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Miliardari cinesi

Il neo liberismo, si sa, ha aumentato enormemente le distanze sociali: è di qualche giorno fa la notizia che 62 persone posseggono da sole più di quanto non abbiano i due miliardi di persone più povere del pianeta.

E che questo accada in Occidente non fa meraviglia, meno scontato è che il fenomeno sia ancora più accentuato in Cina, dove un abitante su 1.300 ha più di un milione di dollari. I super ricchi (oltre i 50 milioni di dollari) sono quasi 100.000 persone nel mondo, la metà sono negli Usa, ma al secondo posto, e non distantissima, c’è la Cina.

Nel 2014 (prima dell’inizio della attuale crisi) la Cina contava 1.020.000 ricchi, ovvero il 6,3% in più dell’ anno precedente e di questi circa 63.500 avevano un patrimonio pari ad oltre 10 milioni di euro ed Hurun Wealth Report (l’equivalente cinese di Forbes) aggiunge che per ogni ricco noto ce ne sono due “coperti”.

Qualche dato descrittivo: il 60% di loro è di sesso maschile, ha, in media, 39 anni, almeno due conti bancari ed ama il lusso. E’ sintomatico che lo sport più amati dalla categoria sia il golf, seguito dall’equitazione. Quasi 180mila ricchi e 10.500 super-ricchi vivono a Pechino, poi che ne sono 177 mila somno nella provincia più industrializzata, il Guangdong, con ed a Shanghai ce ne sono 148mila. Ma interessante è notare la robusta presenza di milionari nelle province più povere come il Guizhou dove se ne contano 3.480 e nello Yunnan dove ce ne sono 6.540. E 300 sono i cinesi con almeno 1 miliardo di dollari: solo nel 2011 Forbes ne contatava 115.

Hanno tutti abitudini da manager occidentale (viaggiano per lavoro 8 giorni al mese sul territorio nazionale e tre volte l’anno all’estero, preferibilmente in Usa, Francia ed Australia, e in media sono in viaggio 20 giorni all’anno) mostrando accentuate tendenze ad integrarsi nella grande borghesia globalizzata. In Cina c’è ancora una cospicua classe media (circa il 40% di quella mondiale) che attenua i differenziali sociali rispetto alla media mondiale, ma la tendenza indica da un lato un indebolimento dei ceti medi e dall’altro una crescita della fascia di reddito più alta.

E’ interessante notare che il fenomeno si è sviluppato in breve: ci sono circa 4 milioni di ultramilionari (in dollari) cinesi su 6 milioni e mezzo di milionari asiatici, ed il numero è quadruplicato in circa 13 anni, se è vero che nel 2001 essi non erano neppure un milione. E nonostante che in Cina non ci sia il fenomeno di forti eredità: sono tutti “nuovi ricchi” per cui il coefficiente Gini per la Cina oscilla fra lo 0,53 e lo 0.61, mentre negli Usa è dello 0,45.

Da dove viene questa immensa ricchezza? Sicuramente la Cina è stata la grande manifattura del mondo in questi anni, ma non si tratta solo di questo e c’è qualche indicatore che fa sospettare altro: “China Daily”, qualche tempo fa, segnalò che dal 2003 al 2010 erano morti ben 65 miliardari: un numero non irrilevante, considerando il numero totale relativamente basso del periodo e l’età media che abbiamo indicato.

Queste le cause delle morti: 15 sono stati assassinati, 17 si sono suicidati, 7 sono morti per incidenti vari, 14 sono stati giustiziati, e solo 19 sono morti per malattie. Soprattutto a causa della quindicina di morti ammazzati, è nato quindi un nuovo business, che consiste in scuole per bodyguard di gente ricca. Cifre che fanno sospettare il peso dell’illecito (contrabbando, corruzione, pirateria, contraffazione ecc.) in questa impennata della crescita dei miliardari.

C’è ancora molto da studiare sulla trasformazione della natura di classe della Cina.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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