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Maldive, la "stagione dei coltelli": giornalisti e parlamentari minacciati in nome della guerra all’ateismo

Alle spalle dello scenario da cartolina di spiagge, atolli e acque cristalline, nelle Maldive la crisi dei diritti umani scoppiata a seguito del colpo di stato del 7 febbraio 2012 si fa sempre più cupa.

Negli ultimi mesi, un’ondata di aggressioni, sequestri e minacce di morte ha colpito giornalisti, parlamentari ed esponenti della società civile accusati di criticare l’Islam o promuovere l’ateismo.

Tutto ha avuto inizio a giugno, quando una “banda” ha sequestrato per alcune ore un gruppo di giovani, trattenendoli per ore, picchiandoli e ammonendoli a smetterla di fare promozione dell’ateismo. La polizia, sebbene l’identità di alcuni degli aggressori fosse nota, non ha ancora avviato le indagini.

Quindici giornalisti, che avevano riferito dell’episodio, hanno ricevuto minacce di morte. Ecco uno dei messaggi: “Vi uccideremo se continuerete a scrivere inesattezza sulle bande”.

Un altro giornalista, Ahmed Rilwan Abdulla, è stato sequestrato l’8 agosto e da allora di lui non si è saputo più nulla. Nel 2012 aveva ricevuto minacce di morte per essersi occupato dell’accoltellamento di un blogger, Ismail Hilath Rasheed, che era stato già picchiato nel 2011 per aver invocato la libertà religiosa.

Responsabili del sequestro di Ahmed Rilwan Abdulla sarebbero, secondo un rapporto indipendente commissionato dall’organizzazione non governativa Maldivian Democracy Network, “bande criminali radicalizzate”. Le indagini sono state avviate tardi e vanno avanti con estrema lentezza. Sono stati arrestati quattro sospetti, due dei quali già rilasciati.

Dopo la pubblicazione del rapporto, sono riprese le intimidazioni nei confronti dei giornalisti del portale Minivan News, di Raaje Tv e del quotidiano Haveeru.

Il 25 settembre i giornalisti di Minivan News hanno rinvenuto un machete all’interno della redazione. Pochi minuti prima, avevano notato un uomo (la cui identità è ampiamente nota) mettere fuori uso la telecamera a circuito chiuso situata all’ingresso degli uffici.

Per aver pubblicato un articolo sulla vicenda, un giornalista di Haveeru ha ricevuto questo messaggio: “Sei morto se fai quel nome, ricordalo”, riferendosi a una persona arrestata dalla polizia.

Sotto la minaccia delle bande criminali sono anche i parlamentari e gli esponenti del Partito democratico maldiviano, all’opposizione: tra questi, l’ex presidente e attuale segretario Mohamed Nasheed e il portavoce Imthiyaz Fahmy, destinatario di un eloquente avviso: “Vi uccideremo tutti. Allah è grande”.

Il 26 settembre la sede del partito è stata distrutta da un incendio.

 “Non portate in giro i vostri figli in questi giorni. È iniziata la stagione dei coltelli”.

Questo il più recente e inquietante messaggio ricevuto dalla parlamentare Eva Abdalla.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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