Multi querela a Bossi: offese Napolitano

Ricordate le recenti offese del leader del Carroccio al Presidente della Repubblica? Avevamo tutti assistito, indignati, ai reiterati sproloqui di Bossi contro Napolitano e Monti. Ebbene, dieci città italiane hanno deciso querelare il Senatur per vilipendio al prestigio e all'onore del Capo dello Stato e della Repubblica. Era ora.

"Chi non salta è italiano, Napolitano terùn, Monti vai a fare…"

Queste ed altre raffinatissime offese furono diffuse dal leader della Lega, in pubblica piazza e di fronte alle telecamere, nello scorso dicembre alla "Berghem Frecc" di Albino, nella Bergamasca. Il tutto contornato dal gesto delle corna, atteggiamento univoco del genetico grezzume che contraddistingue il fondatore del "celodurismo". Colui che definisce terroni gli altri, mentre si comporta da incivile cafone. Il colmo.

A quel tripudio d'insulti in odore di arrogante spavalderia, seguirono esplosivi cori di proteste. Indignazione a profusione verso il recidivo e irriverente Senatur, il quale perseverava nel permettersi il lusso di reiterare lo sberleffo verso le più alte cariche dello Sato e le Istituzioni, tronfio della sua posizione di privilegiato. Poi, tutto sfumò nel tritanotizie.

Oggi, a distanza di un mese, scopro con piacere che cittadini appartenenti a diverse estrazioni politiche di ben 10 città, Verona, Vicenza, Bassano, Bergamo, Brescia, Trento, Milano, Roma, Napoli, Bari, depositeranno denuncia contro il segretario della Lega. Era ora che qualcuno si ribellasse allo spregevole comportamento. Nella querela si legge: "Ha proferito frasi e rivolto gesti di una gravità inaudita alI'ndirizzo delle più alte cariche dello Stato nonché dell'intera comunità nazionale."

Si spera che la Procura competente accolga l'esposto, accerti il reato e condanni finalmente per vilipendio Umberto Bossi. Indegno rappresentante del popolo, sfacciato antiatiliano e sfegatato tifoso padano. Che torni da dove è venuto, allora. A zappare la sua verde terra.

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