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Mondiali di calcio: c’è anche l’Honduras

Tra mille problemi l’Honduras è riuscito a qualificare la sua nazionale tra le 32 di Sudafrica 2010. Una boccata d’aria per un paese in grande debito di ossigeno.

Mondiali di calcio: c'è anche l'Honduras

L’Honduras è assieme alla Corea del Nord e alla Nuova Zelanda una delle selezioni più deboli del mondiale. Ma i primi ieri sera hanno tenuto testa al Brasile e i secondi dopo una partita sofferta sono riusciti all’ultimo secondo ad agguantare il pareggio contro la Slovacchia

 

La nazionale honduregna invece ha perso 1 a 0 contro il Cile a Nelspruit, e lo scarto sarebbe potuto essere molto più ampio se i cileni non avessero sprecato molte occasioni. Il gol è arrivato poco prima della fine del primo tempo grazie a Beausejour, fortunato a sfruttare un rimpallo in area dopo un cross di Isla (giocatore dell’Udinese) dal fondo. Per il resto la partita ha avuto un copione monotono: il Cile ha attaccato senza sosta, l’Honduras si è difeso negli ultimi 16 metri senza rendere mai operoso il portiere del Cile Bravo.

Probabilmente non poteva essere altrimenti: i giocatori dell’Honduras provengono tutti da società locali e quindi non professionistiche, tranne un paio di isolati calciatori di talento come Palacio del Tottenham e gli "italiani" Suazo e Alvarez. Ma per loro tornare al Mondiale 28 anni dopo l’ultima (e unica) partecipazione è già un successo, poichè il paese centroamericano sta passando uno dei momenti più difficili della sua storia.

Oltre alla tempesta Agatha che si è recentemente abbattuta sul territorio, provocando ingenti danni, il secondo paese più povero delle americhe ha subito circa un anno fa un colpo di stato militare ordinato dalla Corte Suprema, durante il quale il presidente in carica Zelaya è stato arrestato ed esiliato in Costa Rica, e deposto tramite una presunta lettera di rinuncia. Nel Gennaio 2010 sarebbero scaduti i 4 anni di presidenza perciò si sono tenute delle elezioni che hanno visto però il 70% di astenuti. Il nuovo governo di Lobo è riconosciuto lo stesso dall’UE e dagli Stati Uniti, che hanno tolto l’embargo intrapreso subito dopo il colpo di stato e hanno ripreso le normali relazioni diplomatiche con il paese. Che rimane comunque diviso in due e sull’orlo di una guerra civile. Ne è stato colpito anche il giocatore più forte, Wilson Palacios, che in questo clima ha visto sequestrare e morire suo fratello sedicenne Edwin, nonostante avesse pagato il riscatto ai rapitori.

La stessa presenza dell’Honduras ai mondiali sembra un dono dal cielo: alla fine dell’ultima partita di qualificazione del girone CONCACAF l’Honduras era quarto in classifica, nonostante la vittoria su El Salvador, e quindi condannato ai play off con l’Uruguay. Fortunatamente gli Stati Uniti, che avevano battuto Honduras la partita prima mettendo a serio rischio la qualificazione del piccolo paese centroamericano, hanno segnato al 94° al Costa Rica pareggiando la partita e quindi premettendo all’Honduras di salire al terzo posto e scavalcare proprio il Costa Rica, il quale ha dovuto disputare lo spareggio con l’Uruguay dove è stato sconfitto. Il commissario tecnico colombiano Rueda, che ha scritto la storia calcistica honduregna centrando la qualificazione al Mondiale, ci sarebbe andato lo comunque: aveva vinto un viaggio in Sudafrica tutto compreso e dei biglietti tramite un gioco con gli sms.

Le amichevoli pre-mondiale però non sono andate tanto bene, ed hanno tolto un po’ di fiducia in un gruppo che aveva fatto un cammino di qualificazione discreto, con ben due vittorie contro il più quotato e forte Messico come apice. Dopo una sonora sconfitta per 3 a 0 contro la Romania, la selezione dell’Honduras non è andata oltre due non irresistibili pareggi con nazionali del (basso) calibro di Azerbaigian e Bielorussia, non proprio il massimo se di lì a pochi giorni si deve giocare un Campionato del mondo. Alla fine della partita contro questi ultimi i giocatori honduregni hanno come di consueto scambiato le maglie con i colleghi bielorussi: peccato che, anche grazie ai seri problemi economici della federazione honduregna, fossero le ultime divise rimaste. Alla fine sono riusciti con notevoli difficoltà a farsi spedire altri materiali sportivi da Tegucicalpa, appena prima dell’amichevole contro l’Azerbaigian.

Grazie alla partecipazione Mondiale l’Honduras riuscirà ad avere una discreta notorietà, probabilmente molta gente prima di quest’evento ne ignorava addirittura l’esistenza o la posizione geografica, e forse il mondo si interesserà un po’ ai problemi di questa povera nazione. Gli honduregni vedono perciò nel calcio un modo per ritrovare unione, rasserenare l’atmosfera ed esultare guardando le partite dei Catrachos, anche se il girone composto da Spagna e Svizzera oltre che dal Cile non lascia molte speranze di passaggio del turno. I centroamericani tenteranno di opporre alla maggiore qualità degli iberici e degli elvetici la loro elevata fisicità e la loro forte determinazione, proveniente anche da motivazioni extracalcistiche. Per regalare un po’ di felicità ad un popolo che ultimamente non ne ha molta.

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