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No Tav: la Cina e la Torino-Lione, il miraggio del Governo italiano

di Movimenti No TAV 

La vicinanza delle poltrone è stata indicato dai media italiani come un annuncio di “grande attenzione della Cina all’Italia”, una sorta di annuncio di prossimi investimenti cinesi in Italia. (Fonte http://www.ansa.it/sito/ notizie/mondo/2017/05/14/ gentiloni-e-la-moglie-accanto- coppia-xi_08906633-d332-43dd- b06b-8162a7ce97aa.html)

In tempi di vacche magre, Gentiloni e Delrio sognano di certo che la Cina accorra in soccorso dell’Italia con copiosi investimenti infrastrutturali e magari adotti la Torino-Lione che, secondo l’Unione Europea e il Governo italiano, sarebbe l’anello mancante ai collegamenti ferroviari, economici e sociali tra l’Oriente e l’Occidente! Chiamparino direbbe: Esageruma nen! e per una volta saremmo d’accordo con lui.

A proposito di Via della Seta ricordiamo che nel 2012 era nato il Progetto MIR un’iniziativa russo-italiana del valore di €1315,6 miliardi per la creazione di una “Nuova Via Ferroviaria della Seta” (http://mir-initiative.com/ – http://silkroad-forum.com/) sostenuta dall’ex sindaco di Torino Piero Fassino e da Mario Virano di TELT – che proprio per questo progetto ha ricevuto il 13 aprile scorso a Ginevra il premio del Carretto d’Oro per “il suo contributo al grande collegamento ferroviario ad alta velocità tra le principali città europee con la Russia e il Medio Oriente fino a Pechino.” (Fonte https://www.ferpress.it/ golden-chariot-award-a- ginevra-mario-virano-ritira- il-premio-per-il-forum-delle- citta-della-via-della-seta/

Consigliamo a questo proposito di visitare questa pagina http://mir-initiative.com/ silk-metro/ per verificare la super velocità dei treni della ditta MIR/Fassino/Virano (ad es. Torino/Mosca 7 ore per 7586 km alla media di 370 km/h).

Ma quale relazione esiste tra il progetto della Torino-Lione e la nuova Via della Seta – OBOR? Nessuna

Appare invece chiaro che la vera natura di questa “Via della Seta” è geopolitica ed ha l’obiettivo indiretto di ridurre l’importanza degli USA negli scambi mondiali (gli USA non partecipano al Forum OBOR del 14-15 maggio a Pechino) e per cambiare il baricentro del potere mondiale.

In queste ultime settimane i media nazionali ed internazionali hanno dato spazio alla “falsa” alternativa dell’uso del treno al posto delle navi sulla rotta Oriente-Occidente e fatto credere che “La nuova Via della Seta” fosse un progetto di trasporto ferroviario al posto dei cammelli del passato.

Ma la questione dei trasporti ferroviari al posto delle navi è solo una boutade pubblicitaria che è stata colta al volo da Delrio, Virano-TELT, Fassino & C. per sostenere la quotazione dell’investimento della loro vita, la Grande Opera Inutile e Imposta Torino-Lione.

E’ noto che la spedizione via mare è il sistema più efficiente di trasporto su lunga distanza (fonte http://www.worldshipping.org/ pdf/liner_shipping_carbon_ emissions_policy_presentation. pdf).

Sul trasporto ferroviario su lunghissima distanza è stato scritto un argomentato articolo, tradotto in italiano Un treno che sbuffando sulla linea “One Belt, One Road” non arriva da nessuna parte qui pubblicato: http://www.presidioeuropa.net/ blog/?p=12058

