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Mondiali di Nuoto - Fede Divina

Una “Divina” epica conquista i 200 sl e centra il sesto Oro iridato in carriera, prolungando a dismisura la sua leggenda. Gongolano anche Greg Paltrinieri e Simona Quadarella, che furoreggiano nel mezzofondo. Storico Argento nella Rana per la baby Benedetta Pilato (14 anni!), valida rappresentante di una nidiata doc.

UNA FEDE GRANITICA Alzi la mano chi nel 2004, in occasione delle Olimpiadi di Atene, quando Federica Pellegrini, aggiudicandosi l'Argento nei 200 sl (a soli 16 anni), indusse molti addetti ai lavori a prefigurarle una carriera che si sarebbe scostata dai canoni ordinari, aveva immaginato che a distanza di 15 anni l'avremmo vista ancora in auge, a flirtare con la leggenda, dopo aver disseminato il suo palmares di onorificenze di suprema fulgidezza.

Nel corso di ben tre lustri la Divina ha effettivamente riscritto la storia del Nuoto azzurro, elevandolo oltre la stratosfera dell'immaginabile, conseguendo risultati che nulla avevano a che fare con la nostra tradizione natatoria, specie quella al femminile, in cui, a parte qualche sporadica eccezione (vedi novella Calligaris), spesso e non volentieri lambivano l'indecenza.

Da quel fatidico 2004 la Pellegrini ha sfoderato prestazioni altisonanti a go-go, dagli esiti quasi sempre eccellenti, per un qualcosa che ormai, visto il trascorrere di tantissimi anni (nel Nuoto la “vita” media di un atleta non può essere equiparata agli altri sport, poiché trattasi di una disciplina logorante), sembra l'emanazione di una sorta di moto perpetuo trionfale. Se si escludono le medaglie d'Argento e di Bronzo (ed i Titoli Europei) la “Pelle” principiò la sua epopea nel 2008, ben 11 anni fa, quando a Pechino ci regalò il primo Oro olimpico nella storia del Nuoto in gonnella.

Quindi l'anno seguente, ai Mondiali di Roma, sarebbe diventata la prima esponente del gentil sesso a centrare l'accoppiata iridata 200-400 sl, per un clamoroso exploit che avrebbe riproposto nel 2011, ai Mondiali di Shangai, Cina. Dopo quelle scorpacciate sarebbero arrivati anni un po' slavati, con le frustrazioni che sovrastavano le gratificazioni, come quando in occasione delle Olimpiadi di Londra prima e Rio de Janeiro poi non riuscì nemmeno a salire sul podio, per delle scoppole che indussero un po' tutti a pensare che la sua carriera avesse sloggiato definitivamente dalla dimora della gloria. Ma nel '17, ai mondiali di Budapest, ecco avvenire l'inverosimile, con la veneta che riesce a salire sulla macchina del tempo e riportarla, a distanza di ben 6 anni dall'ultimo acuto iridato, nello spazio interstellare, predando un Oro pazzesco, ad un'età, 29 anni, che in piscina in genere coincide con l'addio all'attività agonistica o comunque con l'abbandono di traguardi chimerici. Quel miracolo sportivo sembrò un po' a tutti il classico canto sublime del cigno morente, ma non era così. Ancora una volta la dea Pellegrini ha smentito coi fatti ogni previsione, ridicolizzandola non poco. Sicchè ai Mondiali sudcoreani di Gwangju, con un'altra performance d'antan, s'è regalata il sesto Oro iridato, il quarto nei 200, la sua gara preferita, riuscendo nell'impresa di salire ininterrottamente sul podio da ben 8 edizioni iridate, impreziosendo ulteriormente un'epopea vertiginosa, da grande cinema.

Un'epopea che sembra non finire mai. Già, sono trascorsi 15 anni da quel primo bagliore ateniese, ma il tempo nel suo caso sembra ricusare il passare dei giorni, dei mesi e degli anni. Con questo sesto capolavoro teatrale F. P. diventa - a livello individuale - l'azzurra più iridata di sempre assieme alla magica fiorettista V. Vezzali, lasciandosi alle spalle delle autentiche autorità regali come la canoista J. Idem e la nuotatrice di fondo V. Valli, e soprattutto una scia d'eterna beatitudine, che la proiettano nel firmamento delle celebrità italiane d'ogni era. Forse stavolta stanno veramente scorrendo i titoli di coda di una saga epica. Ma con Federica non si può mai dire. In fondo Tokyo non è poi così lontana ...(eh eh). NON SOLO PELLE A rendere questo Campionato indimenticabile vi hanno pensato anche Gregorio Paltrinieri e Simona Quadarella.

Il carpigiano ha perso lo scettro dei 1500 sl (le fatiche della 10 km, in cui è arrivato 6° guadagnandosi il pass olimpico, evidentemente hanno inciso in negativo) ma è riuscito a svettare negli 800, succedendo a G. Detti (di Bronzo nei 400), confermandosi il più forte mezzofondista in attività. La romana, dopo il favoloso tris Europeo dello scorso anno, ha conseguito anche il riconoscimento planetario, trionfando nei 1500 sl e sfiorando un folle bis negli 800, vinti dalla mitica K. Ledecky (USA). A completare il quadro di una kermesse fra le più positive mai disputate dall'Italnuoto (5° posto nel medagliere, non male per una Nazione che è quasi una potenza emergente) vi hanno pensato le raniste Martina Carraro (3^ nei 100) e Benedetta Pilato, che a soli 14 anni è diventata, grazie all'Argento nei 50, la più giovane medagliata italiana della storia, per un futuro che potrebbe arridere non poco all'atleta tarantina. Avvenire che s'annuncia roseo per l'intero movimento azzurro. A parte le medaglie, invero, si sono registrati diversi risultati confortanti in tante specialità, specialmente grazie a molti giovani in rampa di lancio (come D. Acerenza), per una “nidiata” che francamente non ammiravamo da tempo, e che ci potrebbe garantire di rimanere ancorati alle aristocratiche della piscina ancora per parecchio tempo.

Spostando lo sguardo al di là dell'orizzonte italico, scorgiamo la prestazione mostruosa dello statunitense C . Dressel, che dopo i 7 Ori di Budapest si è ripetuto alla grande, ghermendo 6 successi nelle gare veloci dello stile libero e della farfalla (più due staffette), urlando al Mondo intero di essere ormai pronto a raccogliere l'eredità sibaritica del mostro sacro per antonomasia M. Phelps. Si attesta su quote astronomiche anche il cinese Sun Yang, che coi 2 Titoli conquistati in Corea (200 e 400 sl) s'erge a ben 11 Ori iridato in carriera, diventando il più grande stileliberista puro d'ogni epoca, l'unico capace di cimentarsi egregiamente su quasi ogni distanza, dai 200 ai 1500, per una versatilità strabiliante che gli consente di offuscare la fama di gente come A. Popov o I. Thorpe, che sino a pochi anni orsono venivano ritenuti inarrivabili.

Foto: Vito Parlato/Flickr

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