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Marittimi abbandonati: un problema umanitario che va risolto

La crisi economica mondiale sta facendo aumentare, anche nei porti italiani, il numero delle navi abbandonate. Attualmente in Italia queste navi sono circa una quindicina e la maggior parte degli equipaggi imbarcati su di esse è extracomunitario, distante mille miglia dalle famiglie, senza stipendio e in condizioni molto disagiate.
 

Nell’ottobre 2008 l’ufficio diocesano Migrantes di Napoli rendeva nota la situazione dell’equipaggio della nave "Eugenia V", che era ormeggiata da sei lunghi anni nel porto di Napoli:

"In questi giorni si è finalmente conclusa l’odissea della nave "Eugenia V" e del suo equipaggio. La "Eugenia V" arrivò a Napoli nell’ormai lontano giugno 2002, con sette persone a bordo quasi tutte di nazionalità georgiana, prive di viveri e di acqua.

I marittimi chiesero di poter riparare nel nostro porto e furono prontamente accolti dalla Capitaneria di Porto che, con l’aiuto dell’Associazione Stella Maris, della Croce Rossa italiana e di altri organismi portuali, è riuscita ad organizzare un’efficace e continuativa assistenza a quei marinai che, all’improvviso, si erano ritrovati lontani dalla propria madre patria, dai propri familiari e senza la possibilità di poter lasciare la nave stessa, posta sotto sequestro.

L’equipaggio è stato costretto ad un vero e proprio stato di reclusione e di abbandono e, per tutto questo periodo, siamo riusciti a dare loro continuativa assistenza, impegnandoci a risolvere le intricate ed interminabili trafile burocratiche internazionali per addivenire alla soluzione della loro forzata detenzione.

La nave è stata ormeggiata, per lungo tempo, prima alla diga foranea e poi al molo San Vincenzo. Solo agli inizi di questo mese, si è riusciti a risolvere la situazione e a consentire ai marittimi il rientro in patria e la rottamazione della nave, ormai divenuta un relitto.

Il comandante del porto, l’ammiraglio Alberto Stefanini, ed il comandante Raffaele Vezzi hanno dato la lieta notizia della chiusura della vertenza e quindi si è provveduto immediatamente al rientro in patria dei marittimi.

I volontari della Stella Maris hanno sostenuto i componenti dell’equipaggio non facendo mancare loro il necessario, e offrendo momenti di particolare solidarietà portando a bordo, con l’aiuto dei Piloti del Porto e dei Rimorchiatori Napoletani, gli aiuti necessari ed anche il conforto religioso".

Il 5 maggio scorso, per tentare di risolvere il problema dei marittimi abbandonati, è stata inviata dal sindacato dei marittimi, conosciuto come SDM istituito e gestito dalla Gente di mare, una richiesta al Vice Presidente CE e Commissario ai Trasporti Antonio Tajani ed al Ministro dei Trasporti Altero Matteoli.

Nella stessa il SDM espone la seguente situazione:

"Vi scriviamo in merito ad un fenomeno molto preoccupante, che coinvolge oltre che il lavoratore anche le famiglie dello stesso. Ci riferiamo al fenomeno dei marittimi abbandonati cioè a quei lavoratori costretti a rimanere a bordo delle navi quando l’armatore fallisce. Questi lavoratori, per non vedere svanire la possibilità di tutela dei loro diritti, non possono lasciare queste navi, rimanendo di fatto a bordo delle stesse senza viveri e in condizioni molto drammatiche.

La nave senza sostegni economici non offre certo condizioni di vita agiata o dignitosa. Questi marittimi rimangono senza riscaldamento, aria condizionata, acqua calda e con servizi igienici ridotti. Spesso non possono scendere da queste navi per motivi di visti o permessi negati, diventando, se toccano terra, "clandestini". Non hanno un sostegno economico nè per se stessi nè per le loro famiglie.

Fino ad oggi, solo grazie all’intervento di volontari, si è riusciti a dare una forma di sostegno a queste persone, che in alcuni casi sono rimaste in queste condizioni per molto tempo, lontani anche dalle famiglie".

Sempre secondo il SDM, l’Europa deve muoversi sia per tutelare i lavoratori comunitari, prendendo in questo caso in esame un fondo per marittimi europei vittime di questa situazione, che il marittimo extracomunitario, garantendo allo stesso un trattamento diverso, non trattandolo da clandestino, semmai tutelandolo come vittima di persone senza scrupoli.



Inoltre l’armatore senza scrupoli non viene perseguito perché tramite leggi nazionali e internazionali è complesso fare un’azione contro lo stesso, mentre i lavoratori marittimi vengono lasciati al loro destino.

Il sindacato continua facendo le seguenti proposte:


- chiedere agli Stati membri di modificare la normativa in modo da gestire diversamente questo fenomeno, prevedendo l’immediato rimpatrio dell’equipaggio interessato e il rilascio di un documento ufficiale che possa permettere al lavoratore di tutelarsi, senza dover rimanere a bordo della nave abbandonata, continuando a lavorare altrove, riducendo così il danno personale ed economico;


- istituzione di un ufficio competente (in Italia può essere il Ministero dei Trasporti in collaborazione con Capitanerie di Porto) che analizzi immediatamente il caso dell’abbandono dell’imbarcazione ed equipaggio, e segua i passaggi sopra citati per gestire al meglio e velocemente la situazione;


- prevedere un fondo per marittimi comunitari, per risarcirli, almeno in parte, delle retribuzioni perse;


-  poiché la nave abbandonata danneggia le operazioni commerciali del porto, occupando spazio, fare una norma che permetta velocemente allo Stato, dopo il sequestro della nave, di venderla. Dal ricavato risarcire prima i lavoratori, e il resto venga trattenuto dalle autorità portuali o eventualmente usato per il fondo sopra citato.

Il SDM chiede al Commissario Tajani di sensibilizzare nuovamente la Commissione Europea su tale argomento, e sebbene nel settore marittimo le difficoltà da superare sono tante, causa la complessità delle norme, una soluzione occorre pur trovarla.

Al Ministro dei Trasporti Matteoli chiede di muoversi all’interno delle proprie competenze per giungere ad una soluzione per i casi che avvengono in territorio nazionale.

Il 14 marzo 2002 alla Commissione Europea (interrogazione n. 63 dell’on. Sylviane H. Ainardi) fu fatto presente quanto segue: "Il Parlamento e il Comitato economico e sociale hanno espresso il proprio parere sulla comunicazione della Commissione, ma la questione dei marinai abbandonati non è stata ritenuta, dai due organismi, una questione prioritaria". 

Questa situazione è a dir poco devastante se consideriamo che ci sono casi di marittimi abbandonati per ben sei anni.

Fonte: http://maremarinai.wordpress.com/

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