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Mappa delle centrali nucleari a meno di 200 km dai confini italiani. Il nostro destino oltre il referendum

Il pericolo nucleare in Italia oltre il referendum

Il nucleare fa paura. Molti sognano, in un futuro non lontano, l'eliminazione globale di questa alternativa energetica che, da sempre, nonostante le evoluzioni tecnologiche in termini di dispositivi di sicurezza, sono la causa di danni ambientali di proporzioni epiche. L'ultima tragedia è accaduta in Giappone nemmeno due mesi fa.

Qualche nuclearista convinto può ribattere a questa tesi affermando che l'evento climatico di forza maggiore è stata l'unica causa della tragedia del Giappone. E' vero in parte; per Chernobyl non è stato così.

Il nostro pianeta, se qualcuno ancora non se ne è accorto, sta attraversando un momento epocale di grandi cambiamenti geofisici. Molti sono già in atto, con processi quasi impercettibili ma evidenti ed ufficialmente riconosciuti dalla scienza, almeno da quella non politicizzata. Il disastro di Fukushima dimostra empiricamente questa tesi, ed il fatto che i reattori danneggiati dal maremoto siano stati solo oggetto di un danno collaterale, avvalora una realtà tragica che non può più essere presa sotto gamba: le centrali nucleari, la loro teconologia, seppur avanzata, non corre alla stessa velocità delle inesorabili evoluzioni climatiche che mordono tenacemente il nostro pianeta. Per cui è ora di guardare oltre.

Le centrali nucleari vicine all'italia


La premessa sopra esposta era necessaria per introdurre uno scenario allarmante che sussiste a nemmeno 90 miglia dai confini a nord dell'Italia. In realtà il problema del nucleare in Italia esiste già da molti decenni, con decine di reattori attivi e non sempre ben funzionanti. Il fatto che si trovano a poche miglia dai confini di casa nostra non vuol dire che siamo immuni da eventuali disastri. Certo è che non possiamo obbligare altri stati contigui al nostro ad abbandonare il nucleare, ma chi ha in mano i microfoni della nazione, combattendo contro il nucleare, deve pretendere che le centrali a noi vicine vengano monitorate costantemente e messe in totale sicurezza, nel caso che non lo fossero. E non tutte lo sono.

La centrale nucleare di Tricastin, in Francia, sita a soli 160 km nord-ovest dal nostro confine, nel 2008 è già stata al centro di polemiche a causa di un incidente che ha causato l'inquinamento di alcuni corsi d'acqua nella zona di Avignone. L'obsolescenza dei reattori provoca, ovviamente, difetti che se investissero, in maniera irreversibile, i complessi circuiti di raffreddamento del cuore del reattore, potrebbe verificarsi la fusione del nocciolo con le conseguenze che tutti conosciamo. Oltre al caso Tricastin altre 34 centrali nucleari francesi sono state al centro di polemiche a causa di difetti strutturali che nel tempo hanno provocato incidenti isolati, ma volutamente nascosti all'opinione pubblica di mezzo mondo.

Il problema in Italia, dunque, va oltre il referendum sul nucleare, poiché un semplice confine invisibile non ci proteggerà da eventuali disastri causati da una realtà nucleare inquietante a poche miglia dai nostri confini. Se la nube tossicha di Fukushima ha raggiunto l'Europa in pochissimi giorni, cosa potrebbe succedere se un reattore francese, malandato, andasse distrutto?


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Commenti all'articolo

  • Di Geri Steve (---.---.---.120) 26 aprile 2011 17:20

    si, ma... fuori dell’Italia e’ molto meglio.

    sulla globalizzazione del problema nucleare io sono pienamente d’accordo, infatti qui ho gia’ scritto che:

    "Il caso Fukushima non dimostra soltanto che i giapponesi hanno fatto male a fidarsi dei loro dirigenti, dimostra anche che quel che fanno i dirigenti della TEPCO giapponese riguarda il mondo intero perche’ un disastro ambientale e’ un delitto contro l’umanita’.

