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Milleproroghe, la social card decentrata agli “enti caritativi”

La “carta acquisti”, o “social Card”, è stata introdotta nel 2008 “per il sostegno della spesa alimentare, sanitaria e il pagamento delle bollette della luce e del gas”, come scrive il sito del ministero dell’economia. Il decreto c.d. “Milleproroghe”, tradotto in legge (n. 10) il 29 febbraio scorso, ha ulteriormente introdotto nell’ordinamento “una sperimentazione in favore degli enti caritativi operanti nei comuni con più di 250.000 abitanti”. Entro fine marzo avrà dunque luogo la “selezione degli enti caritativi destinatari delle carte acquisti e i criteri di attribuzione di quote del totale di carte disponibili per la sperimentazione, avuto riguardo alla natura no profit degli enti e alle loro finalità statutarie, alla diffusione dei servizi e delle strutture gestiti per il soddisfacimento delle esigenze alimentari delle persone in condizione di bisogno, al numero medio di persone che fanno riferimento ai servizi e alle strutture, al numero di giornate in cui il servizio è prestato”.

L’economista Tito Boeri, dalle colonne di Repubblica, commentando il provvedimento ha parlato di “inganno della carità”. “Nel vuoto delle nostre politiche di assistenza”, ha scritto Boeri, “spesso sono gli enti religiosi o associazioni culturalmente se non politicamente caratterizzate ad assistere i più poveri”, e “finché gestiscono risorse proprie che, in principio, dovrebbero integrare le prestazioni pubbliche, non c’è nulla di male”. Ma perché, si chiede l’economista, “obbligare un immigrato di religione musulmana a doversi rivolgere a un ente caritatevole cattolico per ricevere l’assistenza cui ha diritto secondo una legge dello Stato?”

Le legge 10/2011 contiene anche, come previsto (cfr. Ultimissima dell’11 febbraio), l’istituzione, “per l’accesso a pagamento nelle sale cinematografiche, ad esclusione di quelle delle comunità ecclesiali o religiose, di un contributo speciale a carico dello spettatore pari a 1 euro”.

Raffaele Carcano

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