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Monti vade retro! Voto disgiunto per Sel e Rivoluzione Civile

Come il centro-sinistra può fare a meno di Monti

Come sappiamo il sistema normativo elettorale vigente contiene una soglia di sbarramento esplicita. La Legge elettorale italiana del 2005, che reintroducendo il sistema elettorale proporzionale dopo 12 anni, cioè dopo la Legge Mattarella che aveva introdotto nel 1993 un sistema misto, contempla per l’elezione della Camera tre diverse soglie di sbarramento: al 4% per i partiti non coalizzati, al 2% per i partiti coalizzati, al 10% per le coalizioni, mentre al Senato le soglie sono raddoppiate, 8% per i partiti non coalizzati, 4% per i partiti coalizzati e 20% per le coalizioni).

Considerando che molti, per non dire tutti, punti di programma di Sel sono comuni al movimento Rivoluzione Civile di Ingroia, una forma di voto disgiunto tra Camera e Senato, da parte dei simpatizzanti di Rivoluzione Civile e di S.E.L., potrebbe essere la soluzione migliore per conseguire la possibilità di costituire un governo certo, stabile e di centro sinistra. Questo accordo di alleanza dal basso, garantito cioè dall’intelligenza in cabina elettorale, permetterebbe la visibilità del movimento di Ingroia alla Camera e darebbe maggior “forza” al Senato a S.E.L. che recupererebbe voti praticamente persi in partenza per la impossibilità, da parte del movimento di Ingroia, di superare la soglia di sbarramento dell’8%.

Tutto ciò renderebbe inutile l’appoggio di Monti e si avrebbe un vero governo di centro sinistra. 

Infatti il presunto vantaggio elettorale di Monti consisterebbe nel fatto che sarebbe il "deus ex machina" a causa di quanto prevede il porcellum per il Senato. Bersani, non conseguendo la maggioranza per la Camera Alta dovrebbe rivolgersi in prima battuta a lui per tentare di dar vita a un governo: i voti centristi (che siano 30 o 50 poco importa) sarebbero sufficienti a garantire stabilità pure in quel ramo del Parlamento. Il paradosso, insomma, è che l’alleanza tra Belusconi e Maroni può far perdere il candidato centrista per il Pirellone, Albertini, a vantaggio di Maroni; e se si dà retta ai primi sondaggi del 2013 sembra dissolvere le speranze montiane di conquistare la seconda piazza dietro a Bersani, dal momento che il centrodestra unito sta almeno dieci punti avanti, difficili da recuperare. Ma l’amarezza del Professore verrebbe compensata dal ruolo chiave, di ago della bilancia, che gliene deriverebbe nei futuri equilibri romani.

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.8) 18 febbraio 2013 22:24

    Panoramix >

    Monti insiste con la richiesta di un confronto a 3, con Berlusconi e Bersani.
    Altrimenti, spiega, si trattano gli italiani da “minorati”.
    Versione alternativa.

    Monti è salito in politica per difendere la sua immagine di “salvatore” del paese e “scardinare” il bipolarismo aprendo nuovi spazi al Terzo Polo.
    Sedere allo stesso tavolo con i Capi di forze politiche che hanno più del doppio dei suoi consensi sarebbe, per Monti, la migliore “investitura”.
    Il riconoscimento “visibile” di un ruolo e di un peso politico che resta ancora tutto da dimostrare.

    Formulare spiegazioni “suadenti” è la chiave ricorrente di un Dossier Arroganza

  • Di Giacomo Nigro (---.---.---.200) 19 febbraio 2013 08:41
    Giacomo Nigro

    Il "peccato originale" di Monti è la sua trasformazione da tecnico in politico. Non molti si attendevano questa metamorfosi, la sua destinazione sembrava la Presidenza della Repubblica, ma l’incontro con Casini ne ha condizionato le scelte è Casini che vuole arrivare al Quirinale, la sua autonomina ad ago della bilancia e sopratutto il suo ritorno al passato ne rendono forte la posizione di agente pressorio.

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