    In un mondo sovrapopolato che utilizza produzioni energetiche pericolose e certamente dannose per l’ambiente, io sono costretto, malgrado i miei ideali libertari, a desiderare un ordine mondiale gestito da un potere sovranazionale, quindi ancor meno controllabile dal basso di quanto lo siano i poteri nazionali.

     Questo e’ il paradosso: io potrei accettare l’industria nucleare se potessi fidarmi di chi deve fare scelte importanti per la mia sicurezza e per la salute delle prossime generazioni, pero’ i rischi di scelte incaute sono internazionali e intergenerazionali, cioe’ due volte globali, e la globalizzazione allontana i decisori da chi vorrebbe controllarli ."

    pero’ si deve aggiungere che c’e’ comunque una grossa differenza fra avere una centrale nucleare in Italia e averla fuori, per due ottimi motivi:

    1) i confini italiani non sono linee convenzionali astratte, ma sono costituiti da mari e da alte montagne, per cui c’e’ molta differenza per gli italiani fra avere un incidente in Italia o averlo fuori

    2) L’Italia e’ un territorio molto sismico, mentre Francia, Svizzera, Germania e Austria no, e questo cambia significativamente il rischio di incidente per tutte le centrali della mappa, tranne che per Krko

    Geri Steve

  • Di No censura, cose che molti fanno finta di non sapere (---.---.---.217) 27 aprile 2011 00:14
    Eduardo Parente - No censura, cose che molti fanno finta di non sapere

    @ Geri Steve


    gentilissimo lettore,

    la verita’ e’ che non esiste alcun confine geopolitico in grado di arrestare la propagazione ciclica ed inesorabile di una nube tossica sprigionata da un reattore nucleare in avaria irreversibile. La nube tossica arriva ad altezze ragguardevoli, il piu’ delle volte supera la termosfera - dai 200 ai 600km dalla superficie terrestre - anche grazie alle correnti ascensionali. Un eventuale disastro nucleare appena fuori porta, a pochi km dai nostri confini, eliminerebbe qualunque differenza dall’avere o non avere una centrale nucleare in Italia. E’ meglio non averne qui da noi, questo e’ chiaro. Ma e’ giusto sollevare una questione pratica che oggi sembra non destare interesse, anche se il pericolo e’ reale quanto l’aria che respiriamo. 
  • Di (---.---.---.155) 28 aprile 2011 09:24

    IL RICATTO DELL’ENERGIA: L’IDEA DI FONDO CHE L’ENERGIA VIENE PRODOTTA DA CENTRALI REMOTE - SIA TERMOELETTRICHE A COMBUSTIBILE FOSSILE O TERMONUCLEARE - OGGI E’ ANACRONISTICA ED E’ FUNZIONALE A UN INTERESSE CAPITALISTICO CHE STA DISTRUGGENDO IL MONDO! QUANTO COSTA UNA CENTRALE NUCLEARE? LE CIFRE SONO MOSTRUOSE; LA LORO DURATA E’ BREVE MASSIMO 20 0 30 ANNI DOPO DI CHE DEVONO ESSERE SMANTELLATE CON ULTERIORI COSTI ALTISSIMI E I MATERIALI SMALTITI IN DISCARICHE SPECIALI CHE COMPORTANO ANCORA UNA GESTIONE MOLTO ONEROSA PER DECENNI O SECOLI PER LE SCORIE RADIOATTIVE.
    IL BUON SENSO E LA LOGICA UNITE ALL’INTERESSE E ALL’ETICA DEL BENE COMUNE DOVREBBE, INVECE, INVESTIRE QUESTE CIFRE ENORMI DESTINATE AL NUCLEARE PER LO SVILUPPO TECNOLOGICO E ARCHITETTONICO FINALIZZATO PRIMA DI TUTTO AL RISPARMIO, ALL’EFFICIENZA ENERGETICA - PER ES. L’EDILIZIA CHE RISPONDE A CRITERI DI AUTONOMIA ENERGETICA SENZA COLLEGAMENTI CON CENTRALI REMOTE - PUNTANDO SULLE RINNOVABILI.

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