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Marittimi, cittadini a "mezzo servizio"

Le tasse devono pagarle come tutti gli altri, quando non sono in Italia non usufriscono dei servizi che lo Stato offre al cittadino, e questo per loro è nella norma. Pur facendo un lavoro molto disagiato ed indispensabile al progresso sociale non hanno alcuna agevolazione, sono poco considerati, il loro lavoro è poco conosciuto ed inoltre non hanno diritto a votare quando sono in navigazione ed all’estero, diritto che a molti di loro viene negato per quasi tutto il periodo di vita lavorativa, tranne, ovviamente, quando con la nave, durante il periodo delle votazioni, sostano in qualche porto italiano o quando sono a casa per usufruire del meritato riposo dopo lunghi mesi di navigazione. Questi lavoratori sono i marittimi che in Italia sono circa 30.000.

Di tanto in tanto qualche amministrazione comunale, su spinta anche della Chiesa, decide di ricordare allo Stato che, per quanto riguarda il diritto al voto, esistono anche loro, i marittimi, ma dopo poco il tutto ritorna, come sempre, nel dimenticatoio.

Nel gennaio 2007 alcuni marittimi decisero di costituire un sindacato, lo chiamarono SDM (Sindacato dei Marittimi).


E’ da allora che continuamente lottano per i loro diritti, e dal settembre 2008, in maniera insistente, stanno chiedendo al Governo che gli venga concesso, finalmente, il diritto di votare. La Presidenza del Consiglio dei Ministri sembra aver preso in considerazione questa loro richiesta ed ha piu’ volte invitato vari Ministeri a dare un parere su questa loro domanda. Fino ad ora quasi tutti gli interpellati hanno risposto, tranne però chi li dovrebbe tutelare e cioè il Ministero dei Trasporti, guidato dal Ministro Altero Matteoli.

Sono passati ben nove mesi dalla loro prima richiesta e oltre 61 anni dall’entrata in vigore della Costituzione italiana, 1º gennaio 1948.

I marittimi ora sperano di non dover attendere altri 61 anni prima di vedere finalmente concesso un diritto fondamentale come quello del voto. Anche noi, da comuni cittadini, vogliamo sperare che la democrazia trionfi anche questa volta.

Commenti all'articolo

  • Di paleopolis (---.---.---.150) 18 giugno 2009 08:10

    Beh, una cosa è certa...Se non gli hanno concesso questo diritto vuol dire che votare veramente non serve poichè questo dimostra che i ministri la democrazia l’hanno solo sulla punta della lingua...Il votare a questo punto serve soltanto per evitare di cadere nell’anarchia...Per cui i marittimi ne potrebbero anche fare a meno.Pero’ c’e’ il problema che chi non ha diritto di voto diventa quasi un cittadino di serie B con tutte le conseguenze annesse e connesse.

  • Di Giuseppe (---.---.---.122) 18 giugno 2009 10:26

    se non voti non sei un cittadino ne di serie A ne di serie B. Secondo me i marittimi dovrebbero chiedere un accordo: finchè non possiamo votare, quindi partecipare alla vita del nostro Stato, non fateci pagare le tasse. Rimane che è grave una mancanza così. Ma quando votare era obbligatorio queste persone rischiavano anche altre conseguenze?
    Italia = Burundi?
    quanti sono i marittimi? quanta gente non vota ad ogni elezione? quanti diritti vengono calpestati ad ogni votazione?
    Povera Italia che si crede democratica e Stato di diritto. L’Italia oggi è un paese democratico fondato sulla menzogna

  • Di E qui casca l’asino!!! (---.---.---.150) 18 giugno 2009 11:08

    Va ricordato che il Ministero dei Trasporti è nel comitato nazionale del Welfare (benessere) marittimo...
    E proprio chi dice di voler guardare il benessere dei marittimi non risponde ad una tale richiesta?

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