Nel PDL siamo al “si salvi chi può”
Pochi mesi fa sarebbe parso impensabile. Invece sta accadendo.
Come il ghiacciaio Perito Moreno in Patagonia, perde pezzi rovinosamente, riducendo la propria mole di anno in anno, il Pdl creatura del santo predellino Berlusconiano sta subendo una sorte molto simile. Ma in un tempo molto più rapido.
Il Popolo della Libertà, immaginifica creatura dell’epica moderna italiana sta facendo la stessa fine dei Buddha di Bamiyan in Afghanistan. Gigantesche e mirabile statue scolpite nella roccia tra il III e il VI A.C., distrutte dalla furia iconoclasta dei Talebani nel 2001.
Dopo l’espulsione di Fini dal partito di cartapesta, e la sua conseguente dipartita. I casi di defezioni dei popolini berlusconiani si segnalano in tutta Italia.
Ma andiamo con ordine.
In Lombardia il partito va a rotoli, è diviso in tre fazioni (che fanno capo rispettivamente a Ignazio
A Latina il senatore Fazzone ex Forza Italia si contende il controllo del territorio con il suo acerrimo avversario Zaccheo ex sindaco aennino. Siamo ad una vera e propria guerra di bande.
In Campania è il tutti contro tutti. Da una parte il coordinatore regionale Nicola Cosentino, noto ai più per le sue vicende giudiziarie si oppone ai notabili pidiellini Carfagna e De Girolamo, e attacca il neo governatore Caldoro. Mentre Fini e Bocchino organizzano a Napoli una riuscita manifestazione per presentare il nuovo partito Futuro e Libertà.
In Puglia si contendono il potere i due ras locali filo berlusconiani Raffaele Fitto e Gaetano Quagliarello. In Calabria gli ex forzisti sono contro il presidente di regione Scoppelliti che è al contempo coordinatore regionale del partito. Viva sempre i doppi incarichi.
In Sicilia un tempo fiore all’occhiello del potere di centro-destra. Si tasta il polso della profonda crisi del berlusconismo. Pd, Udc, Mpa, Fli hanno formato un nuovo governo regionale sostenendo Raffaele Lombardo e isolando il Pdl. Il popolo delle Libertà locale che fa riferimento a Angelino Alfano e Renato Schifani è chiaramente in panne. Gianfranco Miccichè ha fondato un nuovo partito che ha come epicentro
A livello nazionale invece la componente proveniente da Forza Italia cerca di ridimensionare il potere accumulato da coloro che provengo da AN. Si fanno sempre più pesanti le pressioni su Silvio Berlusconi perché riveda quel meccanismo di ripartizione degli incarichi secondo le quote di 70% per gli ex forzisti e 30% per gli ex aennini, dopo la fuoriuscita di Gianfranco Fini dal PDL. Ignazio
Cela farà Silvio Berlusconi a riportare tutte le pecore scappate dall’ovile impazzito del PDL?
L’impresa sembra ardua. Il leader è provato dalle incessanti inchieste giudiziarie che lo vedono coinvolto e dagli errori che ha commesso nella gestione dell’affare Fini.
E’ il fallimento della politica sottilmente anti-democratica e autoritaria che Berlusconi ha attuato nel suo partito e nel paese.
Speriamo che questo smottamento in atto nel principale partito italiano porti un rinnovamento nella classe dirigente italiana e segni l’inizio di una nuova stagione politica che archivi l’incubo oscurantista del governo padano-pidiellino.
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