• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Monti tra questione morale e poteri forti

Monti tra questione morale e poteri forti

Il presidente del Consiglio, con una lettera al direttore di Repubblica, coglie l'occasione di anticipare alcuni temi della loro prossima intervista, che si svolgerà sabato nell'ambito della "Repubblica delle idee".

La lettera di Monti spiega brevemente i temi della prossima intervista e giustifica la scelta di alcuni uomini di governo. Questione "morale" e impostazione della ripartizione dei debiti pubblici in Europa saranno gli argomenti principali. Monti ringrazia della possibilità di trattare di tali temi, ma approfitta di alcune questioni sollevate, per spiegare scelte che vengono definite da Scalfari di "poteri forti", che remerebbero contro il governo, .

"Quando ho nominato sottosegretario Catricalà e confermato nelle loro posizioni Fortunato e Canzio, non ero certo all'oscuro dei loro rispettivi percorsi di carriera, né di chi avesse avuto un ruolo decisivo nel valorizzarli in passato. Ma si tratta di qualificati funzionari dello Stato e nel decidere di avvalermi della loro collaborazione li ho valutati alla luce di quelle che, dopo attento esame, mi sono parse le loro caratteristiche di competenza, integrità, autorevolezza nell'esercitare le funzioni ad essi attribuite, lealtà. Lealtà allo Stato e alle linee programmatiche del Governo, non ad una "mia" parte politica (che, come è noto, non esiste)."

Per il presidente, infatti, lealtà e correttezza non sono mai state violate da questi uomini che anzi hanno dimostrato grande competenza ed efficienza nello svolgimento dei loro compiti, inoltre aggiunge:

"Naturalmente, nel caso riscontrassi in loro, come in qualsiasi altro collaboratore, anche un solo caso di mancata correttezza o lealtà, non esiterei a privarmi della loro collaborazione. Nei primi mesi del mio mandato di Commissario europeo, nel 1995, un direttore generale si mise d'accordo con il governo del suo Paese, in una procedura di infrazione, senza riferirmene preventivamente, come avrebbe dovuto. Quell'alto funzionario, pur appartenente ad un grande Stato membro, venne rimosso dal servizio."

Scalfari oggi risponde e ribadisce le sue perplessità sui tre membri, portando avanti vari considerazioni la più interessante e, forse, aspra delle quali è proprio quella su Catricalà:

"Il sottosegretario Catricalà propose un disegno di legge che tutti i costituzionalisti hanno giudicato ad altissimo rischio di incostituzionalità; esso modificava le proporzioni tra membri togati e membri laici a favore di questi ultimi negli organi disciplinari della magistratura. Inizialmente esso riguardava anche il Csm, cioè la giustizia ordinaria ma le proteste immediate del vicepresidente di quell'organo di autogoverno indussero il governo ad escludere quella norma dal disegno di legge preparato dal sottosegretario. Quest'ultimo però proseguì nella sua iniziativa per quanto riguardava la magistratura amministrativa e quella contabile (Consiglio di Stato e Corte dei conti). A questo punto l'intera vicenda venne alla luce, scoppiò un vero e proprio scandalo e Catricalà ammise (in una lettera a noi indirizzata e da noi pubblicata) d'aver fatto un errore e ritirò il disegno di legge che aveva già inoltrato alle magistrature interessate e che dal canto loro dissero che non avrebbero mai dato parere favorevole a quelle disposizioni che contrastano palesemente con l'ordinamento costituzionale.Il minimo che il sottosegretario doveva fare sarebbe stato di dimettersi ma non lo fece."

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares