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Miriam Galanti: “Alla scoperta di un paese meraviglioso”

Il 15 settembre, è approdata su Sky Arte con “Sei in un paese meraviglioso”, al fianco di Dario Vergassola, in cui ci condurrà nella valorizzazione delle bellezze del nostro Paese.

Stiamo parlando di Miriam Galanti. Diplomata al corso di recitazione al Centro Sperimentale di Cinematografia, la giovane attrice spazia dal teatro al cinema con grande impegno ed entusiasmo. Notevole il suo impegno verso le tematiche sociali. Ne è una dimostrazione la partecipazione al cortometraggio “Metamorfosi”, dedicato alla violenza contro le donne, una piaga sociale non indifferente. Le è valso un prezioso riconoscimento per aver saputo far combaciare l’arte della recitazione con l’impegno sociale nella lotta contro il femminicidio. Ha preso parte a fiction di successo come “Don Matteo” e “Che Dio ci aiuti”.

In questa intervista, ci parla della sua nuova avventura televisiva su Sky Arte, delle difficoltà che riscontra nella registrazione delle puntate a causa del virus che, solo con le dovute precauzioni, è possibile porre un limite, del rapporto con la tv, il cinema e i suoi progetti futuri a cui sta lavorando, ma che intende mantenere segreti.

 

Il 15 settembre, ti vedremo nel programma di Sky Arte “Sei in un paese meraviglioso”, al fianco di Dario Vergassola. Sei pronta per questa nuova avventura?

“Il 15 è arrivato. È una cosa molto bella. Sono fiera di farne parte. La bella notizia è che andrà in onda il 15, su Sky Arte, e il 20 di settembre su Sky Uno. È un programma che verrà visto da un po’ persone. Mi fa piacere, perché parliamo del nostro Paese, della nostra bella Italia, che merita di essere visitata, soprattutto quest’anno, con il discorso Covid. Diamo degli spunti in più, visitando dei posti che non si conoscono. Parliamo di tanti primati del nostro Paese. Ci sono delle cose particolari. A Viterbo, viene costruita la calza più lunga del mondo, nel periodo dell’Epifania, il pinocchio più alto del mondo in un parco a Collodi, le saline più grandi d’Europa. Visitiamo dei posti bellissimi. Siamo stati in Val Camonica, a Imola. C’è stato l’ippodromo tutto per noi per poter girare. Sto vivendo delle esperienze molto belle”.

 

Che esperienza è stata per te realizzare le puntate e scoprire le bellezze del nostro paese in un periodo particolarmente difficile come questo?

“Effettivamente, realizzare le puntate è stato ed è, perché le stiamo girando, molto bello ed elettrizzante. Scopriamo dei posti bellissimi. È anche faticoso, perché ci svegliamo molto presto. Iniziamo a girare intorno alle sette e mezza, otto, fino alle otto, nove di sera. Abbiamo degli orari molto forti, tanti spostamenti tra una location e l’altra. La realizzazione è bellissima, perché mi diverto tantissimo. E poi, perché sono l’unica donna in una troupe di uomini, è divertente, perché gli uomini hanno una leggerezza diversa rispetto a noi donne. È bello entrare nel loro modo di pensiero e di fare. Dario è una persona splendida. È uno super puntuale, super professionale. Ha sempre la battuta pronta. Sa anche quando è il momento di stringere. Il regista è un ragazzo eccezionale, molto bravo. Il discorso Covid rende il tutto un po’ più difficile. Io e Dario, quando giriamo, non è che possiamo tenere sempre la mascherina in tutta la puntata. Tra una puntata e l’altra, ci muoviamo con un nove posti per mantenere la distanza sociale all’interno dell’abitacolo del mezzo di trasporto. Il Covid crea delle limitazioni, ma non solo qui, in tutto il mondo. Dobbiamo adattarci. Cercare di rispettare al massimo le norme, per mantenere una situazione che non vada oltre il limite”. 

 

Una nuova esperienza televisiva per te. Come la vivi? Che rapporto hai con la televisione, visto che vanti delle esperienze da conduttrice e inviata?

“Le puntate sono registrate. Con Dario, la troupe e l’autore, mi trovo molto bene. Anche se è la mia prima esperienza televisiva, mi sento molto a casa con loro, molto protetta e tutelata. Non la sto vivendo in modo ansiogeno. Per quanto riguarda il mio rapporto con la televisione in generale, non la guardo molto. Devo essere sincera. Guardo moltissime serie sui portali Netflix e Amazon. Seguo molto Sky Uno e Sky Arte, perché Sky Arte manda in onda le biografie di cantanti, piuttosto che di poeti o di maestri del cinema. Mi piace vedere questi documentari. Su Sky Uno, vedo i programmi di cucina. L’unica cosa che guardo in televisione è questa. Il resto non mi interessa particolarmente”.

 

Sei molto vicina alle tematiche sociali. Nel 2013, grazie alla partecipazione del cortometraggio “Metamorfosi”, sei stata premiata con la Stella al Merito Sociale per far combaciare l’arte della recitazione con l’impegno sociale nella lotta contro il femminicidio. Cosa ha rappresentato per te questo riconoscimento e questa esperienza?

“Non è che lo faccia perché lo devo fare. Mi viene spontaneo cercare di far combaciare il cinema con l’aspetto sociale. Per me, è gratificante avere la possibilità di interpretare personaggi che abbiano un legame con la verità della vita. Mi piace l’idea di raccontare la storia di una donna che vive e subisce violenza dall’uomo che ama fino ad arrivare alla morte. È stata una cosa che mi ha molto impegnata. C’è stata l’esigenza di poter raccontare questo tipo di vita che, purtroppo, tantissime donne vivono. È una tematica che, seppur, per fortuna, non ho mai avuto esperienze di quel tipo, sento molto vicina. Capisco una donna quando è molto innamorata e che non riesca a comprendere che l’errore non è suo, ma di chi l’ha sta manovrando in un certo modo. Ho ricevuto quel Premio che mi ha fatto molto piacere, perché è chiaro che quando c’è un riconoscimento per quello che fai, fa sempre piacere. È inutile negarlo”.

 

Sei stata l’unica attrice italiana in un progetto internazionale “In the trap”, con la regia di Alessio Liguori. Immaginiamo che, per te, sia stata una bella soddisfazione. Cosa ci racconti a proposito?

“Quella è stata un’esperienza super, perché questo film è stato un progetto molto complesso da affrontare, perché, essendo l’unica italiana, ho dovuto adattarmi al loro modo di lavorare. Non ti nascondo che, inizialmente, ho avuto delle difficoltà. Grazie ad Alessio e a tutto il cast, ho trovato la mia quadra. È stata un’esperienza bellissima. Ho lavorato insieme a David Bailie, uno dei attori principali della saga del film “Pirati dei Caraibi”. Lavorare accanto a lui è stata una cosa eccitante. Alessio è molto bravo, talentuoso, attento. Ha presentato un altro suo film in concorso al Giffoni. È un regista che si sta facendo conoscere per come si merita”.

 

Quando ti rivedremo nuovamente recitare? Hai un progetto in cantiere? Hai un desiderio in particolare?

“Ci sono dei progetti in cantiere, ma ho imparato a non parlarne finché non sono sicuri. Preferisco, un po’ per scaramanzia, un po’ per le cose che non sono accertate. Desidero non parlarne per me e per gli altri. Ci sarebbe un progetto, nel quale sarei coinvolta, e un altro che sto cercando di portare avanti. Non voglio spiegare di più”.

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