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Oggetti di reato di Patricia Cornwell

Sono entrato in contatto col mondo di Patricia Cornwell con colpevole ritardo e grazie ad un acquisto in blocco di una decina dei suoi romanzi. Oggetti di reato è il primo della fila ed è quindi il mio primo incontro con la dottoressa Kay Scarpetta.

In questa avventura il capo medico legale che non si limita ad analizzare i cadaveri ma si lancia in appassionate e appassionanti indagini, è impegnata con un doppio omicidio di scrittori. Prima viene assassinata una giovane scrittrice molto conosciuta e poi viene trovato morto anche il suo mentore, che l’aveva lanciata e protetta.

Da questo spunto nasce ovviamente tutto l’intreccio, con la Scarpetta che indaga, approfondisce, rischia di suo e finisce per trovarsi invischiata in una storia che parte da molto lontano nel tempo.

Scopro così che lo stile della Cornwell è quello classico dei giallisti, anzi per essere più precisi è molto più vicino alla struttura del noir classico americano, con l’indagatore che racconta in prima persona ed ha una storia alle spalle per lo più sfigata, senza amore o con un amore passato che ha lasciato segni indelebili nella vita del protagonista.
E sulla stessa linea viaggia anche la narrazione, con lunghe e dettagliate descrizioni, particolareggiati dettagli che servono a farci entrare sempre più nel mondo del protagonista, a farci immedesimare in lui, ad avvicinarcelo il più possibile.

Le differenze che caratterizzano la Cornwell sono sostanzialmente due. Intanto ovviamente che la protagonista è una donna e poi l’attenzione, che però non è maniacale, alla parte medica dell’inchiesta, più ampia del solito sebbene non dettagliata come ci si potrebbe aspettare.

La vicenda viaggia bene, l’intreccio regge, il lettore rimane inevitabilmente legato alla pagina per sapere come andrà a finire. I colpi di scena non mancano e si arriva di filato alla soluzione del giallo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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