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Morta la poetessa Szymborska, lucidissima ed ironica interprete della realtà

Nulla è in regalo, tutto è in prestito.
Sono indebitata fino al collo.
Sarò costretta a pagare per me
con me stessa,

a rendere la vita in cambio della vita.

(da Nulla è in regalo! 1998)

Ha pagato il suo debito con l'esistenza, mercoledì scorso, Wisława Szymborska, poetessa. Aveva 88 anni, si è spenta nella sua Cracovia (vi si era trasferita con la sua famiglia a soli 8 anni e non l'ha mai lasciata).

Poetessa semi sconosciuta in Italia (anche se bisogna sottolineare la prestigiosa e appassionata traduzione di Pietro Marchesani) Wisława Szymborska era in Polonia una scrittrice di culto, quasi pop se si pensa alla diffusione che hanno avuto, ed hanno, le sue liriche che raggiungono in maniera assolutamente trasversale lettori di ogni formazione e condizione sociale; è questo uno dei punti di forza e maggiore brillantezza dei suoi versi, un linguaggio semplice (a volte semplicissimo), carico di ironia, che non esprime sentenze, non giudica, ma suggerisce interpretazioni e sguardi "di sbiego" sulla realtà.

Una realtà che è sempre pretesto per evasioni metaforiche, che è contemporaneamente cornice e oggetto della poesia: Wisława Szymborska ai capziosi ermetismi preferiva la leggerezza mimetica di parole "semplici" sapientemente scelte e giustapposte (più Saba che Montale, se si vuol fare un paragone nostrano):

 Dopo ogni guerra
 c'e' chi deve ripulire.
 In fondo un po' d'ordine
 da solo non si fa.

 C'e' chi deve spingere le macerie
 ai bordi delle strade
 per far passare
 i carri pieni di cadaveri.
(da La fine e l'inizio)

Wisława Szymborska era una donna riservata, sobria, queste le sue parole in occasione del Nobel per la letteratura nel 1996:

Ai poeti piaceva stupire con un abbigliamento bizzarro e un comportamento eccentrico. Si trattava però sempre di uno spettacolo destinato al pubblico. Arrivava il momento in cui il poeta si chiudeva la porta alle spalle, si liberava di tutti quei mantelli, orpelli e altri accessori poetici, e rimaneva in silenzio, in attesa di se stesso, davanti a un foglio di carta ancora non scritto. Perché, a dire il vero, solo questo conta.

Scrittrice "di mestiere" si dedicava con metodo e costanza alla pratica poetica:

Il poeta, se è vero poeta, deve ripetere di continuo a se stesso “non so”. Con ogni sua opera cerca di dare una risposta, ma non appena ha finito di scrivere già lo invade il dubbio e comincia a rendersi conto che si tratta d'una risposta provvisoria e del tutto insufficiente. Perciò prova ancora una volta e un'altra ancora, finché gli storici della letteratura non legheranno insieme prove della sua insoddisfazione di sé, chiamandole “patrimonio artistico”.

Persona ironica e comprensiva, ma anche critico spietato se si tratta di letteratura, ad un suo lettore che le aveva inviato un manoscritto così rispose la poetessa di Cracovia: "Nei suoi racconti si sta stretti, si soffoca, non ci sono problemi. Non c'è una finestra sul mondo e quindi nessuna prospettiva potrà aprirsi allo sguardo. Non va affatto bene, in questo caso lo stile elegante non serve a niente".

Sempre sincera, sempre diretta, sempre conscia del fatto che non esiste una verità, ma una pluralità di sguardi sul mondo, la Szymborska ha passato tutta la sua vita ad insegnarci che la poesia è un'interrogativo sull'esistenza, ma anche antidoto alla morte, ed in tale paradosso risiede il senso dell'immensa ricchezza che ci lascia:

La saggezza non poteva aspettare i capelli bianchi.
Doveva vedere con chiarezza, prima che fosse chiaro,
e udire ogni voce, prima che risonasse.
Il bene e il male
ne sapevano poco, ma tutto:
quando il male trionfa, il bene si cela;
quando il bene si mostra, il male attende nascosto.
Nessuno dei due si può vincere
o allontanare a una distanza definitiva.
Ecco il perché d'una gioia sempre tinta di terrore,
d'una disperazione mai disgiunta da tacita speranza.
La vita, per quanto lunga, sarà sempre breve.
Troppo breve per aggiungere qualcosa.

(da La breve vita dei nostri antenati)

 


Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.229) 2 febbraio 2012 21:22

    "Tutto è mio, niente mi appartiene". Wislawa Szymborska, l’ho conosciuta solo oggi già mi manca, vorrei salutarla con una mia poesia dal "Il profumo di rosa Winchester" (libreria universitaria.it) SENTO UNA VOCE ... Sento una voce che mi parla dentro quando sono in silenzio e in pace con me stessa. C’è qualcosa che muove il mondo, chiamalo Dio, Spirito, chiamalo Amore; qualcuno che ci protegge e non ci abbandona mai. Io questo lo sento ed è una cosa meravigliosa. Forse c’è sempre stato, ma io lo avevo dimenticato e la vita mi ha dato una seconda possibilità di vedere e ricordare ... Ho presentato un proggetto per il Premio Nobel per la Pace è in fase di selezione. Paola Cerroni Italiana

  • Di (---.---.---.41) 3 febbraio 2012 13:55

    chiedo scusa,errata corrige, ma ti è piaciuta la mia poesia? NO! Allora ti consiglio le poesie della poetessa Szymborska - Premio Nobel per la Letteratura. Paola

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