Appare chiaro agli esperti che il transito di merci sotto le Alpi italo-francesi con un tunnel ferroviario di 57 km è totalmente fuori dalle prevalenti rotte mercantili e soprattutto non serve alle merci che, provenienti dall’Oriente, si dirigono via il canale di Suez in Europa giungendo nei porti del Pireo, di proprietà cinese, e in quelli del nord dell’Adriatico (in Italia: Marghera, Ravenna, Trieste, Koper in Slovenia e Rijeka in Croazia), per quindi proseguire verso i porti del nord Europa (Anversa, Rotterdam e Amburgo) (fontehttp://www.ifaitaly.com/ destinazioni-e-settori/211-i- cinque-porti-dell-adriatico- sulla-via-della-seta.html) La mappa qui riprodotta indica le rotte terrestri e marittime dell’iniziativa OBOR.

http://www.presidioeuropa.net/blog/wp-content/uploads/2017/05/OBOR-Map--1024x488.jpg

L’iniziativa cinese OBOR (One Belt One Road) fu lanciata da Xi Jinping nel 2013 per “ripristinare lo storico status della Cina di potenza dominante dell’Asia”(Fonte Tom Miller, autore di “China’s Asian Dream: Empire Building Along the New Silk Road)”

Per raggiungere questo obiettivo il Presidente Xi ha annunciato per l’iniziativa OBOR ulteriori fondi per un importo di 124 miliardi di dollari, inclusi prestiti, sovvenzioni e 8,7 miliardi di dollari in assistenza ai Paesi in via di sviluppo. Secondo i media statali cinesi, circa un miliardo di dollari è già stato investito in OBOR, e altri trilioni di dollari dovranno essere investiti nel prossimo decennio. Fonte http://edition.cnn.com/2017/ 05/13/asiachina-belt-and-road- forum-xi-putin-erdogan/

Questa ipotesi di OBOR come un progetto per “restaurare il dominio cinese” è stata confermata anche dal prof. Giovanni Andormino lo scorso 10 maggio nel corso della conferenza al MAO di Torino su la Via della Seta.(Nota  http://www.maotorino.it/it/ eventi-e-mostre/calendario- completo-appuntamenti- occasione-della-mostra- dallantica-lla-nuova-della 10 maggio 2017, ore 18 Giovanni Andornino, Università degli Studi di Torino e Torino World Affairs Institute (T.wai), Le nuove Vie della Seta: la globalizzazione secondo Pechino e le implicazioni per l’Italia Incontro a cura de Il Mulino)

Il prof. Giovanni Andormino ha anche illustrato il ciclo economico cinese che pare ora procedere verso la parte discendente della parabola e ha affermato che, per sostenere la sua economia, la Cina avrebbe due possibilità: (i) redistribuire le enormi ricchezze accumulate creando servizi per la popolazione oppure (ii) investire le stesse ricchezze nella creazione di nuove infrastrutture di cui anche la Cina pare aver poco bisogno. Inutile dire che la Cina pare aver optato per la seconda soluzione, come in Italia.

E’ interessante sentire da un politologo, che tratta anche di economia politica, che l’opzione “grandi opere”, voluta dalla élite economica cinese che controlla le grandi imprese cinesi, crea una crescita drogata che non può che portare, prima o poi, ad un collasso economico. Pare che anche in questo caso la Cina copi dagli errori dell’Italia, della Francia e della Spagna.

Un collasso che sarebbe evitabile attraverso una eventuale crescita dovuta alla redistribuzione della ricchezza tramite l’offerta di servizi che stimola una crescita economica sana ed ecologicamente sostenibile e garantisce una vita migliore ai cittadini.

La CNN ha affermato che “A causa del declino dell’economia, la Cina ha sofferto per una una sovracapacità diffusa nelle industrie pesanti dell’acciaio, del cemento e dell’alluminio. I modi per affrontare la domanda interna diminuita includono il taglio di posti di lavoro – più di 1,2 milioni nel 2016 e nel 2017 – e l’espansione della domanda all’estero”.

“La Cina sta impiegando i propri capitali per aiutare altri Paesi a diventare più ricchi in modo da poter diventare clienti di prodotti cinesi e spedire loro la propria sovrapproduzione domestica al di fuori dei confini nazionali. 

 

Fonte: http://edition.cnn.com/2017/ 05/11/asia/china-one-belt-one- road-explainer/index.html

Questo articolo è stato pubblicato qui

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