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Neofascisti, censura e cecità

Due storiacce per il 18 ottobre: «Libropolis» (a Pietrasanta) e un convegno de «Il primato nazionale» (a Roma)

Libropolis: una manifestazione “culturale” di rivalutazione del fascismo e del nazismo

Si racconta che Jack Kerouac presentò una sorta di programma politico-culturale della Beat Generation sulla «volontà che unisce i nostri gruppi e che ci fa comprendere che gli uomini e le donne devono apprendere il sentimento comunitario al fine di difendersi contro lo spirito di classe, la lotta delle classi, l’odio di classe!» e concludeva con l’auspicio: «Noi andiamo a vivere presto in comune la nostra vita e la nostra rivoluzione! Una vita comunitaria per la pace, per la prosperità spirituale, per il socialismo».
Il pubblico composto di “alternativi” di sinistra ne fu entusiasta ma si raggelò nell’apprendere di aver applaudito un discorso pronunciato da Adolf Hitler al Reichstag nel 1937.
Questo aneddoto può essere utilizzato oggi rispetto a Libropolis, festival dell’editoria e del giornalismo (Pietrasanta – 18-20 ottobre). La manchette di presentazione definisce la manifestazione «uno spazio libero di riflessione, un terreno franco, oggi mancante, in cui dibattere sulle forme possibili di riorganizzazione del presente fornendo nuove sintesi di pensieri».
Tale festival raccoglie un coacervo di case editrici e personaggi legati ad ambienti del neofascismo e dell’estrema destra.
Tra questi, Stefano Solinas e Marco Tarchi, che negli anni ’70 escogitarono lo “sdoganamento culturale” della destra radicale. In quegli anni, Tarchi fondò la rivista La Voce della fogna per uscire, appunto, dalle fogne dove erano stati cacciati dall’antifascismo militante e popolare, per appropriarsi di tematiche dei movimenti giovanili di quegli anni. Tarchi e Solinas annusarono, così, l’opportunità di indicare una nuova “prospettiva anticapitalista”.
Oggi la destra radicale sviluppa ed articola una nefasta azione di infiltrazione in settori sociali di massa, facendo leva su temi quali l’immigrazione, la famiglia, l’aborto, il protezionismo sciovinista, la precarietà e il salario, con un’azione xenofoba, nazionalista e … sociale.
Si assiste, così, con il beneplacito di un revisionismo truffaldino, all’esibizione di saluti romani e di simboli del ventennio, alle aggressioni a compagni, antifascisti, immigrati, omosessuali, all’apertura di nuovi covi in zone popolari a tradizione antifascista, a presentazioni di libri, a concerti “nazirock”, a raccolte di pane fino a spalare il fango …
L’operazione Libropolis mostra la lezione imparata dai promotori nel contraddire chi denuncia la vera natura della manifestazione: «Insomma, fatichiamo davvero ad ascrivere queste personalità alla galassia dell’estrema destra, dell’estrema sinistra o dei cosiddetti “rosso-bruni”, espressione che peraltro non ha alcun senso filosofico e politico, ma sembra un’etichetta per squalificare il nostro festival … La verità è che al festival parteciperanno diversi intellettuali e giornalisti, di estrazione politica e culturale diversa, a volte diametralmente opposta, e questo lo riteniamo un grande valore aggiunto oltre che un vanto in un periodo storico in cui si ha paura delle idee e del confronto intellettuale».
Non va taciuta neppure l’omissione di politicanti che attraverso “colpevoli silenzi” di chi conosce la natura di tali festival, hanno fatto sì che la subdola operazione passasse sotto silenzio, consapevoli che l’informazione avrebbe imposto prese di posizione, se non altro nel rispetto delle vittime di Sant’Anna di Stazzema, ad un passo dall’evento.
Vi sono, addirittura, case editrici che pubblicano la requisitoria di un collaboratore di Goebbels contro il processo di Norimberga.
Continueremo, assieme a chi l’ha già svolta:

  • l’attività di controinformazione su un’operazione propagandistica di gruppi di destra tesa a rafforzare il loro “protagonismo” e a rastrellare fondi, visto l’invito a donare il 5×1000 a Libropolis, come «gesto che permetterà all’associazione di crescere e rimanere indipendente»;
  • – nell’attività antifascista, consapevoli che per estirpare il fascismo si deve rimuovere le cause, isolarlo dalle coscienze, dal suo retroterra economico e sociale, vigilare e mobilitarsi per ricacciarlo nel suo luogo naturale: le fogne.

    In questa azione di difesa e di vigilanza, la classe operaia e i suoi alleati rappresentano l’avanguardia, oggi come ieri, perche nessuno più delle classi lavoratrici ha sofferto a causa del fascismo durante il ventennio.
    Rivolgiamo l’appello a Case editrici, scrittori e giornalisti, sinceramente antifascisti, a disertare e boicottare questa buffonata a cielo aperto, contro promotori, organizzatori, partecipanti e chi ha permesso un simile scempio.
    L’antifascismo non può convivere con i nipotini del nazifascismo e con la destra radicale del terzo millennio. Coerentemente e conseguentemente antifascisti sempre! Se non si accetta di scivolare nel collaborazionismo di triste memoria …

Centro di Documentazione “Gino Menconi” – Massa

Circolo “Partigiani Sempre” Tristano Zecanowski – Viareggio

Pietrasanta, 16 ottobre 2019

Maurizio Acerbo: «In Italia la censura la subiscono gli antifascisti mentre gli squadristi del terzo millennio vengono protetti e coccolati».

Il 18 ottobre a Roma si terrà un convegno organizzato dal Primato Nazionale, il mensile dei fascisti del Terzo Millennio, sul tema della censura e dei nuovi media. 

Leggere che un giornalista come Peter Gomez de Il Fatto Quotidiano si presta a partecipare a un dibattito su “libertà di espressione” e censura con il capo di Casa Pound e il giornale dei neofascisti fa cadere le braccia. Insieme a lui saranno ospiti un membro del cda Rai e un esponente di Fratelli d’Italia. Anche Gomez si aggiunge all’elenco degli sdoganatori di un partito che si dichiara apertamente fascista. 

La legittimazione di Casapound, vicina a Salvini e Meloni, va avanti da tempo nonostante le aggressioni squadristiche di cui sono stati protagonisti i suoi militanti. 

Ricordiamo che con l’Anpi da tempo ne chiediamo lo scioglimento in attuazione della Costituzione. 

Non c’è nulla di liberale nel legittimare gruppi politici che incitano all’odio razziale e fanno apologia del fascismo. 

Per quanto riguarda la Rai facciamo notare che con vertici Pd come con quelli grilloleghisti continua l’oscuramento maccartista di Rifondazione Comunista. In Italia la censura la subiscono gli antifascisti mentre gli squadristi del terzo millennio vengono protetti e coccolati. 

Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Questo articolo è stato pubblicato qui

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