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Natural born killers e la società dell’immagine

Natural born killers del 1994 di Oliver Stone è un film che pone un’aspra critica contro la spettacolarizzazione attuata dai media, una spettacolarizzazione della violenza ma non solo di quella.

Il giorno in cui voi due avete ammazzato, voi siete diventati nostri! Del pubblico! Dei media!.

Questa una delle frasi del film che ben interpreta la spettacolarizzazione attuata dalla tv della vicenda di due assassini nati (Natural born killers) come Mickey e Mallory, i protagonisti del film che compiono una serie efferata di delitti come critica, tra l’altro, della società borghese e perbenista.

A osservare da vicino tutta la storia dei due assassini innamorati, oltre alla polizia, c’è anche Wayne Gale, un vispo giornalista che conduce una rubrica televisiva intitolata “American Maniacs”e incentrata sui crimini degli assassini più spietati degli Stati Uniti. Wayne Gale, tramite i suoi servizi giornalistici, rende Mickey e Mallory delle vere star con tanto di fans ragazzini”.

Le azioni delittuose, i tanti crimini compiuti da Mickey e Mallory, li rendono agli occhi dei media e della società due eroi, due icone pop. Natural born killers infatti parla anche della società dell’immagine contemporanea che propone icone pop, supereroi, sottoculture, divi da adorare etc.

Ebbene Mickey e Mallory diventano sia icone pop che persone da emulare per l’immaginario comune. In una scena del film Michey e Mallory al contatto con il pubblico e i media sono “adorati” come “rockstar” e in un’altra scena un ragazzo dichiara che se fosse un assassino vorrebbe essere come loro due. Su Michey e Mallory si costruisce quindi anche una mitologia: due “eroi” della libertà, dell’eccesso e della trasgressione.

Un film grottesco, controverso e discutibile sotto tanti punti di vista come “Natural born killers” ci parla quindi di spettacolarizzazione e di società dell’immagine. Un film che parla anche di purezza, che parla di etica e morale, un film che spinge anche a riflessioni molto profonde sulla società, sull’esistenza e sul tema della violenza e dell’uso delle armi da fuoco. “Natural born killers” è anche un film di forte critica alla presenza strabordante della violenza dei media che di certo incita a compiere violenza “reale” nella società “reale”.

Questo film dai connotati anomali e per alcuni punti di vista abbastanza strampalati incita alla riflessione anche sul fatto che l’individuo per vivere in società in comunità ha ceduto nel corso dei secoli molte sue libertà in nome della collettività: la nostra società, evoluta e tecnologica, evoluta anche dal punto di vista sociale ed economico è anche una società repressiva e oppressiva che tende a “spegnere” le nostre pulsioni più irrazionali.

Natural born killers tocca anche il tema delle violenze sessuali sui minori attuate dai genitori, violenze nascoste, indicibili, traumatizzanti per chi le riceve. E poi, come non notare la critica “sottintesa” alla vendita delle armi da fuoco, tema che da anni scatena tante polemiche negli USA per le ripetute stragi che si verificano periodicamente.

Insomma un film ricco di stimoli e riflessioni su una società allo sbando, una società che ha perduto tanti valori in nome del “dio denaro”.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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