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 Home page > Attualità > Politica > Non sembra, ma ti sto fregando. Parola di B

Non sembra, ma ti sto fregando. Parola di B

L'atteggiamento è quello di un ordinario furfante. Si nasconde nel buio, aspetta la preda nell’ombra. Poi, appena questa entra nel suo raggio d’azione, prende un oggetto e lo scaglia lontano. Il rumore sorprende la vittima, che si volta da quella parte. A quel punto, il furfante esce allo scoperto e la prende alle spalle. Se il delitto riesce, allora il diversivo più scemo del mondo ha funzionato.

Non sembra, ma Berlusconi, ancora una volta, ci sta fregando. Si dirà, lo fa da sempre, ma questa volta la sua strategia è davvero un capolavoro di furbizia, fortuna e sfacciataggine. Mentre tutti gli occhi sono puntati sulla guerra in Libia e sul disastro nucleare giapponese, il piazzista del Consiglio continua, oggi più di ieri, a tessere le sue trame all’interno del Palazzo. Vediamo allora di mettere da parte Gheddafi e i ribelli e cerchiamo di ricostruire il grande bluff che B. ci sta riservando.

È da parecchio tempo, oramai, che si continua a parlare di questa riforma “epocale” della giustizia. Per quanto la sua approvazione sarebbe un disastro irreversibile, anche ai più acerrimi detrattori di B. non sono sfuggite alcune curiose incoerenze. Partendo dal presupposto che qualsiasi legge su cui B. si spende anima e corpo non partorisce da un mero spirito democratico quanto dall’impellente esigenza del suo personale tornaconto, non ci sono molte garanzie che la megariforma della giustizia vada in porto. Perché è una legge costituzionale, il cui passaggio si misura in tempi tanto lunghi da non assolvere alla necessità di una rapida fuga dai processi che lo incalzano. In più, non godendo in Parlamento dei due terzi della maggioranza necessari alla sua approvazione, si prospetta un probabile ricorso al referendum costituzionale. E B., visto anche l'andamento dei sondaggi, nutre il forte dubbio che i cittadini, quella riforma, gliela possano stracciare in mille pezzi. Insomma, è una pistola scarica, ma pur sempre una pistola.

Ma, al di là di questo, è il tempo ciò che manca al piazzista arcoriano. Il Processo Mills, quello più temuto, infatti è ripreso. E sta per arrivare al capolinea. In questo senso, la riforma della giustizia risulta per nulla incisiva. Ma vale la pena alzare il polverone, e spostare l’attenzione. Perché l’obiettivo di B. è un altro. La prescrizione. La commissione Giustizia alla Camera ha infatti approvato l’emendamento sul processo breve redatto da Maurizio Paniz - per intenderci, quel genio che, violentando la dignità del Parlamento, ha parlato a nome della maggioranza asserendo che B. fosse davvero convinto della parentela di Ruby con Mubarak. Tale emendamento prevede la riduzione dei tempi di prescrizione per i processi agli incensurati con più di 65 anni. Se la norma venisse approvata dall’aula, il processo Mills, invece di essere prescritto a febbraio 2012, sarà prescritto a maggio di questo anno. Il tempo necessario a celebrare una sola udienza. Quindi, impunità per B.

Ma non finisce qua. Sappiamo benissimo quanto la maggioranza alla Camera dei Deputati sia risicata, e financo il gruppo dei Responsabili ha fatto sapere che valuterà caso per caso se approvare o meno le leggi proposte dal governo. A meno che non vengano date risposte concrete alle loro istanze. Detto fatto. Da poche ore il nuovo ministro all’Agricoltura è Saverio Romano, un Responsabile così responsabile da essere indagato per corruzione aggravata da favoreggiamento alla mafia. Sembra insomma che le istanze abbiano ricevuto la tanto attesa risposta.

Siamo al rush finale. Ha certamente suscitato un po’ di sorpresa la tranquillità con la quale il buffoncello del Consiglio ha dato il suo placet affinché le udienze per il caso Mills riprendessero. Quasi sembrava esprimere un sincero rammarico per le sue assenze che, per quanto giustificate da impegni istituzionali, non hanno cagionato un ricorso al legittimo impedimento. Eravamo abituati a ben altre uscite di B., quando lanciava i suoi improperi e le sue contumelie contro i magistrati mangiabambini, quando avanzava il legittimo impedimento anche andare al bagno. C’era tuttavia da aspettarselo che, nell’ombra e nel silenzio, stesse architettando la sua manovra diversiva. Ha profuso tutti i suoi sforzi nella riforma della Giustizia e la “fortuna” (per lui, per il mondo intero è una sfortuna) lo ha catapultato nel pieno dello tsunami giapponese e della guerra nella Libia dirimpettaia.

E allora va bene allora interessarci della vicenda giapponese o di quella in casa Gheddafi. A patto che, quando rientriamo in casa nostra, la prima cosa che facciamo sia accendere la luce.

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