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Mafia: una Malattia Sociale a Trasmissione Familiare

La cultura criminale e mafiosa si trasmette attraverso la riproduzione sessuale e familiare come qualsiasi sistema sociale. Ma in questo caso è possibile intervenire attraverso la sterilizzazione forzata di tutti i mafiosi maggiorenni e di tutti i mafiosi minorenni pluri-pregiudicati con almeno 16 anni. E’ necessario poi prendere in esame l’idea di un’educazione obbligatoria affidata a strutture dello Stato per i minorenni di tutte le età la cui madre non garantisca un’educazione degna di uno stato civile perché condannata per favoreggiamento o altri reati legati alla mafia.

Purtroppo l’umanità è arrivata ad una diffusione epidemica di criminalità professionalizzata e di delinquenza minorile (pensiamo al Brasile,alla Colombia, alla Romania, all’Albania), perché i molti soldi che derivano da queste “Economie Canaglia” permettono a questi soggetti di avere molti figli, “garantendo” così la diffusione della loro cultura familiare degenerata. Ma molto spesso accade il contrario, poiché questi individui non pensano neppure al sostentamento e all’educazione dei propri figli. Figli che, visto lo stato di povertà in cui si trovano ed il cattivo esempio dato dai genitori, decidono poi di intraprendere la carriera criminale .

Quindi si tratta di affrontare un passo epocale in direzione del progresso civile, come quello che si è fatto il giorno in cui si è stabilita l’abolizione della schiavitù. E’ proprio il fatto che la popolazione mondiale abbia già superato i 6 miliardi di abitanti e che le popolazioni criminali siano in rapito aumento in quasi tutte le nazioni della terra, che richiede a tutti i cittadini di buona volontà e con potere decisionale, un serio esame di coscienza sull’eccessiva libertà che concediamo a chi diffonde armi, droga, e aggredisce e uccide senza pietà per procurarsi il denaro. Non dimentichiamo poi che queste persone attraverso estorsioni, ricatti e la schiavizzazione psicologica o fisica di altre persone (es. il fenomeno della prostituzione o il lavoro coatto dei cinesi), bloccano lo sviluppo economico e impoveriscono ulteriormente moltissimi cittadini innocenti e la buona società nel suo insieme (vedi le varie forme di associazioni criminali che riscontriamo nel Sud Italia).

Non sono mai stato per la pena di morte e mai lo sarò, ma è giunto il momento di separare il diritto di esistere dal diritto di riprodursi e riprodurre la criminalità.

E lo sappiamo benissimo noi italiani: la trasmissione culturale della mafia passa anche attraverso le donne.

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