il lavoro significa spesso difendere una sovrapproduzione che sta distruggendo la vita sul pianeta. Che la casa è un diritto, ma questo diritto sacrosanto non ci può condurre a una difesa totale e sconsiderata della proprietà privata fino a pensare un pianeta dove tutto è sotto l’autorità di qualcuno, che ogni oggetto abbia un padrone, sia esso pubblico che privato.

Dunque oggi in Italia è difficile difendere la democrazia. E’ difficile perché è svuotata dal comportamento di chi governa (dal governo centrale ai più disparati e piccoli centri di potere) e perché piuttosto che difenderla come è, dovremmo cambiarla. Il problema è che non ci stiamo più battendo per migliorare la vita, ma per peggiorarcela nella maniera migliore. Nel caso potessi scegliere, preferiresti un lager di stato col boia pagato dalla collettività o un villaggio attrezzato di proprietà delle multinazionali dello sterminio?

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