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 Home page > Tribuna Libera > Nel nome della legalità, un gesto illegale. O semplicemente stupido

Nel nome della legalità, un gesto illegale. O semplicemente stupido

Nel giorno delle elezioni, in cui il Fatto Quotidiano pubblica in prima pagina uno speciale sul voto di scambio e sulle modalità con cui avviene, un genio della lampada dell'ultima ora decide di fare un filmino mentre vota Movimento 5 Stelle (con tanto di nomi dei candidati!), definendolo “un voto per l'onestà e la legalità” (!), per poi pubblicarlo su Facebook. Successivamente il video è stato cancellato dall'utente, ma subito ripreso dalle principali agenzie di stampa.

E poiché la tensione proprio nel giorno delle elezioni era alta, ecco che i fans di Grillo tentano di giustificare l'accaduto dicendo che il video è un fake: la matita non si vede, la scheda è rosa e il simbolo del movimento 5 stelle non era in alto a destra. In realtà la matita non si vede perché non ripresa (come avrebbe fatto a segnare e scrivere, sennò?!), mentre il colore della scheda e la disposizione dei simboli varia a seconda del distretto in cui si vota.

Ecco la scheda incriminata (distretto Centro Italia), la trovate anche a questo link.

E poi, qualora fosse stato un falso, non sarebbe stato comunque opportuno dirlo alla fine del video per evitare guai?

Per cui, o ci troviamo davanti al prossimo premio Oscar per gli effetti speciali, o i “complici” tentano disperatamente di arrampicarsi sugli specchi per coprire una palese stupidità/illegalità.

Volendo interpretare l'accaduto, i casi sono due:

  • Nell'ipotesi più probabile, questo gesto è stato un'enorme ingenuità da parte dell'elettore, che ha tentato un gesto estremo di pubblicità il giorno delle elezioni, contraddicendosi sul discorso sulla legalità... Anche se sembra strano che non abbia letto gli avvisi subito fuori dal seggio!

  • Nell'ipotesi meno probabile, nonché più apocalittica, ci potrebbero essere persino gli estremi per un'inchiesta per voto di scambio sia nei confronti del ragazzo che ha pubblicato il video, sia nei confronti dei tre candidati che hanno ottenuto il voto. E qualora i tre fossero eletti, per il regolamento del MoVimento, dovrebbero pure dimettersi. Pensa un po' che casino.

Personalmente sono molto più convinto della prima ipotesi, in considerazione della pubblica condivisione su social network.

Questo episodio, tuttavia, dovrebbe indurre ad una riflessione da parte dei militanti del Movimento 5 Stelle. Per le elezioni del 2008, quando ero militante io, dal palco in cui si alternavano, dopo Beppe Grillo, i familiari delle vittime di mafia (Sonia Alfano, la famiglia Manca, in altre occasioni anche Fabio Repici e Piero Campagna, tanto per fare alcuni nomi), spiegavamo a grandi linee come avveniva il voto di scambio: il “gatto”/mafioso di turno va nelle zone più disagiate e chiede di fare una foto o un video mediante il videofonino mentre vota offrendo in cambio soldi (10-50 euro tra prima e dopo il voto), buste della spesa con dentro il volantino elettorale, oppure la diabolica quanto geniale scarpa (prima del voto una scarpa, dopo il voto l'altra!). Ricordo, tra l'altro, quella sera stessa, ospite a “Che tempo che fa” c'era Roberto Saviano che – manco a farlo apposta - spiegò le stesse cose per filo e per segno! Vuoi vedere che c'era anche lui ad ascoltarci?

E ricordo anche che in quei giorni, per cercare di scongiurare il voto di scambio, promuovemmo la petizione “Via le tendine”.

Ecco, se magari fossero state fatte le stesse denunce di allora, probabilmente il ragazzo di cui sopra si sarebbe evitato una figuraccia o peggio.

Insomma, mentre nel 2008 “Gli amici di Beppe Grillo” (ancora non si chiamava Movimento 5 Stelle) in Sicilia nasceva, tra le altre cose, come movimento legalitario antimafia, ora di mafia si parla poco e nulla. Basti pensare che il progetto di educazione alla legalità, che mirava a sensibilizzare soprattutto i giovani e le scuole, è miseramente caduto nel dimenticatoio.

Ecco, forse è da qui che dovrebbero ripartire i grillini, a seguito dell'ennesima scoppola elettorale. Non so se servirà a vincere le prossime elezioni, ma almeno evitare di mettere nei guai i suoi elettori ed eletti – manco fossero dei piccoli Berlusconi – quello sì!

 

Foto: GoogleImage

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