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USA, le guerre non vinte

La fiction cinematografica ci ha abituati a vedere gli eserciti Usa uscire vincitori da ogni conflitto. L’idea che molti si sono fatti è quella di una sorta d’invincibilità quasi dovuta alla prima grande potenza militare del Pianeta.

Tuttavia, a ben guardare la realtà storica, non è difficile accorgersi che gli Usa hanno perduto o vinto a metà tutte le guerre intraprese dopo il secondo conflitto mondiale.

Negli ultimi 70 anni, infatti, si è andati dalla mezza sconfitta di Corea (1953) a quella totale e umiliante del Vietnam (1975), seguita dalle mezze vittorie (o mezze sconfitte?) dell’Afghanistan, dell’Iraq, della Somalia, della Libia, ecc.

Insomma, a parte qualche colpo di stato in giro per il terzo mondo, con particolare propensione verso l’America latina, e la “gloriosa” occupazione dell’isoletta di Grenada, il pedigree della costosa macchina da guerra Usa non è poi molto esaltante.

D’altra parte, l’alta percentuale di suicidi tra i veterani è una clamorosa conferma della sconfitta, morale e politica, della crudele iniquità di queste guerre. Rispetto e ammiro il popolo statunitense che ha dato all’umanità un grande contributo nei campi della ricerca scientifica e tecnologica. Perciò, gli auguro che i tanti “insuccessi” militari inducano i suoi governanti a lavorare per la pace e non più per la guerra.

L’egemonia globale è pura follia.

 

Foto: USArmy/Flickr

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