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Maroni e il bossismo senza Bossi

Ottime notizie dal pianeta dei verdi non più soltanto di casacca ma sopra tutto di bile. Fino a qualche giorno fa sembrava che Maroni si stesse impadronendo definitivamente della Lega, relegando il "capo" non più indiscusso nel ruolo senza poteri di presidente icona. La 'notte delle scope', il 10 aprile a Bergamo, aveva avuto questo significato. "Pulizia, pulizia, pulizia", cioè far fuori il gruppo del Cerchio magico. Questo effettivamente era un pericolo. Una Lega senza le buffonate pseudo celtiche dei cerchisti poteva diventare più presentabile agli occhi delle persone normali e più accettabile dalle altre forze politiche. Ma fortunatamente questo pericolo sembra scongiurato, almeno per il momento.

Qualche giorno fa infatti Umberto Bossi è arrivato, a sorpresa, ad un incontro pubblico elettorale tenuto da Roberto Maroni a Besozzo, in quel di Varese. Tra frasi di circostanza, dichiarazioni ipocrite su quanto ci vogliamo bene e sorrisetti ad uso e consumo delle telecamere, Bossi ancora una volta ha dato il meglio di sé dichiarando: "Oggi la Lega si compatta e torna la forza politica principale del Paese". La forza politica principale del Paese? Abbiamo letto bene questa dichiarazione riportata dalle agenzie? Boh! In ogni caso, l'ex capo supremo è ritornato sulla teoria del complotto, dopo che Maroni qualche giorno prima aveva sostenuto pubblicamente di non credere a nessun complotto. E ha continuato - l'ex capo - sciorinando il suo repertorio da piazzista della politica: le manovre centraliste, i trabocchetti romani, i raggiri fatti dai giudici di sinistra, le falsità inventate dai giornalisti, ecc.

E fin qui niente di nuovo. Ma, al di là delle allucinazioni del razzista di Gemonio, il suo intervento - sembra non previsto - al comizio di Maroni ci dice che col cavolo Maroni avrà di fronte a sé un'autostrada da percorrere comodamente fino al congresso del partito. Sarà invece un sentiero dove ad ogni passo ci sarà da battagliare con i cerchisti che non vogliono demordere. Maroni forse ha messo Bossi in condizioni di non nuocere, almeno per il momento, ma non ha fatto i conti con i bossiani.

Ci sono parecchi segnali che vanno in questa direzione. Quasi ogni giorno battibecchi ormai platealmente pubblici, insulti e regolamenti di conti fra dirigenti che approfondiscono il solco fra i due schieramenti: l'emiliano Gianluca Pini, maroniano di ferro, che attacca il suo ex capogruppo e leader cerchista Marco Reguzzoni, chiedendogli come ha fatto a spendere in un anno 90.000 euro usando la carta di credito del gruppo a Montecitorio, il vice-capogruppo al Senato Lorenzo Bodega che si dimette in segno di solidarietà con Rosy Mauro per la sua espulsione dalla Lega, la stessa Rosi Mauro che - alla faccia dei deliberati del suo ex partito - ha detto che non ci pensa neanche un po' a lasciare la poltrona di vice presidente del Senato, i dossier interni su Maroni che hanno fatto andare fuori dai gangheri Bobo che ha strillato "i soldi della lega usati contro di me!" e di cui Bossi dice di non sapere nulla, Zaia presidente della giunta regionale del Veneto che dopo il prossimo congresso non pare intenzionato a subire un altro periodo di egemonia lombarda, ecc. E poi le dichiarazioni e gli annunci su Internet.

Fra gli altri, da segnalare questa perla di un gruppo di cerchisti di Brescia che hanno lanciato per fine aprile un "Bossi Day" di cui vale la pena riportare ampi stralci:

"Domenica 29 aprile i traditori, i lecca culo, gli opportunisti, i doppiogiochisti possono stare a casa. Sono ammessi solo i militanti che non hanno mai dubitato del nostro segretario federale Umberto Bossi e quelli in buona fede che, confusi dalla stampa nazionale italiota, non hanno capito, in tempo utile, chi ha tramato contro e tradito il nostro capo, Umberto Bossi ... li conosciamo tutti quelli che, per opportunità, per proteggere la poltrona o, peggio ancora, quelli che nella Lega non hanno mai creduto, ma sono stati arruolati solo per fare il golpe ... questa gente se ne stia pure a casa a pensare quale sarà il simbolo del loro futuro movimento politico ... per questa gente non ci sarà posto nella Lega di Bossi ... Umberto, il simbolo è tuo, la Lega Nord è tua e dei militanti fedeli a te e al tuo ideale". 

Bossi che, lasciati i panni del duro e puro, recita attualmente la parte di chi vuole l'unità e il bene della Lega, di tutta la Lega e quindi anche di Maroni, non si schiera e non andrà al Bossi Day. Ma Maroni, traditore e golpista oltre che lecca culo, opportunista, doppiogiochista, ecc. è avvisato.

La baracca scricchiola. C'è chi rema contro, e c'è chi rema contro chi rema contro. Il quadro è quello di una Lega divisa da una battaglia che si combatte e si combatterà senza esclusione di colpi. E questa è un'ottima notizia. Coraggio leghisti. Continuate così. Continuate a darvele di santa ragione. Rendeteci felici.
 

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